Soltanto l'edera

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iamlove
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Soltanto l'edera

Messaggio da iamlove » domenica 12 settembre 2010, 10:59

Sollecitato da Barbara posto quì sotto la prima pagina di uno scritto autobiografico. L'estremo artificio delle mie parole serve solo ad addomesticare la realtà dei fatti. non l'ha mai letto nessuno prima a parte me e non so che effetto faccia. quindi se vi farà orrore capirò ;)...
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I

Soltanto l’edera può uccidere la quercia. L’affoga sotto il verde arrampicato. Le toglie il sole l’aria e la rugiada.
Io ero quercia quando volai via. Volai per Londra, per vedere il mondo. Venisti a me e ti arrampicasti sopra.
La giornata era uggiosa ed invernale, nulla di nuovo nella grande Londra, solo per me era il primo approccio al mondo, come nascessi ora, in Inghilterra.
Tuffnell Park, linea nera della Tube e non poteva essere altrimenti. Felice per il futuro innanzi a me, e triste al pensiero del presente. M'era ignota la lingua, il cibo, il clima. Giunsi così in un ostello di italiani pregando il dio, in cui non credevo, di non rendermi mai come erano loro. Uno conservava un ombra di bellezza perduta forse solo due anni prima, un ombra di bellezza nel suo orrore. Non lavorava, non aveva orari, né amici né pensieri per la testa che non fossero il suo schifoso Crack. Quando aspirava il fumo bianco e denso il mondo cambiava nei suoi occhi, il cielo uggioso ridiveniva chiaro, la pelle gli tornava senza macchie e parlava come fosse un oratore. L'illusione svaniva come sempre rimettendo le macchie al loro posto, il cielo grigio e le bruciature disseminate attorno alle sue labbra. Gli zigomi scavati e i denti rotti. Eccolo li chi ha preso Londra in mano e liquida è caduta tra le dita, non so come vivesse o con quali soldi, so solo l'Inghilterra molto cara e lui viveva e si drogava tanto. Forse rubava ma a me non interessa, tutto ciò che di lui sapevo me lo disse un ragazzo come me, uno dei pochi che ancora rifletteva, ma guarda caso era il loro pusher. Il craccomane non era peggio di altri, prigionieri di quell'ostello nero, come la linea della Tube accanto.
Da fuori era una casetta come tutte, in legno scricchiolante e di due piani come gli inglesi amavano che fosse, dentro invece sembrava un labirinto, corridoi ricoperti di moquette, i bagni freddi e lerci e mille stanze con sotterranei bui, quasi da film. La facciata e l'interno della casa sembravano due mondi paralleli, le dimensioni non combaciavano e neanche il paesaggio alle finestre, li cominciò la lotta che poi vinsi tenendo i denti stretti e i pugni chiusi. Li, in quella casa/nastro di Moebius, rimasi appena dieci giorni e poi mi trasferii, con l'edera, nel bosco!
Le case di Wood-Green erano basse, tetto spiovente e con giardino innanzi. tutte gemelle di mattoni rossi. Prendemmo casa con un letto grande, per dormire e risvegliarci amanti.
Le case erano basse al mio paese, ma senza tetto perché li non piove mai. Il sole brucia i visi dei bambini e io bambino giocavo per le strade sempre solo o con amici immaginari. Adesso ero tutt'altro. Ero cresciuto, sbocciato tra le mani della vita, fuggito via Roma Parigi e Londra. Tre lingue e tre modi di vedere. Costruito così triplicemente.
Mi alzavo presto, alle otto del mattino. Mi alzavo presto per cercar lavoro:
“chi ti chiama ogni giorno di mattina?!”
Ma era solo la sveglia e nessun altro. Capii ridendo che mi crescevi attorno, ma non pensavo che la gelosia fosse Edera e non Lentisco inerme!

barbara
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Re: Soltanto l'edera

Messaggio da barbara » domenica 12 settembre 2010, 11:07

Ti sto rincorrendo Iamlove!!

