IMPARARE IL SESSO GAY

Approccio dei ragazzi gay verso la sessualità
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progettogayforum
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IMPARARE IL SESSO GAY

Messaggio da progettogayforum » domenica 10 marzo 2019, 14:56

Caro Project,
leggendo qua e là nei tuoi blog ho trovato di tutto, io ho una certa esperienza di cose gay, ne ho viste di tutti i colori e apprezzo che tu non faccia un discorso ideologico ma cerchi di rappresentare una realtà quanto mai complessa per quello che è. La sessualità ciascuno se le vive a suo modo, più o meno sublimata, e dire gay in fondo identifica una sola caratteristica di una persona, che è importantissima, non c’è dubbio, ma che può avere in termini reali gli esiti più opposti. Io ho 46 anni, ormai non sono più giovane, la mia vita gay l’ho vissuta ed è stata in fondo molto meglio di come me la immaginavo vent’anni fa, ho amici gay “seri”, come diresti tu, e ho anche un compagno (che qui chiamerò Carlo) col quale convivo da 13 anni, lui ha dieci anni meno di me. Ci vogliamo bene, abbiamo avuto le nostre scaramucce, ma dopo 13 anni stiamo ancora insieme e ormai è diventata una realtà di fondo della nostra vita. Siamo una coppia stretta, non ho mai pensato di potere essere tradito da Carlo e tanto meno lui ha pensato che potessi tradirlo io, perché tra noi un’intesa indubbiamente c’è. Mi dirai che se le cose stanno così in fondo non c’è problema, ma il problema c’è. Non saprei dire per quale ragione, ma comincio a sentirmi stanco, non stanco del mio rapporto con Carlo, ma proprio stanco fisicamente, mentalmente, stressato. Ho un ottimo lavoro, che però mi toglie la tranquillità, è come se vivessi sempre in una situazione precaria. Lavoro dalla mattina alla sera e certe volte anche la notte. Le soddisfazioni nel lavoro ci sono, ma forse il prezzo da pagare è troppo alto. Non so, potrebbero anche esserci altre ragioni. Sono stato dal mio medico, che mi ha fatto fare una serie di esami clinici dai quali però non è emerso nulla di particolare. Comunque la stanchezza l’avverto e qui comincia il mio problema di coppia, se posso chiamarlo così, perché in realtà Carlo non c’entra proprio e continua a comportarsi con me come ha sempre fatto. A parte che è più giovane di me di parecchi anni, è sempre stato lui a dare il tono della sessualità tra noi. Per lui il sesso è una cosa molto importante non solo a livello affettivo e di contatto tra due persone, ma proprio per quello che si fa insieme, cioè io avverto chiaramente che un contatto fisico generico non gli basta mentre a me andrebbe certamente bene. Lui vuole una sessualità più performante, più trasgressiva. Io con lui sto bene e il sesso vissuto con lui per me è importantissimo, ma quello che conta è il fatto che ci sia lui, che io possa sentire il suo calore e il fatto che partecipa in modo molto coinvolto e coinvolgente, per lui c’è bisogno anche di altro e io non sono sempre all’altezza della situazione. Non è tecnicamente che le cose non funzionano, quanto a livello di motivazione psicologica di fondo. Lui mi dice che non devo dirgli di no, che devo farlo per lui, e su questo posso essere d’accordo, ma è come se cominciassi a chiedermi se lui si rende conto che in certi momenti starei bene con un po’ di coccole e basta. E qui mi chiedo che cosa devo fare per mantenere un equilibrio, devo essere io ad adeguarmi a lui o deve essere lui ad adeguarsi a me? Storicamente sono stato io ad adeguarmi, ma l’espressione è stupida, diciamo che l’ho seguito e che cosa è il sesso l’ho imparato da lui. Non posso negare che ho capito tante cose attraverso di lui, alle quali non sarei mai arrivato da solo e neppure con altri ragazzi. Diciamo pure che tra noi c’è sempre stato, in termini di sesso, un tipico rapporto da maestro (lui) ad allievo (io). Lui piano piano mi ha portato a vincere le mie resistenze, a farmi meno complessi, ad accettare la normalità del sesso e tutto questo è stato molto positivo, ma qualche volta mi è sembrato e mi sembra tuttora troppo insistente. Lui sa come prendermi, è convinto che deve sciogliermi ancora e che sono troppo complessato e bloccato, e forse un po’ è pure vero, però certi modi di fare mi sembrano un po’ troppo insinuanti. Recentemente gli ho detto come mi sento e che ho tante altre cose per la testa e ho avuto l’impressione che non si sia reso veramente conto che in certi momenti non mi sento veramente a mio agio e mi sento assillato. Sono arrivato a dirgli che in certi momenti vorrei stare solo e c’è rimasto malissimo. Se ne è andato per una settimana a trovare i suoi genitori e mi ha lasciato solo. Poi mi ha chiamato ma in un modo che mi ha lasciato perplesso, mi ha detto: “Ho voglia!” E gli ho detto: “Accidenti a te! Ma che aspetti a tornare?” Lui è rientrato la sera e posso solo dire che è stata una bella serata di sesso, per me stancante, ma è stata una bella serata nel senso pieno del termine. Alla fine mi ha chiesto: “Qualcosa non va?” e io l’ho buttato sul letto e l’ho baciato senza farlo fiatare. Dopo tutta questa storia, tu mi dirai: “Ma dove sta il problema?” Certe volte non lo so nemmeno io, penso che con un ragazzo della sua età o anche più giovane di lui potrebbe trovarsi meglio, certe volte penso che se se ne andasse via perché ha trovato un ragazzo e se ne è innamorato, beh, alla fine non ci starei male, però non è mai successo. Che cosa ci possa trovare in me proprio non riesco a capirlo. Lui sa che ha un ascendente su di me e sa che alla fine non gli direi mai di no, ma a me ci pensa mai? Cioè a quello che mi può preoccupare, ai mille problemi che mi faccio quando sto con lui? In genere liquida la questione dicendo che io sono come un Amleto troppo chiacchierone, che chiacchiera troppo perché ancora non ha imparato a lasciarsi andare veramente e a volergli bene. Mi dice che dovrei essere contento di farlo contento e invece attacco a lamentarmi e lui si deprime perché pensa che mi tirerà mai fuori dalle mie malinconie e lui sa che ci può riuscire solo col sesso. Ma non è che a 46 anni comincia l’andropausa? Quando sta con me resto sempre stupito dalla sua spontaneità, dalla immediatezza dei suoi comportamenti. Arriva, si spoglia, si mette sul letto, io sono più lento, allora mi guarda e mi fa: “Che aspetti!” e poi si scatena e quello che segue mi sembra quasi incredibile! Non mescola mai il sesso con le parole, è convinto che le parole possano finire per rovinare il sesso e su questo gli do ragione. Sono per lui un alunno svogliato che però, opportunamente motivato segue il suo maestro. In effetti penso di avere molto da imparare da lui anche se un po’ lo temo, non temo di essere imbrogliato da lui, perché non è mai successo, ma temo la sua capacità di ottenere quello che vuole, temo la sua insistenza, il suo non mollare. È un po’ come se fossimo complementari, io gli insegno l’affettività e lui mi insegna il sesso e andiamo avanti così. Mi dice che quando sono troppo pensieroso c’è un solo metodo per strapparmi dai miei pensieri e potrebbe anche essere vero. Dici che durerà?
Mau72

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