Ventun anni e un'amicizia/amore

La realtà dei gay, storie ed esperienze di vita gay vissuta
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Sciamano
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Re: Ventun anni e un'amicizia/amore

Messaggio da Sciamano » venerdì 19 novembre 2010, 16:29

Ciao Aquilotto, è passato non poco tempo da quando hai scritto questa discussione... sono in tanti a scrivere molte cose e solo ora ho letto per intero i tuoi interventi e molti di quelli fatti da altri. Ho voluto approfondire la tua storia perché mi ha coinvolto particolarmente, siccome è un po' che non lo faccio, parlo di me, perché credo di poterti presentare un confronto significativo. Ho letto anche del tuo forzato coming out, ho 23 anni e rabbrividerei se mi capitasse in modo improvviso e non voluto una cosa così... (anche se in fondo ho voglia di essere me stesso perché sono stufo di sentirmi vincolato fosse anche nel più recondito dei modi, perché amo i ragazzi e non le ragazze).

Il rapporto con i tuoi genitori è davvero molto simile al mio, anche mio padre è stato sentimentalmente assente nella mia vita, e mia madre troppo iper-controllatrice di ogni cosa, eccessivamente premurosa... ho passato anni che facevo fatica a sopportarli, la loro presenza mi dava fastidio. Adesso sono fortunatamente lontano da loro, a Roma, questa distanza mi ha fatto bene, non vederli quasi mai mi aiuta a ridimensionare le cose, inoltre ho riflettuto parecchio sulle famiglie da cui vengono, sulle cause che ci condizionano e ci fanno comportare in una certa maniera, ecc. insomma loro sono così, non è che posso fargliene una colpa, non avrebbero mai potuto essere diversamente, non ne sarebbero stati capaci. Ora come ora sono distaccato da loro, dipendo ancora economicamente da loro, sto ancora studiando, e se avessi completa autonomia e dovessi non vederli più la cosa inciderebbe assai poco nella mia vita. Questo per dire quanto li reputo distanti e lontani dalla mia vita, non sanno di me, e se sospettano qualcosa non ci vogliono nemmeno pensare, o comunque non ne vogliono parlare... Sono cattolici e io sono radicalmente e su quasi ogni versante distante dal cattolicesimo, questo aumenta le distanze e il modo di vedere tante cose... insomma non li stimo, quello che mi danno è solo materiale e formale, loro non sono formali e materiali, anzi fanno abbastanza per mandare avanti la famiglia, mia madre lavora parecchio, è sempre piena di cose da fare, però questo loro trambusto e impegno è perché sarebbe un totale fallimento se anche quel poco di "famiglia" che c'è tra noi venisse meno, e se non riuscissero più a "tirare la barca"... insomma lo devono fare, se no cosa resta? anche a loro dico? Però al tempo stesso non considerano quanto tutto questo da fare è materiale, economico... la cosa più importante per un umano uomo o donna è amare, e l'amore si esprime affettivamente e sessualmente, loro non hanno mai detto una parola sull'innamorarsi, sul sesso, sui fidanzamenti, zero. La cosa umana più importante per loro è come se non esistesse... ecco perché poi tutto questo "tirare avanti" è di una formalità ipocrita che non se ne rendono conto, sono certo che non la definirebbero mai tale, ma solo per cecità e ipocrisia. Se tirassi fuori il tema omosessualità sono certo che ai loro occhi sarebbe un problema aggiunto a quelli che già ci sono, e quasi certamente mi direbbero "perché non l'ho detto prima"... spero che in questo forum "no comment" sia sufficiente e non debba aggiungere altro. Sono certo di questo per un motivo che non posso scrivere pubblicamente. Capisco molto bene il fastidio che provi Aquilotto nei confronti di tuo padre, io l'ho vissuto per diversi anni, anche se ultimamente il fastidio è diventato distacco.

