UN MASSAGGIATORE GAY

Che cosa significa essere gay
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progettogayforum
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UN MASSAGGIATORE GAY

Messaggio da progettogayforum » mercoledì 26 aprile 2017, 21:43

Ciao Project,
sono un tuo fan ormai da anni e in pratica non passa giorno che io non guardi che c’è di nuovo nel forum, per un po’ sembrava che ci fosse poca gente e che le novità fossero pochine, ma ho visto che l’attività è ripresa e mi fa veramente piacere, e allora penso pure io di poter dare un contributo raccontando la mia storia. Premetto che non è una storia legata a forme di disagio o a problemi seri, direi che il mio contributo è leggerino, ma penso possa essere interessante.
Io sono un fisioterapista, un fisioterapista vero, laureato con una laurea quinquennale e ho fatto diversi corsi professionali di riabilitazione e di fisioterapia sportiva, ho 28 anni. Dopo i primi tempi, in cui nessuno mi conosceva, ho cominciato a lavorare con persone anziane e pazienti traumatizzati o con malattie invalidanti, ho avuto le mie soddisfazioni, ma, lo devo dire, provo anche tanta malinconia quando vedo persone molto mal ridotte, e siccome sono tutti anziani mal messi, capita che ogni tanto qualcuno venga a mancare e la cosa mi fa un effetto terribile perché sono persone che ho conosciuto molto da vicino. Diciamo che questo tipo di attività non è esattamente quello che avrei voluto fare. Di recente ho fatto un corso di qualificazione per l’uso del DAE (defibrillatore semi automatico) e un altro corso sul primo soccorso cardiologico e ho mandato il mio curriculum ad alcune società sportive. Pensavo che nessuno mi avrebbe risposto, ma non è stato così. Una società semiprofessionistica della mia zona mi ha contattato per un colloquio, io ci sono andato e ho portato i miei titoli. C’era un medico, il presidente della società e altre due persone. Sui titoli non hanno avuto niente da dire, e mi hanno detto subito che loro avrebbero potuto farmi un contratto, ma con compensi molto limitati perché il loro bilancio è proprio ridotto all’osso. Ho chiesto quali sarebbero state le condizioni e gli orari e mi hanno detto che avrei lavorato quasi sempre due mattinate alla settimana, giovedì e domenica per 4 ore ogni volta, quindi circa 30 ore al mese in 9 mattinate. Ho chiesto quale sarebbe stato il mio compenso netto e mi hanno risposto poco più di 600 euro, però con l’obbligo di seguire la squadra una domenica sì e una no, quando va in trasferta, in quel caso le spese di spostamento, vitto e alloggio sarebbero state a carico della società. Non ci ho pensato due volte e ho accettato. Ho firmato un contrattino, dopo avergli dato una rapida letta, ma era un modello standard dell’AIC (associazione Italiana calciatori) e quindi mi potevo fidare. Mi ci è voluta una settimana per riordinare gli appuntamenti coi miei pazienti poi, finalmente il giovedì successivo ho fatto primo ingresso in società. L’appuntamento era per le 8.00, sono arrivato alle 7.30 e non c’era ancora nessuno. Sono andato al bar a prendere un cappuccino e c’erano diversi ragazzi con la borsa da calciatore, mi sono fatto coraggio e ho chiesto se erano lì per l’allenamento e poi ho detto che ero il nuovo massaggiatore. Mi hanno risposto che non ne avevano mai avuto uno, comunque sono stati simpatici e il cappuccino me lo hanno offerto loro. Poco prima delle 8.00 siamo entrati, ma il mister non era ancora arrivato, alle 8.05 i ragazzi della squadra c’erano tutti, il mister è arrivato alle 8.30 con una super-macchina, in pratica non staccava dal telefonino, in uno dei rari momenti di pausa mi sono presentato ma lui ha detto solo “bene” ed tornato a fare i cavoli suoi; ha mandato i ragazzi a cambiarsi e poi in campo a fare “un po’ di riscaldamento”, in pratica facevano tutto i ragazzi e il mister continuava a pensare solo agli affari suoi. Io restavo a bordo campo e non sapevo che cosa dire, poi il mister, quando non erano nemmeno le 9.00, mi ha detto: “fagli fare tu qualche cosa, io devo scappare, quando hai finito ti tiri la porta.” E se ne è andato. Quando i ragazzi hanno visto che il mister se ne era andato, se ne volavano andare pure loro, ma io, per contratto dovevo stare lì altre tre ore e non sapevo come fermarli e lì mi è venuta l’idea: li ho chiamati tutti nella palestra, e ho detto che dovevano imparare a usare il defibrillatore, che