GAY + GAY = AMORE ?

La realtà dei gay, storie ed esperienze di vita gay vissuta
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progettogayforum
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GAY + GAY = AMORE ?

Messaggio da progettogayforum » mercoledì 29 marzo 2017, 14:40

Caro Project,
ho vent’anni, sto per finire il primo anno di università (Chimica), non entusiasmante ma si può fare. Come avevi previsto, ho trovato un amico gay in facoltà. All’inizio mi sembrava la realizzazione di un sogno, perché è anche un bel ragazzo e in pratica la mia paura di trovare ragazzi gay che non mi piacciono fisicamente l’avevo messa da parte, con lui (lo chiamerò Tom) le cose sono cominciate per caso e c’è stata subito una forma di reciprocità. Non c’è bisogno che ti dica che lo sognavo tutte le notti e che non vedevo l’ora di incontrarlo la mattina. Sembrerebbe una storia da favola, dico sembrerebbe perché io facevo di tutto per non rendermi conto dell’evidenza. Tom e io non siamo i personaggi di un film, siamo due ragazzi veri, e abbiamo mondi diversi, in comune abbiamo il fatto che siamo gay, ma che vuol dire? Che ci piacciono i ragazzi, certo, ma solo quello. Io non andrei mai in un locale gay, ma ho scoperto dopo pochi giorni che lui ci va spesso, che ha un gruppo di amici gay dichiarati dei quali non mi aveva nemmeno parlato, che per lui l’idea dalla riservatezza è inconcepibile, che la sua finalità è portarmi a fare coming out con tutti all’università. Lui è molto legato al movimento gay, si sente coinvolto da queste cose. Io, onestamente, penso che l’omosessualità sua una questione privata e che privata deve rimanere. Non mi va di mettermi in piazza e di appiccicarmi etichette. Insomma, quando io sognavo di poter fare di Tom il mio ragazzo mi sono accorto che era in effetti molto diverso da me. Ho avuto per più di un mese parecchi tentennamenti, Tom insisteva perché tra noi ci fosse anche qualche esperienza sessuale, ma dopo che avevo scoperto che aveva una mentalità lontana dalla mia, francamente ho avuto paura, ho cercato di prendere tempo e di evitare il sesso con lui. Lui proprio non si rendeva conto, dava tutto per scontato, alla fine ho dovuto dirgli che lo vedevo troppo diverso da me e che sarebbe stato meglio rimanere solo amici. Oggettivamente c’è rimasto male, ha cercato di spiegarmi il suo punto di vista e di convincermi ad accettarlo in tutti i modi ma, quando io cercavo di dire la mia, non mi stava a sentire, mi interrompeva e continuava il suo discorso di prima, mi ha proposto di conoscere i suoi amici ma non era quello che io avrei voluto. In pratica voleva portare me nel suo mondo, ma non voleva smuoversi di un centimetro dal suo. Ho provato a chiedergli di uscire in due ma per lui era ovvio che io dovessi conoscere i suoi amici, ci rideva, ci scherzava sopra, ma alla fine io non ce l’ho fatta più e gli ho detto che rispettavo il suo punto di vista ma che non era il mio e che preferivo andare per la mia strada. Per qualche giorno non l’ho sentito, poi mi ha chiamato per cercare di riprendere i contatti, io, più per scrupolo che per altro, l’ho fatto parlare, ma non era cambiato nulla, ripeteva le stesse cose di prima, mi considerava razzista, anche se in modo blando, e omofobo, perché secondo lui non era ammissibile che io volessi ghettizzare i suoi amici, che non volessi capire il senso del movimento e dell’impegno collettivo contro l’omofobia. Evidentemente per lui quelle cose sono determinanti e lo posso pure capire, però per me non è così, poi i contatti si sono limitati solo al ciao quando ci si vedeva a lezione. Avevo paura che potesse sputtanarmi con gli altri colleghi, ma non lo ha fatto e nei giorni successivi non mi ha tenuto il broncio. Dopo un mese circa l’ho visto accompagnarsi e scambiare sorrisi con un altro nostro collega, uno assolutamente insospettabile. Scambiavano sguardi di complicità che per gli altri non significavano nulla, ma per me avevano un senso molto chiaro, l’altro ragazzo (lo chiamerò Luca) sembrava entusiasta, arrivavano sempre insieme e andavano via sempre insieme, ma la cosa è durata poco, dopo nemmeno un mese avevano ripreso ad arrivare e ad andare via ciascuno per proprio conto, a sedersi in posti lontani e a parlare pochissimo tra loro. Luca è oggettivamente meno bello di Tom, ma comunque non è malaccio. Non lo avevo notato al primo sguardo, ma poi, ho cominciato ad osservarlo con più attenzione e… beh, mettendoci pure il fatto che davo per scontato che era gay, insomma ha cominciato ad interessarmi. Cercando di non farmi notare da Tom, ho cominciato ad avvicinarmi a Luca ma con la massima circospezione, perché non sapevo che cosa Tom potesse avergli raccontato su di me. Costruire un minimo di dialogo con Luca è stato molto più faticoso del previsto, perché Luca ha proprio il terrore di essere riconosciuto, ma alla fine, anche senza dichiarazioni esplicite, in pratica ci siamo capiti lo stesso. Gli ho detto che lo avevo visto con Tom e lui mi ha detto che aveva notato che anche io prima ero stato con Tom, gli ho detto che con Tom non c’era mai stata una relazione e meno che mai sesso, e mi ha detto che era stato lo steso anche per lui, perché Tom lo aveva gelato con i tuoi entusiasmi. Adesso siamo a questo punto, uno potrebbe dire che Tom è stato il catalizzatore, ma non è così, perché il rapporto con Luca risulta più complicato del previsto per altre ragioni, perché Luca è veramente molto complessato e tende a mettere dei paletti molto precisi e dei limiti molto stretti e questo a me non sta bene, insomma, Project, io penso che anche la storia con Luca sia destinata a finire… Ti ricordo che la prima volta che ho parlato con te mi hai detto che il teorema “gay + gay = amore” è ancora tutto da dimostrare, sul momento la cosa mi aveva dato fastidio, ma ora comincio a capire che cosa significa realmente.

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agis
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Re: GAY + GAY = AMORE ?

Messaggio da agis » mercoledì 29 marzo 2017, 16:39

Il fatto di dichiararsi gay implica semplicemente l'aver accettato una categoria mentale che ha una precisa genesi storica per la quale ci si riconosce in una preferenza sessuale esclusiva per il proprio stesso genere. In questo senso non solo il teorema GAY + GAY = AMORE è improponibile ma anche lo stesso GAY + GAY = SESSO è tranquillamente e pacificamente falsificabile. Non è che molti di noi salterebbero addosso ad ogni ente di genere maschile che si veda passar per strada per il solo fatto di essersi dichiarati gay ovviamente. Su una nota ottimistica, se il nostro giovane amico studia chimica, son sicuro che alla fine apprezzerà il fatto che una relazione umana deriva comunque da reazioni ben più complesse di quelle che si possano inquadrare all'interno di schematismi semplicistici.

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