UN FIGLIO GAY ORGOGLIOSO DI SUO PADRE

Il dialogo e la comprensione reciproca tra genitori e figli gay, la famiglia come luogo di vera crescita per i ragazzi gay
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UN FIGLIO GAY ORGOGLIOSO DI SUO PADRE

Messaggio da progettogayforum » venerdì 16 novembre 2018, 14:13

Caro Project,
sono un genitore 55enne, purtroppo vedovo da cinque anni, che si è ritrovato in questi giorni a scoprire che suo figlio (figlio unico) è omosessuale. Se avessi ancora mia moglie potrei confrontarmi con lei, ma purtroppo questo non è possibile. Io non ho praticamente nessuna conoscenza di che cosa sia l’omosessualità e di che cosa possa comportare e non ne posso parlare con nessuno perché poi si chiederebbero perché ne parlo e rischierei di mettere in crisi la privacy di mio figlio. Mio figlio ha 21 anni, è sempre stato un ragazzo esemplare, studioso ma anche allegro, sportivo, direi contento della vita. Non ha mai avuto una ragazza, questo è vero, e probabilmente io l’ho sottovalutato, ma aveva amiche che venivano a casa a studiare con lui, insomma a me non è proprio venuto in mente che potesse essere gay, non ha mai avuto atteggiamenti effeminati, fisicamente è un bel ragazzo, normalissimo e nessuno lo identifica come gay, almeno a quello che penso io.
Ti chiederai come sono arrivato a sapere che è gay, dato che lui non ha mai fatto nessun accenno in proposito. Non l’ho mai spiato, a parte che non lo avrei mai fatto comunque, non ne avevo proprio motivo. Un giorno in cui io lavoravo di pomeriggio, vedo Matteo che esce per andare all'università. Io vado in cucina a prepararmi una tazza di te, prima di entrare in cucina vedo un foglietto a terra, cioè non era in foglietto ma un biglietto di quelli che accompagnano i regali, c’erano scritte poche parole: “Sei il mio Cucciolo dolcissimo!” La cosa che mi è venuta assolutamente spontanea è sta pensare che Matteo avesse una ragazza e che quello fosse un biglietto che gli aveva mandato la ragazza, poi ho guardato bene la grafia e mi sono detto: “Ma questa è la grafia di Matteo!” Di istinto la prima cosa che mi è venuta in mente è stata rimettere tutto esattamente come lo avevo trovato e uscire di casa, perché mio figlio non si sentisse in imbarazzo e così ho fatto, sono tornato nel tardo pomeriggio, quando sapevo che Matteo doveva andare a nuoto, e ho notato che il biglietto in terra non c’era più, evidentemente Matteo era tornato, aveva trovato il biglietto in terra e si era tranquillizzato. Io però ero in totale agitazione. Le ho pensate tutte ma se uno scrive a una ragazza la chiama cucciola e non cucciolo e poi c’era scritto “dolcissimo”, quindi poteva essere rivolto solo a un ragazzo. Che fosse uno scherzo non sembrava probabile, insomma la conclusione poteva essere solo che mio figlio fosse gay. Ma come poteva essere possibile una cosa simile, a lui è mancata la madre da quando aveva 16 anni, il padre lo ha avuto sempre presente e fin troppo presente. Mi confortavo dicendomi che in fondo quel biglietto era l’unico indizio che mi portava a quella conclusione e che in fondo era un indizio debole, ma poi non mi sembrava affatto debole. A Matteo non ho detto nulla e tutto tra noi è continuato esattamente come al solito. L’idea di spiarlo l’ho avuta ma l’ho messa da parte subito, perché mi sembra proprio un comportamento indegno, so bene che la cosa migliore sarebbe parlare con Matteo e dirgli esattamente quello che è successo e dirgli anche che il biglietto lo avevo rimesso in terra dopo averlo letto perché mi sentivo agitato e in imbarazzo, ma fare un passo del genere non è facile perché Matteo potrebbe anche lui sentirsi in imbarazzo, e