era una cosa che poteva salvare loro la pelle. Ho chiesto dove stesse il defibrillatore, sapevano che da qualche parte c’era, ma non sapevano dove, poi lo abbiamo trovato in un armadio, ma scarico, abbiamo trovato il posto dove doveva stare e lo abbiamo messo dove doveva stare e ha cominciato a caricarsi, ma ci vuole tempo. Era un defibrillatore che avevo già usato al corso e sapevo farlo funzionare. Ho fatto sedere i ragazzi per terra e ho parlato loro del defibrillatore, di che cosa è, di come funziona e di come si adopera, del massaggio cardiaco, del primo soccorso cardiologico e di tante altre cose molto concrete e molto utili. Mi stavano a sentire, ho detto che non dovevamo perdere tempo e che potevamo fare delle simulazioni. Per rompere il ghiaccio ho fatto io da cavia e ho assunto il ruolo di uno che ha bisogno di soccorso cardiologico e ho chiesto a loro come si sarebbero comportati, si sono avvicinati, hanno fatto alcune manovre, ma non erano quelle giuste e allora ho spiegato loro che cosa dovevano fare, come disporre il paziente, come prendere il polso, come facilitare la respirazione e tutto con l’aiuto di uno che si è prestato a fare lui l’infortunato, poi si è sentito il beep del defibrillatore, segno che era carico, ho fatto vedere loro le spie, il pulsante e i segnali e ho detto che il defibrillatore verifica se c’è bisogno di defibrillazione e guida passo passo l’operatore. Ho chiesto a uno dei ragazzi to togliersi la maglietta perché volevo fare vedere loro dove vanno posti esattamente glie elettrodi, quello si è steso, ho applicato gli elettrodi e il ragazzo si è spaventato e li ha allontanati, pensava che gli potessi fare arrivare una scossa pericolosa, allora mi sono steso, ho messo gli elettrodi su di me e ho detto al ragazzo di avviare il defibrillatore, lui aveva paura di farlo, allora l’ho fatto io al suo posto e il defibrillatore ha risposto che non occorreva defibrillazione. Ho spiegato che l’apparecchio fa una rapida diagnosi e decide se è il caso di dare la scossa e la dà solo se è il caso, e dopo dà le istruzioni per le manovre di rianimazione e di massaggio cardiaco. I ragazzi sono rimasti molto colpiti, e mi hanno detto che era come nei film americani di pronto soccorso. Ho chiesto se c’era una sala medica e una per i massaggi, mi hanno portato in una stanzetta, con un tavolo e due sedie e hanno detto che era tutto lì, ho chiesto del lettino e si sono messi a ridere come per dire che non avevo ancora capito dove stavo. Chiedo ai ragazzi perché non hanno fatto la doccia dopo l’allenamento, mi fanno segno di seguirli, aprono una porta, c’è il locale docce con otto box ma è evidente che non funzionano da anni, oltre una seconda porta ci sono anche quattro gabinetti ma ne funziona solo uno. Mi dicono che la società non ha soldi, e allora lancio la proposta: “Chiediamo il permesso e mettiamo tutto a posto noi, ci sarà un po’ da lavorare ma siamo in tanti.” Erano perplessi, dicevano che bisognava chiedere il permesso al mister, io ho risposto che non era cosa del mister ma del presidente e ho detto che avrei provato a parlarci, mi guardavano come se fossi un animale raro caduto lì dentro per sbaglio. Erano passate da dopo le 11.00 e ho fatto andare via i ragazzi, ma non senza prendermi tutti i loro numeri di cellulare e senza dare a loro il mio. Dopo che se ne sono andati ho fatto un rapido giro dell’edificio che, se rimesso a posto, non sarebbe stato niente male, ho preso le misure della sala medica e degli altri locali e mi sono disegnato una piantina con tutti i dati. Poi ho chiamato la segretaria del presidente e le ho detto che avrei voluto parlare col presidente. Mi ha chiesto: “Ci sono problemi?” Ho risposto “No!” in modo deciso e dopo qualche secondo me lo ha passato. Gli ho detto che ero stato all’allenamento e che mi ero trovato molto bene e poi ho lanciato la mia proposta: “Se io mi mettessi al lavoro per rimettere un po’ in funzione le docce, i bagni e cose del genere lei mi lascerebbe fare?”, mi ha risposto: “Può fare quello che vuole, ma non si aspetti quattrini né per lei né per pagare altre spese, perché quattrini non ce ne sono.” Gli ho risposto: “Presidente, io non le sto chiedendo soldi ma solo il permesso di fare.” Lui mi ha detto che non aveva niente in contrario ma che aveva parlato chiaro e soldi non ne avrei avuti in nessun caso.