Se vuoi sapere la mia impressione, l'incipit é meraviglioso, secondo me . Non é affatto facile scriverne uno che ti prende all'istante. E' semplice , ma tenace l'immagine della quercia. Il resto ti strappa da dove sei e ti porta là. Io a Londra non sono mai stata, ma quell'ostello é come se l'avessi visto coi miei occhi. Se non cedi alla tentazione di qualche preziosismo questo pezzo per me é perfetto.
L'altra cosa che ho imparato é che bisogna poi tenere sotto controllo la profondità, cioé se si é una persona dal pensiero a volte contorto, come me, il rischio é che anche lo scritto a volte sia troppo denso e il lettore si perda. l'ultimafrase ad esempio é bella, ma ho dovuto leggerla tre volte per capire cosa volesse dire, il che non va bene. E poi non so cos'é il lentisco!
Chi, come me , ha una predilezione per le immagini nel cogliere la realtà ha dei flash continui quando racconta , dei flash che ti portano fuori dalla linea del discorso e la tentazione é quella di inseguirli. Invece bisogna segnarli e metterli da parte magari per un altro capitolo.
Queste ultime considerazioni in realtà le sto facendo un pò a me stessa. Non so se sia anche un tuo problema.
Sarebbe bello aprire un topic sull'autobiografia e sui suoi benefici,. Tutto questo forum é autobiografia .Pensiamoci.

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Dante
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Re: Soltanto l'edera

Messaggio da Dante » domenica 12 settembre 2010, 11:22

Bel pezzo, mi è piaciuto molto, per quanto il mio giudizio sia inesperto. L'edera che stritola la quercia mi ha ricordato l'immagine pascoliana del vischio, la pianta parassita che si nutre dell'energie altrui. Non so se c'è un qualche collegamento. Quello che mi sembra più riuscito è l'atmosfera. Io sono stato a Londra e effettivamente il tuo racconto mi ha restituito le sensazioni che si provano di frente a certe zone, in certi quartieri decrepiti, disfatti.
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iamlove
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Re: Soltanto l'edera

Messaggio da iamlove » domenica 12 settembre 2010, 12:03

se vi va continuo a postare tutto il racconto(che non è enorme) a puntate...
Barbara hai ragione riguardo ai preziosismi. hai terribilmente ragione, ma distinguerli dai non preziosismi è difficile per me. non ho scritto con un lettore modello(per citare Eco) in mente che non fossi io stesso.
il lentisco è un arbusto molto comune in Sardegna(da dove vengo io) e Dante ha ragione riguardo ai riferimenti pascoliani, sono fissato con i riferimenti biologici e alle piante, come pascoli, anche per via della mia formazione(mi son diplomato all'agrario prima di darmi alla storia del cinema :P). grazie mille barbara a presto ;) ora voglio leggere anche te

barbara
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Re: Soltanto l'edera

Messaggio da barbara » domenica 12 settembre 2010, 15:13

Mi sono fatta un pò di scrupoli per le cose che ti ho scritto; il fatto é che ciò che mi appassiona mi rende impulsiva . Non trovo spesso qualcuno interessato a confrontarsi sulla scrittura e quando conosco qualcuno che scrive mi butto a pesce , a volte esagerando.
Ho capito che ciò che mi aiuta a migliorare sono proprio le critiche. Ma molti sono restii a fartele , così va a finire che alcuni errori si consolidano .
Per avere delle critiche costruttive e competenti alla fine ho dovuto pagare qualcuno perché me le facesse. :lol: Perciò...se ne vuoi approfittare ti posso sempre passare ciò che ho imparato. Gratis , ovviamente!
Posterò qualcosa di mio, se ti interessa. Devo pensare a cosa.

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Re: Soltanto l'edera

Messaggio da iamlove » domenica 12 settembre 2010, 18:30

sì sono bene accette le critiche tue critiche perchè dici cose che avrei detto anche io se mi fossi letto con occhi di un altro. Ma diciamo che non mi toccano corde sosì intime da infastidirmi emotivamente proprio perchè ho scritto senza pensare che qualcuno avrebbe mai letto. Confrontarsi è utile e costruttivo ma dipende sempre da chi è la persona che muove le critiche...come diceva Flannery O'Connor un cieco che guida un altro cieco può essere qualcosa di molto pericoloso.
vista a una certa distanza però tu non mi sembri una cieca ;)

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Re: Soltanto l'edera

Messaggio da iamlove » domenica 12 settembre 2010, 18:31

barbara ma quanti anni hai tu invece?

iamlove
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Re: Soltanto l'edera