allora ho cominciato a cercare di farmi un’idea di che cosa è l’omosessualità. All'inizio sono rimasto letteralmente sconvolto da quello che ho trovato in rete. Ho letto di certe applicazioni che permettono il riconoscimento dei gay, ho letto qualcosa sui siti di incontri, ma erano cose raccapriccianti. La paura più grossa l’ho avuta per l'hiv perché ho letto che il rischio hiv per un omosessuale è molto più alto che per un ragazzo eterosessuale. Dopo un po’ di ricerche sono arrivato sul tuo forum e ho letto un po’ di testimonianze di genitori. Devo dire che trovare Progetto Gay mi ha confortato parecchio, ma purtroppo i siti come il tuo forum sono una cosa rarissima e di situazioni a rischio ce ne sono molte. Insomma, penso che tu possa darmi delle indicazioni utili su come comportarmi con Matteo. Non sono omofobo, vorrei aiutare mio figlio ad essere gay ma non so come poter fare una cosa simile, vorrei che capisse che io voglio solo la sua felicità, non voglio farlo diventare etero, voglio solo che sia contento di suo padre.
Ti ringrazio anticipatamente.
Guido
___________
Caro Guido,
io penso che Matteo abbia tutte le ragioni per essere contento di suo padre! Magari ce ne fossero tanti di padri come te! Capisco benissimo che un padre che non conosce la realtà dell’omosessualità, possa rimanere dubbioso e agitato nello scoprire che il figlio è gay. Se la grafia è veramente quella di tuo figlio (cosa più che probabile, anche perché in genere i ragazzi parlano in famiglia della loro ragazza e non parlano affatto del loro ragazzo) di dubbi non ce ne sono proprio, ma il tenore di quel biglietto, pur se brevissimo, fa pensare a un rapporto serio, cioè ad un rapporto che ha alla base una forma di affetto, di tenerezza. Il fatto che tuo figlio sia sereno, abbia un buon rapporto con te e non abbia mai avuto problemi con la scuola o con l’università lascia pensare che sia un ragazzo prudente e anche informato dei rischi che il sesso può comportare e poi non si scrive certo: “sei il mio Cucciolo dolcissimo!” ad un ragazzo pescato in una chat erotica! Così, istintivamente, direi che Matteo sa quello che fa, potrei anche sbagliarmi ma non ha proprio l’atteggiamento di quello che si mette nei guai.
Che fare? La soluzione l’hai trovata tu stesso: parla con Matteo, digli esattamente come sono andate le cose, non penso proprio che potrà prenderla male. È un ragazzo grande, un adulto e lo devi trattare come tale e poi, da quello che tu scrivi si capisce benissimo che gli vuoi bene. Non avere paura di tuo figlio! E soprattutto stai sicuro che sarà orgoglioso di te!
Un abbraccio!
Project
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Caro Project,
ho parlato con mio figlio ieri sera. Quando ho finito di dirgli del biglietto ha aperto le braccia e mi ha sorriso e ha aggiunto: “Avevo paura che l’avresti presa male, oddio, l’idea di dirtelo l’ho avuta più volte ma pensavo che ti avrebbe scombussolato … dai …, così mi sono tolto il pensiero.” Poi mi ha raccontato del ragazzo, che è un suo collega di università che è anche venuto qualche volta a casa e che mi è sembrato sempre un ragazzo appostissimo. Ho detto a Matteo che ti ho scritto e ha sgranato tanto d’occhi, ha detto: “Hai scritto a Project? Ma lo sai che lo conosco di persona?” Al che è stato il mio turno di sgranare gli occhi. Mi ha detto che ti ha scritto più volte (firmandosi Matteo97) e ti ha incontrato di persona con altri due ragazzi del forum). Mi sento molto tranquillizzato e poi è successo quello che mi avevi detto tu: mi ha dato un buffetto sulla guancia e mi ha detto. “Di padri come te ce ne sono pochi!” Non ti nascondo che ne sono stato felice.
Guido