Ho comprato stracci, scope, spazzoloni, anticalcare, detersivi. Il mister mi aveva dato le chiavi e ho passato tutte le mie ore libere a pulire la sala docce, l’acqua c’era e gli scarichi funzionavano, era solo tutto sporco e incrostato. La domenica era giorno di partita, sono stato coi ragazzi prima dell’inizio, ma non si potevano fare massaggi perché non c’era nemmeno il lettino, nell’intervallo ho fatto stendere a terra uno che aveva ricevuto un calcio su un piede e ho lavorato sodo su quel piede e mi ha detto che stava meglio ed è tornato a giocare, alla fine della partita (purtroppo andata male) ho detto ai ragazzi che potevano fare la doccia, hanno aperto la porta del locale docce ed era tutto pulito, hanno fatto la doccia per la prima volta con l’acqua calda, io sono rimasto fuori, quando sono usciti mi hanno chiesto dove stavano stracci e detersivi perché non potevano lasciare tutto sporco. Hanno ripulito tutto e io ho chiesto che mi dessero una mano a portare un lettino per i massaggi e un armadietto che avevo a casa e che non avevo mai adoperato. Uno ha detto che poteva prendere per un’ora un furgone ma che bisognava farlo subito perché gli altri giorni lo usavano per il lavoro. Siamo andati a prendere il furgone, poi a casa mia, abbiamo caricato il lettino e l’armadietto e siamo andati di nuovo allo stadio e sistemare le cose. Ho chiesto perché il mister non fosse andato alla partita e mi hanno risposto alzando le braccia. Io però ho detto subito: “Ma tante cose possono cambiare!” Uno mi ha detto: “Il mister no!” io ho detto che anche restando lui formalmente il mister tante cose potevano cambiare, poi li ho salutati dicendo: ci vediamo giovedì e cerchiamo di fare un po’ di lavoro vero.
Il giovedì hanno trovato la sala medica perfettamente pulita, c’erano anche l’apparecchio per la pressione, il pulsossimetro e un po’ pomate per gli strappi muscolari. Il mister mi aveva avvertito che non sarebbe venuto. Ho proposto ai ragazzi un minimo di preparazione prima dell’allenamento, abbiamo portato il lettino nella palestra e si sono messi tutti intorno, ho chiesto un volontario e Marcello si è steso sul lettino. Ho detto loro che sono calciatori e che la preparazione deve riguardare soprattutto i muscoli delle gambe, ho fatto vedere alcune manovre per la distensione muscolare e per lo scioglimento delle articolazioni, io facevo il movimento su Marcello e loro lo rifacevano divisi a coppie, siamo stati quasi 40 minuti a fare esercizi, poi siamo andati a fare allenamento (senza il mister). Mi ero preparato tutta una serie di esercizi presi da un libro sull’allenamento di calcio. I ragazzi mi guardavano stupiti: mi chiedevano se ero stato un calciatore, ma io rispondevo che ero solo un fisioterapista. Abbiamo fatto più di un’ora di preparazione atletica e poi una partitella tutta giocata sulla tecnica più che sulla forza. Alla fine hanno fatto la doccia e hanno ripulito tutto. Uno mi ha detto che aveva tanti libri tecnici sul calcio e ha detto che poteva portarli e che forse potevano essere utili.
Insomma, Project, col tempo, con questi ragazzi si sono creati rapporti bellissimi, siamo diventati proprio amici. Io avevo la possibilità di massaggiarli, ma l’ho fatto sempre molto professionalmente e coi ragazzi che indossavano comunque gli slip. Ogni tanto qualcuno usciva nudo dalle docce ma la cosa era normalissima pure per me, quello che mi piaceva era l’atmosfera assolutamente magica che si respirava allo stadio, il fatto che in pratica eravamo come fratelli e che se c’era qualche problema ci davamo una mano uno con l’altro per risolverlo. Io sono gay e lo sono sempre stato, per me stare tra questi ragazzi è la felicità! Mi sono chiesto più volte se tra loro ci fosse qualche ragazzo gay, ma credo proprio che non ce ne siano. Se ce ne fossero stati, sarei stato molto meno disinvolto, perché un gay in certe situazioni si potrebbe sentire a disagio e questo proprio non deve succedere.
Ecco la storia è questa, non c’è niente di porno, c’è solo il fatto che con questi ragazzi, che sono quasi certamente tutti etero, si sta benissimo, Non mi sento un gay represso che si accontenta di amici etero. Io non mi sono innamorato di nessuno di questi ragazzi, quella sarebbe proprio un’altra storia, questi ragazzi, per me sono amici, ma sono così importanti che io sto bene così, al momento almeno. Le mie fantasie ce le faccio, beh, questo è umano, ma restano cose mie privatissime. Quando mi innamorerò le cose saranno diverse.

