
E' da almeno due anni, più o meno, che non entro in questo forum. Tuttavia sento ora più che mai il bisogno di sfogarmi circa la mia situazione. Sono Francesco, ho compiuto da poco 18 anni e vivo in un paesino di periferia a circa 20 km da Milano. Non so bene se questo topic mi serve solo come sfogo o è un tentativo di chiedere consiglio. In ogni caso, senza tirarla troppo per le lunghe, questo è il quadro generale della mia condizione. In seconda superiore iniziai a chiedermi come mai non fossi mai stato attratto dalle ragazze, ma i miei desideri e le mie fantasie si limitassero solamente alla sfera maschile. E già verso la fine della seconda sentivo dentro di me ciò che di fatto sono. Quella stessa estate i miei genitori vennero a conoscenza della mia omosessualità e, dopo un periodo giustamente burrascoso, pian piano sembrarono accettarlo. Ora, a distanza di 3 anni da quel momento, ne parlano tranquillamente, sembrano averlo quasi completamente digerito. Per un certo periodo frequentai assiduamente dei siti di incontri, in terza ebbi il primo incontro con un ragazzo che però, solo dopo due settimana, mi fece intuire cosa effettivamente lui cercasse ossia semplice sesso. Adesso è da quasi due anni che la mia sessualità sembra essersi assopita. Due anni fa mi rassegnai al fatto che, in un paesino come il mio, il confronto e la possibilità di trovare persone con la mia stessa caratteristica erano quantomeno improbabili. E da allora non faccio altro che guardare con distacco a tutte quelle sensazioni che il mio corpo e la mia mente quotidianamente cercano di trasmettermi, i minuti negli spogliatoi della scuola, la bellezza di un ragazzo, il desiderio di toccare, sentire, amare o molto più semplicemente e meno romanticamente confrontarmi con qualcuno che capisca, che provi quello che provo io. Col passare dei giorni il desiderio si è trasformato in un'illusione, che un giorno questo potrà accadere, poi in un lontano miraggio, e in una chimera. Sono al quinto anno, forse (spero!) l'ultimo di liceo, e le uniche persone a saperlo sono i miei genitori, una vecchia amica di famiglia e una mia compagna di classe. Mi guardo intorno vedo solo incomprensione, timore, ignoranza. Oggettivamente mi rendo conto che questa visione è eccessivamente pessimistica, ma ci convivo ormai da due anni. E ormai, la speranza si è spostata all'università... Ho deciso di evitare le insidie dei siti d'incontri. Certo, nessuno mi impedirebbe (soprattutto ora che ho 18 anni) di provare ad andare una sera in un locale gay, ma temo che troverei anche lì quello che meno mi interessa. Non cerco sesso (certo, la curiosità è la stessa di un qualsiasi altro diciottenne che ancora non abbia ancora fatto esperienze), ma solo un confronto diretto, vero, non virtuale. Ma qui mi sento isolato, anche se so che non è così. Deve essere chiaro che non sono certo un tipo semplice, dal momento che esco raramente la sera, non vado mai in discoteca e tendo ad essere molto selettivo con le persone che mi stanno attorno, nello scegliere le amicizie. Ma ora più che mai avrei bisogno di qualcuno cui parlare, qualcuno nella mia stessa situazione. Non nego che il desiderio che questo qualcuno possa essere anche "compatibile" con il mio modo d'essere esista, ma resta decisamente in secondo piano. Beh, mi rendo conto che non molti ragazzi hanno avuto la fortuna di trovarsi dei genitori che in così breve tempo comprendessero, ma ciononostante il disagio resta.
Probabilmente molti si annoierebbero a leggere questo topic, ma per lo meno sono riuscito a sfogarmi