k-01

Re: UN FIGLIO GAY ORGOGLIOSO DI SUO PADRE

Messaggio da k-01 » martedì 20 novembre 2018, 22:40

Ma perché quando un genitore scopre un figlio gay pensa subito all'HIV? Mi è capitato di leggerlo altre volte. C'è ancora l'idea che sia la malattia dei gay! Purtroppo questa idea sbagliata, evidentemente di difficile eradicazione, contribuisce solo ad alimentare lo stigma.
Poi tocca pure di leggere che siccome il figlio fidanzato allora è sicuramente un bravo ragazzo. No comment.

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Re: UN FIGLIO GAY ORGOGLIOSO DI SUO PADRE

Messaggio da progettogayforum » mercoledì 21 novembre 2018, 10:27

Eh sì, l'idea che l'essere gay sia qualcosa di collegato al rischio HIV c'è eccome, purtroppo però questa identificazione di principio, che oggettivamente è segno di ignoranza, ha una base oggettiva. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (che è una cosa serissima) ha diffuso i dati epidemiologici sull'hiv e ne discende che un maschio gay ha un rischio di contrarre l'hiv notevolmente più alto (17,13 volte più alto) del rischio corso da un maschio etero di pari età.
L'identificazione di hiv e omosessualità è sbagliata in linea di principio, ma purtroppo il fatto che il rischio per un gay sia molto più alto è un dato oggettivo. L'educazione alla prevenzione in ambito gay è assolutamente fondamentale proprio perché il rischio è oggettivamente alto.

Il fatto che il figlio abbia la ragazza nella grande maggioranza dei casi tranquillizza il genitore, questo è un dato di fatto ed è purtroppo segno che un figlio gay nella maggioranza dei casi è accettato dai genitori, ma con la riserva mentale che se fosse etero sarebbe meglio, che è una terribile riserva mentale. Oggi l'omosessualità, di fatto, è ancora discriminata anche all'interno della famiglia, ma il mondo cambia velocemente e purtroppo può cambiare anche in peggio.

k-01

Re: UN FIGLIO GAY ORGOGLIOSO DI SUO PADRE

Messaggio da k-01 » mercoledì 21 novembre 2018, 22:41

Dubito fortemente dell'esistenza di un documento dell'OMS che dica che è più facile per un gay contrarre l'hiv rispetto un etero. Dubito perché è ormai assodato che non esistono categorie a rischio, ma solo comportamenti a rischio. Purtroppo vedo che tu persisti in una erronea visione del problema, già esplicitata in altri post. Continui a credere che sia un problema di ambienti, fedeltà e numero di patner. Mi ricordi Wojtyła nel suo viaggio in africa, cioè nel continente con il più alto numero di contagiati, predicare la fedeltà e l'astinenza come metodo per contrastare la diffusione dell'aids. Un messaggio irresponsabile e folle che tanti danni ha fatto.

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Re: UN FIGLIO GAY ORGOGLIOSO DI SUO PADRE

Messaggio da progettogayforum » venerdì 23 novembre 2018, 8:03

In affetti non era un documento della OMS ma della UNAIDS L’organizzazione dell’ONU che si occupa dell’aids: http://www.unaids.org/en/resources/pres ... iles-to-go
In quel documento si dice che: “The risk of acquiring HIV is 13 times higher for female sex workers, 27 times higher among men who have sex with men, 23 times higher among people who inject drugs and 12 times higher for transgender women.
La notizia è stata ripresa dalla stampa specializzata: http://www.quotidianosanita.it/scienza- ... o_id=64104
Il Manuale “Essere Gay” di Progetto Gay http://gayproject.altervista.org/manual ... ualita.pdf
era giunto a conclusioni simili utilizzando dati dell’Istituto Superiore di Sanità relativi all'Italia. In Italia il rischio per gli uomini che fanno sesso con uomini, nel 2012, risultava 17.13 volte superiore alla media generale, se la statistica si estende all'intero mondo il rischio risulta ancora superiore (27 volte).

k-01

Re: UN FIGLIO GAY ORGOGLIOSO DI SUO PADRE

Messaggio da k-01 » venerdì 23 novembre 2018, 15:51

UNAIDS parla di “popolazione chiave”, non di “categorie a rischio “. Uomini che fanno sesso con uomini, e non solo i gay. Chi s'inietta droghe e non solo tossicodipendenti. Sex workers e non prostitute. Poi ci sono i detenuti.
Non credo che la scelta di utilizzare questa terminologia sia casuale. Unaids fa riferimento a persone che si trovano, per motivi vari, in una condizione di vulnerabilità sociale, cioè persone che vengono stigmatizzate, criminalizzate e marginalizzate.
Ultima modifica di k-01 il lunedì 26 novembre 2018, 23:02, modificato 1 volta in totale.