dannyb
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Re: UN MASSAGGIATORE GAY

Messaggio da dannyb » mercoledì 26 aprile 2017, 23:35

Wow, che bella storia, letta tutta d'un fiato :)

Complimenti innanzitutto per la dedizione e lo scrupolo che hai dimostrato nel prenderti cura di quella squadra e di quelle strutture abbandonate a sè. Questa é la dimostrazione che - specialmente in questo Paese in cui tanti contesti sono lasciati andare allo sbando per egoismi, negligenza o menefreghismo - anche un'unica persona dotata solo di buona volontà e spirito di iniziativa può fare dei piccoli miracoli come é avvenuto in questi caso! :D
E mi é piaciuto anche il fatto che la tua esperienza dimostri che pur trattandosi di una situazione di un ragazzo gay attorniato da baldanti giovani (immagino adolescenti?), questo non voglia dire che per forza ciò debba essere connotato da morbosità di sorta od ossessioni particolari.
Ho una sola domanda: nessuno di loro - visto il clima di fiducia e amicizia che si é creato - ti ha mai chiesto nulla in merito ad una tua ragazza o addirittura consigli circa le loro relazioni amorose?

Ancora auguri e grazie per aver condiviso questa bella storia ;)

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agis
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Re: UN MASSAGGIATORE GAY

Messaggio da agis » giovedì 27 aprile 2017, 8:03

dannyb ha scritto:Wow, che bella storia, letta tutta d'un fiato :)

Complimenti innanzitutto per la dedizione e lo scrupolo che hai dimostrato nel prenderti cura di quella squadra e di quelle strutture abbandonate a sè. Questa é la dimostrazione che - specialmente in questo Paese in cui tanti contesti sono lasciati andare allo sbando per egoismi, negligenza o menefreghismo - anche un'unica persona dotata solo di buona volontà e spirito di iniziativa può fare dei piccoli miracoli come é avvenuto in questi caso! :D
E mi é piaciuto anche il fatto che la tua esperienza dimostri che pur trattandosi di una situazione di un ragazzo gay attorniato da baldanti giovani (immagino adolescenti?), questo non voglia dire che per forza ciò debba essere connotato da morbosità di sorta od ossessioni particolari.
Ho una sola domanda: nessuno di loro - visto il clima di fiducia e amicizia che si é creato - ti ha mai chiesto nulla in merito ad una tua ragazza o addirittura consigli circa le loro relazioni amorose?

Ancora auguri e grazie per aver condiviso questa bella storia ;)

Sì va bene danny. Tutto bello quel che dici ma io farei molta attenzione nei tuoi panni a parlar con leggerezza di morbosità o di ossessività a prescindere per certe umane pulsioni. Ovviamente se, in senso contrattuale, si siano assunti determinati impegni e se, specialmente, questi impegni ci pongano nei confronti altrui in una posizione autoritativa come potrebbe essere quella di un fisioterapista, di un insegnante, di un medico, di un giurista ecc., a certe pulsioni non si deve dar seguito per il semplicissimo motivo che ci siamo, con quell'atto, impegnati ad "altro" e la fattispecie di "abuso di posizione dominante" per quanto i soggetti a noi affidati in forza di esso possano essere nella maggiore età o, quanto meno, nell'età del consenso deve esser sempre considerata giustamente in agguato. Ma, ciò detto, che cosa ci sarebbe di male, di ossessivo o di morboso secondo te/me/noi tutti, altrimenti, se un uomo dichiaratamente gay provasse un'attrazione per dei bei giovani corpi maschili in fiore?

dannyb
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Re: UN MASSAGGIATORE GAY

Messaggio da dannyb » sabato 6 maggio 2017, 16:07

Agis, non ho scritto che sia anatema sentirsi attratti da questi giovani, anzi mi pare una cosa piuttosto naturale ciò possa avvenire ;)
Appunto è fantastico quando si legge una storia di un gay che è in grado di intessere un sano rapporto con altri ragazzi (che potrebbe essere connotato da attrazione perché no) senza turbe e morbosità (spesso generate da sensi di colpa) di vario tipo.

