COPPIA GAY O AMICIZIA GAY O SEMPLICE VOLERSI BENE

Coppie gay, difficoltà, prospettive, significato della vita di coppia dei gay
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progettogayforum
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COPPIA GAY O AMICIZIA GAY O SEMPLICE VOLERSI BENE

Messaggio da progettogayforum » domenica 7 maggio 2017, 22:47

Caro Project, tu che sei così a dentro nelle cose gay, che faresti se il tuo ragazzo cominciassi a sentirlo strano, lontano, non dico interessato ad altri ragazzi ma, diciamo, tutto assorbito nel suo mondo, un mondo che magari a te starebbe pure bene se non fosse cosi dominante e se non fosse così onnipotente su di lui? Ti posso garantire che ho cercato di capirlo e ci provo ogni giorno, perché gli voglio bene, o almeno penso di volergli bene, se è possibile volersi bene anche se il terreno comune è oggettivamente limitato. Che faresti se il tuo ragazzo non lo capissi più, non sempre e in ogni situazione ma spesso, e ormai troppo spesso? Che faresti se ti accorgessi che anche il sesso tra voi non è simmetrico e non per mancanza di partecipazione ma perché alle stesse cose si attribuiscono significati diversi. Si sta bene quando si fa sesso senza pensare, perché allora le parole inutili non ci sono, ma tutto si complica dopo, quando basta anche solo una parola a rovinare un equilibrio che pareva magico e tanto più magico perché raro. Lo vedo irritabile, nevrotico, mi rimbecca spesso, mi dice che gli dico un sacco di cose inutili e soprattutto stupide che non sono quelle che vorrebbe sentire, ma per me è difficilissimo capire che cosa vorrebbe da me, è difficilissimo sapere che cosa dire e quando è meglio che io stia zitto. I momenti buoni ci sono, almeno a me sembra che sia così, ma lui tende a distruggere tutto in nome di qualcosa che non riesco a capire fino in fondo. A lui penso spesso, ma se lui potesse leggere i miei pensieri probabilmente non li accetterebbe, li considererebbe stupidi, pieni di presunzione, ma io non capisco esattamente che cosa lui possa aspettarsi da me, perché i miei comportamenti spontanei lo innervosiscono mi dice che mi atteggio a maestro, a giudice, che penso di capire tutto ma non capisco niente e che sono un ipocrita senza rimedio, cosa che non è poi del tutto irrealistica, ma quando uno comincia a capire che deve pensare prima di parlare e che la probabilità di sbagliare è alta, beh, alla fine ci si rifugia nell’ipocrisia, nei discorsi scontati, e anche nel recitare una parte. Non lo faccio per imbrogliarlo, per carità, ma certe volte non so proprio che fare. Per un verso vorrei che il nostro rapporto finisse ma per l’altro mi dispiacerebbe immensamente, non voglio stare con un altro ragazzo e nello stesso tempo mi accorgo che stare con lui finisce per essere un’illusione. Io credo che anche se mi tratta male possa volermi bene lo stesso, come io gli voglio bene nonostante tutto. Lui non mi sta imbrogliando, ha i suoi problemi e ne abbiamo parlato seriamente, io ho l terrore di vederlo triste, quando mi dice che va un po’ meglio mi sento felice, ma non vuole assolutamente che io gli faccia domande e mi dice che se mi vuole parlare di qualcosa lo fa da sé, e in effetti è così. Se lui volesse, troverebbe facilissimamente un compagno molto meglio di me, il fatto è che non vuole e che non è riuscito a stare bene con nessuno dei ragazzi che ha avuto, o meglio ci è riuscito ma per poco tempo e poi ha finito per allontanarsi, e questo anche quando aveva creato rapporti all’apparenza molto solidi. Nella sua vita io non ho mai avuto un ruolo fondamentale, ma penso di esserci stato sempre e in effetti la cosa che non è mai venuta meno nella sostanza è il rispetto. Spesso non lo capisco, lo vedo nevrotico, ma quello che fa è sempre autentico e anche profondamente onesto, non scende a compromessi nemmeno quando ha molto da perdere e in questo lo ammiro. Mi dice che lo mitizzo e che di lui mi sono creato un personaggio che non ha niente a che vedere con la realtà e che la sua realtà e di livello molto più basso di come la vedo io, ma io sono convinto del contrario. Insomma, Project, se fosse un altro, lo dico senza esitazioni, avrei già preso la mia strada e me ne sarei andato, ma con lui è proprio diverso, con lui, un rapporto, strano quanto si voglia, c’è veramente. Ce ne possiamo dire di tutti i colori ma poi penso che entrambi sappiamo che ci siamo uno per l’altro e che questo non verrà meno. Ecco, la risposta me la sono data da solo.
Grazie del tuo skype, Pro, nel weekend non ci sono, ma lunedì, se ci sei, ci possiamo sentire. Ovviamente puoi pubblicare la mail.
Stai bene.

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agis
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Re: COPPIA GAY O AMICIZIA GAY O SEMPLICE VOLERSI BENE

Messaggio da agis » lunedì 8 maggio 2017, 7:01

Beh, è dai tempi del Dolce stil novo che, nella nostra lingua, siamo andati accumulando testi, composizioni e canzoni che ci attestan del fatto che le gioie d'amore durano un attimo ed i dolori d'amore una vita intera. Poi, naturalmente, le separazioni e le rotture di relazioni anche pluriennali esistono per il sostentamento, ad esempio, di psicologi ed avvocati matrimonialisti. Una relazione in cui non sorgano mai differenze, momenti di attrito anche tagliente, mai un singolo screzio, oltre che estremamente improbabile ed irrealistica la si potrebbe sentire finanche noiosa. In tutta questa narrazione il punto che giudicherei veramente critico e possibilmente foriero di una separazione è il rifiuto delle domande. Se io tengo veramente ad una persona rifiutarne le domande significa rifiutare quel confronto perenne per mutamenti, eguaglianze, e differenze di cui la relazione si alimenta.
Alle domande è ovviamente consentito anche rispondere con un "non so o ci devo riflettere" perché non è che neppur si debba sottoporre il partner ad un terzo grado o ad un esame con voto. Ed anche qualora le si giudicasse tendenziose, non ci si può esimere dall'argomentarne per filo e per segno le ragioni. Se non si è in grado o non ci si sente di far questo, non si è, a mio avviso, adatti né ad una vita di coppia né ad amicizie durature. Nulla di cui preoccuparsi ovviamente. Non tutti lo siamo.

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