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Re: UN FIGLIO GAY ORGOGLIOSO DI SUO PADRE

Messaggio da progettogayforum » mercoledì 28 novembre 2018, 9:18

Certo, UNAIDS non parla di gay ma di uomini che fanno sesso con uomini, perché dal punto di vista epidemiologico conta il comportamento e non la sua motivazione. Tra gli uomini che fanno sesso con gli uomini non ci sono solo i gay, ma probabilmente anche una piccola parte dei carcerati e forse altre minoranze, ma la popolazione carceraria in Italia era di circa 56.000 unità (dati 2016), su una popolazione di 60,67 milioni di abitanti, cioè meno dell’uno per mille della popolazione. Il documento non parla di gay perché la finalità dell’UNAIDS è monitorare la diffusione dell’HIV, ma i gay costituiscono la quasi totalità degli uomini che fanno sesso con gli uomini. Il fatto che il rischio per i gay (uso questo termine perché qui è quello che interessa di più) sia significativamente più baso della media mondiale è certamente positivo, ma è ancora enormemente più alto di quello della popolazione eterosessuale. È proprio per questo che la popolazione, e in particolare la popolazione gay, dovrebbe essere resa consapevole dei rischi del sesso non protetto.

k-01

Re: UN FIGLIO GAY ORGOGLIOSO DI SUO PADRE

Messaggio da k-01 » mercoledì 28 novembre 2018, 21:02

Sì ma come spieghi che in queste “popolazioni chiave” sia più alta la diffusione dell'HIV? Ho la sensazione, anche per il modo in cui ti esprimi, che tu voglia colpevolizzare una categoria di persone, “individualizzando” un problema che invece è sociale.
Penso invece che UNAIDS, molto attenta all'uso delle parole, cerchi di evidenziare, al contrario, le responsabilità sociali, cioè quei fattori che favoriscono la diffusione, al di là dei comportamenti dei singoli.

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Re: UN FIGLIO GAY ORGOGLIOSO DI SUO PADRE

Messaggio da progettogayforum » mercoledì 28 novembre 2018, 21:32

No, esistono delle caratteristiche anatomiche e fisiologiche che rendono i rapporti penetrativi specialmente quelli anali nettamente a maggior rischio. Non intendo colpevolizzare proprio nessuno, ci mancherebbe altro, il preservativo esiste e "se fosse sempre e correttamente usato" il rischio sarebbe abbattuto in modo drastico. La prevenzione è fondamentale. Il problema non è di fare o non fare sesso, che sarebbe paradossale, ma di farlo senza mai mettere da parte l'idea di farlo con le dovute protezioni, che ci sono e sono anche di facile gestione, se uno sa che cosa fare ed è stato correttamente informato. Sono anni, ormai, che non si fanno più campagne di divulgazione sull'hiv e sulla tutela della salute propria e altrui e le responsabilità sono assai ben distribuite tra moltissimi soggetti. Francamente trascurare l'aspetto prevenzione significa esporre moltissime persone ad un rischio reale grave. Stesso discorso sul test, se il test hiv fosse una pratica comune l'ihv si diffonderebbe molto meno e oggi gli hiv+ inconsapevoli sono ancora moltissimi. L'educazione sessuale di fatto non esiste. Un ragazzo si vantava di avere fatto sesso tante volte senza protezione, gli ho consigliato di fare il test e mi ha risposto: "chi non risica non rosica!" e, secondo lui, se l'è cavata brillantemente con una battuta, ma il il rischio è serio. Ho conosciuto un ragazzo siciliano 23 enne hiv+, se qualcuno gli avesse fatto capire le cose a tempo debito adesso non avrebbe problemi e sarebbe bastato un preservativo!

k-01

Re: UN FIGLIO GAY ORGOGLIOSO DI SUO PADRE

Messaggio da k-01 » mercoledì 28 novembre 2018, 21:56

Eh ma vedi, individualizzi il problema. La colpa è la mancanza di prevenzione, quindi tutto ricade sul singolo. E' come dire che c'è l'obesità perché la gente mangia troppo. Sì ok, uno può decidere cosa e quanto mangiare, ma perché mangia troppo? Ci saranno pure dei fattori sociali che favoriscono l'obesità. Tu parli di mancanza d'informazione, argomentazione a mio avviso debole e vera solo in parte, che fa leva solo sulla razionalità delle persone.
Le persone non agiscono solo in modo razionale, ma anche emotivo-sentimentale.

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