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agis
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Re: UN MASSAGGIATORE GAY

Messaggio da agis » sabato 6 maggio 2017, 18:37

dannyb ha scritto:Agis, non ho scritto che sia anatema sentirsi attratti da questi giovani, anzi mi pare una cosa piuttosto naturale ciò possa avvenire ;)
Appunto è fantastico quando si legge una storia di un gay che è in grado di intessere un sano rapporto con altri ragazzi (che potrebbe essere connotato da attrazione perché no) senza turbe e morbosità (spesso generate da sensi di colpa) di vario tipo.
Perfetto danny siam d'accordo ^_^.
Sulla questione relativa ai sensi di colpa, se trovi due minuti, mi piacerebbe sentire da te qualcosa di più :)

marmar77
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Re: UN MASSAGGIATORE GAY

Messaggio da marmar77 » domenica 7 maggio 2017, 10:21

Storia molto bella e auguro al giovane fisioterapista di essere apprezzato per quello che sta facendo ok dai ragazzi, ma anche da chi conta.

Quello che mi colpisce è che su un'esperienza nel complesso così positiva ci si soffermi, con un po' di malizia, sul rapporto che il fisopterapista può avere con la squadra.

Sono d'accordo con quanto afferma dannyb perchè troppo spesso si crede che certi mestieri noi "diversi" non possiamo farli, non considerando che a differenziarci non è tanto l'essere o non essere gay, ma la propria moralità o meglio etica professionale.

Rimanendo in ambito sportivo, quanti allenatori uomini, anche maturi, lasciano mogli e figli o hanno relazioni extraconiugali per atlete ormai cresciute, ma che hanno iniziato ad allenare quando erano ancora delle ragazzine?
Nei vari sport se ne possono contare a centinaia, ma a mio parere giustamente non si è mai sollevato il problema che un uomo etero non possa allenare una donna.

Mi rendo conto che la posizione del fisioterapista è particolare perchè si crea un'intimità col paziente, ma ci sono anche tante fisioterapiste ed a loro non è mai stato precluso di dovere trattare un bel ragazzo.

Come candidamente lo scrivente ammette, ci possono essere delle fantasie, ma queste le abbiamo tutti: uomini, donne, etero o no...e non è affatto una cosa brutta averle :)

La differenza è che qualcuno non sempre è in grado (o non vuole?) distinguere la fantasia dalla realtà!

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Gio92
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Re: UN MASSAGGIATORE GAY

Messaggio da Gio92 » lunedì 8 maggio 2017, 22:44

Finalmente una boccata d'aria fresca, senza sesso, un esempio di come si possa essere gay e allo stesso tempo persone serie, senza stereotipi, Lady Gaga, Madonna, Beyoncè.

Questo è il vero coming out, questo è il messaggio che deve passare. Soltanto così si può annullare del tutto (o quasi) l'omofobia.

Grazie Project per aver condiviso questa storia, mi ha fatto davvero molto piacere leggerla!! :) :)
Non è forte chi non cade, ma chi cade ed ha la forza per rialzarsi!

mavrokapelo
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Re: UN MASSAGGIATORE GAY

Messaggio da mavrokapelo » venerdì 9 giugno 2017, 18:24

Scusate ma perché questa storia sarebbe bella?
A me pare tanto un tizio che voglia essere adulato.
Ha iniziato il racconto che a quell’ età ha tutti quegli attestati e fa finire il racconto che sperava che qualcuno potesse essere gay. Era pagato una miseria ma era pagato, ci ha messo del suo solo perché gli piaceva essere messo al centro dell’attenzione.
Che deve dirci questa storia? Che un omosessuale sta bene anche in un ambiente prettamente etero?
Il racconto sarebbe stato interessante solo se questo ragazzo ad un certo punto avesse fatto coming out con questi ragazzi e sono sicuro che le sue fantasie sarebbero divenute reali perché qualcuno lo avrebbe frequentato sentimentalmente.

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