
1 Settembre 2001
Ieri ho avuto un'esplosione di felicità nel sentirti. Dentro tanta paura, paura di tutto quello che provo. Per te, per un lui. Dentro faccio sempre molta confusione, confondo tutti i miei sentimenti, però quando vieni a mancare giuro che sto davvero male e la confusione sparisce. So di volerti accanto di avere problemi da risolvere e per averlo provato riesco a capire come stai. […] Ho un blocco nell'anima da rimuovere. Ho pensato molto in questi giorni. Ieri è successa alla sala giochi, una cosa che mi ha fatto pensare. Mentre giocavo è venuto un amico di mio fratello che vedendo me pensava ci fosse pure lui. Ero solo e annoiato e ci siamo fatti compagnia per un po'. Credo che il problema di una vita sia sttao di non riuscire a socializzare con i ragazzi. E ieri così per caso è stata la cosa più facile di questo mondo. Lui non mi piaceva affatto e non è questo il punto.
Vedi io fin da bambino mi sono sentito poco voluto bene era una cosa che percepivo attorno a me. A mio padre non piacevo perché ero fragile, debole, non sapevo difendermi e gli sapevo di frocio. Con mia Madre litigavo sempre. Mio fratello maggiore cui voglio un mondo di bene, ma ha sempre trasmesso un suo senso di superiorità (lui è sempre stato severo nei miei confronti, sempre pronto ad ammonirmi se sbagliavo e a farmi sentire stupido e una cosa inutile). In famiglia sono la pecora nera. Creo sempre problemi e sono il più rompiscatole e neanche i miei fratelli mi vogliono bene. Con Daniele e quasi tutta colpa mia io lo tratto male, con Claudio colpa sua perché vuole più bene a Mirko. Fin da bambino non lo so, ma mi sentivo fragile e con una maledetta voglia di essere al centro delle attenzioni. I miei genitori mi rimproveravano per questo. Mi facevano lunghi discorsi per cose stupide. Per come ridevo, per quello che mi piaceva o non piaceva, per le persone con cui giovcavo, perché non mi sapevo difendere. L'adolescenza è stata un incubo le persone mi trattavano sempre a convenienza e stavamo sempre con me solo se erano sole, per poi prendermi in giro appena in compagnia. A pallone non ho mai saputo giocare e d'altronde tutti lo sapevano e non mi facevano giocare mai. Non sapevo fare a pugni e di fatto non sapevo socializzare con loro. Stavo sempre zitto, mi limitavo solo a ridere. Avevo paura che qualunque mia parola fosse stupida e mi muovevo anche poco per paura che i miei movimenti potessero risultare effemminati. Non mi sentivo a mio agio e il più delle volte stavo solo, mi piaceva esplorare, scoprire, costruire e per quello non ci vuole compagnia. Con le ragazze invece era tutto più facile, mi sentivo meno giudicato e più libero di essere me stesso. Però in realtà neanche da loro mi sentivo accettato, nel senso che alla fine sentivo che nessuna di loro mi avrebbe voluto come ragazzo. Mi sentivo brutto, terribile dentro e fuori, meschino, ipocrita, gretto, opportunista, frocio. Una merda di persona. Per un motivo o per un altro sentivo che nessuno mi voleva bene e davo tutte le colpe a me. Era terribile quando si doveva fare a pugni io nella mia vita ho sempre evitato di farlo. In realtà avrei voluto dargli una bella lezione a tutti quei prepotenti, stupidi e boriosi, ma mi mancava il coraggio e mi sentivo un codardo, un adattato del cazzo. I professori con me erano buonissimi poi erano buonissimi con me e socializzare con loro e sentirmi voluto bene era abbastanza facile. È per questo che con loro tendo a stabilire lagami forti anche personali: gli voglio bene emi faccio volere bene. E' per questo che andare male a scuola è un incubo per me.: rischiare di farsi odiare da loro gli unici da cui io mi senta veramente apprezzato.
Ora io non mi piaccio per niente, non so perché ma alcuni vecchi complessi, che proprio grazie a te avevo superato risorgono e credo di stare reagendo così. Mi sono sempre sentito brutto, non mi piaccio per niente. Credo che adesso stia solo reagendo in modo diverso e forse essere attratti da quelle persone che credo superiori a me (fisicamente) è un modo per non stare più male. Dirsi che si è attratti da loro è un modo per reagire senza mettersi in discussione, senza più dirsi che non ti va bene per come sei senza più star male. Amarli anzicché odiarli. A questo aggiungi il problema che ho sempre avuto a rapportarmi con le ragazze, forse perché le vedevo nel modo sbagliato, più come amiche. Problemi che mi hanno subito portato a rispondere sono gay alla domanda “perché non sei attratto da loro?”. Aggiungi anche il mio eterno egocentrismo e l'idea di una lotta contro la società ipocrita e discriminante. L'idea di essere il bello, ma irraggiungibile per le ragazze mi alletta. Aggiungi anche che la mia fragilità cerca di per sé un esigenza di protezione che in un ragazzo forse ritrovo di più e che i ragazzi che ti abbordano, ti prestano tante di quelle attenzioni che ad uno come me possono fare piacere.
Littleboy-com
Come vedete ero logorroico anche allora:)