Messaggio da iamlove » domenica 12 settembre 2010, 18:58

ci ho preso gusto. II capitolo della storia
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Grassa bionda e dai capelli corti, di mezza età con un sacco d'energia. Questa era S. un'agente del lavoro. Aveva un ufficietto tutto verde in cima a una scala di tre rampe che, come il tralcio di una vite americana, s'attorcigliavano per non dare frutti buoni.
Aveva un ufficietto su Oxford Street lugubre retroscena di fianco alla sfavillante via. Mille facce straniere speranzose, mille bocche di pulcini affamati a reclamare un rigurgito di pane. S. Ti sbatteva in un tugurio e dovevi pagarla a percentuale. Sapeva tre parole in ogni lingua e fuori dal suo studio una perenne attesa come chi, finito in purgatorio, attende al varco del regno della luce.
Quando usciva a parlare con qualcuno, il silenzio precipitava greve e mille occhi la seguivano all'unisono, sperando che avesse trovato qualcosa anche per gli altri. Con me non ha mai risolto niente. Forse vide male nel mio involucro. Pensò non fossi adatto a lavorare e si sbagliò. Ero disposto a tutto. Dovevo io vincere su Londra.
Trovai un impiego dopo un lungo mese. In quella londra che ti uccide dentro: raccogliere bicchieri insudiciati, in un inferno angusto di mediocri.
“Angel” era il quartiere dell’inferno e gli inferi un australiano Pub!
Dopo il mio primo giorno di lavoro, pensasti che succhiassi il cazzo al manager, e invece lo succhiavo solo a te.
Non c’era razio che la sconfiggesse la gelosia morbosa che t’affligge, ad ogni sguardo che volgevo al mondo vedevi un tradimento realizzato.
Piano morì anche la mia ragione che tanto non serviva a ragionarti.
E il tuo possesso divenne il mio possesso.
A letto si compiva tutt’altro… ti diedi immensa la mia voluttà, ti feci penetrare anche il mio corpo. Sentivo perfezione in quei momenti.
Caddero presto tutte le barriere che avevo erto innanzi al godimento. Ci leccavamo senza alcun tabù. Tutte le bocche sulla nostra pelle. Ti confidai i segreti dei miei orgasmi. Ad ogni bacio rubavo un po’ di te.
Come già detto morì la mia ragione. Venne investita da un pullman a due piani, su quelle strade opposte in quella londra, solcata in due dal nero amaro fiume.
Angel era la bocca dell’inferno. Ed io nel pub raccoglievo bicchieri. I clienti sembravano relitti, fossili di bellezza mai vissuta, trentenni senza denti e senza idee.
Egli veniva a prendermi ogni giorno. Alle tre di notte per portarmi a casa. Il manager capì che ci amavamo,
“lo prendo in prova a lavorar con te”
E gli trovai lavoro in quell’orrore.
Ventiquattrore. Tutta la giornata. Stavamo assieme sempre e in ogni dove. E più mi aveva, più si litigava.
“mi hai trovato lavoro. Come hai fatto? Glielo hai succhiato a quel sudicio uomo?”
Mi tormentava con la gelosia.
Il sole a Londra sembra più lucente, perché è più raro di giornate uggiose.
Quando eravamo baciati di fortuna, la mattina irrompeva nella stanza, sfruttando una fessura verticale formata dai due lembi delle tende. Forava come lama una ferita, tagliando il nostro letto in due metà. Noi ci alzavamo a mezzogiorno esatto e pranzavamo colazione inglese. Litigavamo, ci amavamo e basta. O rosso o nero senza altri colori.

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musicheart
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Re: Soltanto l'edera

Messaggio da musicheart » domenica 12 settembre 2010, 20:07

Mi viene solo da dire che se imparassi a "importare" il tuo modo di descrivere ne sarei davvero fiero! Chissà se riuscirò ad assorbire come una spugna anche questo metodo di scrittura... E' semplicemente incredibile e affascinante!
Per il senso mi astengo dai commenti... Le descrizioni, appunto, insieme alla storia in sé per sé, lasciano senza fiato...
Sono più grande di un giorno fa.
Migliore del me di un'ora fa.
Ma mai mi sentirò perfetto.
Carmy.

barbara
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Re: Soltanto l'edera

Messaggio da barbara » domenica 12 settembre 2010, 22:22

51 anni, Iamlove.

La storia é intensa e si sente. Il mio guru direbbe che nella seconda parte sarebbe meglio mostrare che raccontare. Adesso non so se é un racconto o un libro, perché può fare differenza, ma a un certo punto al lettore interessa che tu lo prenda per mano e lo porti con te minuto dopo minuto. Non gli basta che tu gli dica cosa é successo. Vuole essere dentro la scena in quello stesso momento. Non so se mi sono spiegata. Potevi fare un dialogo più lungo ad esempio, non solo quella frase, ed erano le parole dei personaggi e non solo il narratore a descrivere il loro rapporto .
E' vero che il narratore é in prima persona per cui é il personaggio stesso, però sarebbe più efficace descrivendo una scena, secondo me.
Firmato: la cieca di Sorrento 8-)

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