Il tuo malessere, dormire a lungo, mancanza di motivazioni, crollo negli studi, sentire la vita passare in un modo quasi squallido... perdere proprio interesse per quasi ogni cosa, anche cose che di norma mi piacciono, sono cose attraverso cui sono passato in vari periodi, più o meno lunghi, ed è stato doloroso, stressante, svuotante. Veramente molto di recente ne sono uscito, e penso che questo forum, e la possibilità di incontrare ragazzi gay di Roma, mi abbia aiutato davvero tantissimo. La triennale è stata davvero dura, mi sono innamorato di vari ragazzi che ho conosciuto, ma uno in particolare, con cui però non ho stretto la bellissima amicizia che ci hai stretto tu... andavo a lezione felice solo per la possibilità di vederlo, quando mi salutava, quando mi dava qualche spiegazione mi sembrava di essere al confine tra questo mondo e un altro dove ogni cosa è leggera e c'è una pace profonda :D, in varie occasioni ho desiderato abbracciarlo, ma non è mai stato possibile e soprattutto il periodo della triennale è passato che non mi accettavo come gay, ero pieno di stereotipi, come vedevo uno un po' effeminato (per dire) dicevo a me stesso: no, non sono così! Non c'entro nulla con i gay, è stato molto doloroso fare ordine dentro di me... (ho un fratello abbastanza omofobo tra l'altro). Volevo in qualche modo amare le ragazze, pensavo a donne (più grandi della mia età di norma) a cui volevo bene, mi piacevano, e provavo il desiderio anche di abbracciarle, e cercavo di ingigantire questa cosa nella speranza di provare qualcosa di più verso l'altro sesso, ma era una fatica mentale notevole, perché se solo per simmetria pensavo ai ragazzi mi rendono conto che i miei sentimenti nei loro confronti erano ineguagliabili da quelli verso le ragazze. Insomma sofferenza psicologica davvero tanta. Forzature su me stesso per niente poche, sicuramente troppe. Tutto questo stress mi ha portato a voler rigettare tutto, basta amore, basta sessualità, basta qualsiasi cosa, un periodo ho creduto di poter vivere solo da solo, perché mi sembravo troppo incasinato e strano sia per essere seriamente etero, sia per essere seriamente gay. Ero così stanco che c'erano periodi in cui davvero mi sembrava di aver perso ogni interesse per i ragazzi, li vedevo ma non mi dicevano più niente, anche per quello che amavo (più a stento) ho contenuto molto i sentimenti che provavo per lui. Altri interessi riuscivano a riempire le mie giornate (mi piace dedicarmi a qualche progetto di vario genere e spesso mi distoglie il pensiero da altro), poi però questi periodi (varie volti li ho passati) finiscono, ricordo qui a Roma come in autobus mi era capitato di sfiorare la mano di un ragazzo, proprio in un periodo che mi pareva di non provare poi così tanto interesse verso di loro, e i sentimenti che provavo mi stupivano ogni volta: ero attratto da loro, sentivo qualcosa nel cuore a prescindere da ogni mia decisione, a volte ero così sorpreso che mi pareva più una legge fisica insensibile alle mie credenze piuttosto che una questione in qualche modo abbastanza psicologica...

Questa è la mia esperienza, comunque il consiglio migliore resta quello di non tentare di infilarsi a tutti i costi in una categoria. Vedila così: tu non scegli di chi innamorarti, quindi quando ti capita, tu stesso scoprirai di chi, e lascia aperta la possibilità che sia un ragazzo o una ragazza. E lascia aperta persino la possibilità di cambiare in futuro, se ora sei attratto dai ragazzi, e un giorno ti metterai con una ragazza, o viceversa, non pensare "cosa farò in futuro?" e cercare di adeguarti ad un'idea che ora non è presente, né seriamente conoscibile. Vivi le tue emozioni come sono ora, senza categorie e senza direzionare per forza le cose da una parte specifica.

C'è ancora una cosa che posso dirti, mi è capitata una scena un po' buffa, con un prof, verso cui provavo sentimenti teneri :), è rarissimo però c'è qualche persona molto grande rispetto a me, e di norma spiccatamente intelligente e profondamente umana al tempo stesso (si capisce che la cosa è assai rara), e in questa scena c'era una ragazza sposata, più grande di me abbastanza, che quasi amavo (platonicamente diciamo). Senza entrare nei dettagli, il mio prof ha fatto una battuta sessuale su di lei, che implicitamente gli diceva: sono sessualmente molto attratto da te. Però il tutto in modo piacevole, sia lui che lei ridevano (e poi si conoscevano alla grande), insomma mi piaceva che a lui piacevano le donne in quel modo, in un modo che io non ho praticamente mai visto... (penso alla mia famiglia, cioè al vuoto cosmico) e provavo una certa voglia di desiderarle anche io come lui... Però non so cosa questo possa centrare con l'orientamento, forse era stima e desiderio di imitazione (in fondo sono proprio omosessuale io... ora lo accettato senza problemi), magari vedere il tuo amico-amoroso con quella ragazza, può averti creato un desiderio di averne anche tu una, ma se fosse così l'interesse centrale resta lui. Ovviamente ti parlo della mia esperienza, puoi rifletterci, confrontarti, ma ognuno è diverso, quindi solo tu puoi sentire dentro di te che cosa provi e per chi lo provi.

Ho scritto abbastanza... spero vivamente che le cose si sistemino progressivamente, ma vedrai che se uno porta pazienza le cose si sistemano e si chiariscono.
Cercare la felicità rispettando gli altri, sarebbe una grande conquista per l'umanità!

guy21
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Re: Ventun anni e un'amicizia/amore

Messaggio da guy21 » venerdì 19 novembre 2010, 17:04

l tuo malessere, dormire a lungo, mancanza di motivazioni, crollo negli studi, sentire la vita passare in un modo quasi squallido... perdere proprio interesse per quasi ogni cosa, anche cose che di norma mi piacciono, sono cose attraverso cui sono passato in vari periodi, più o meno lunghi, ed è stato doloroso, stressante, svuotante. Veramente molto di recente ne sono uscito, e penso che questo forum, e la possibilità di incontrare ragazzi gay di Roma, mi abbia aiutato davvero tantissimo. La triennale è stata davvero dura, mi sono innamorato di vari ragazzi che ho conosciuto, ma uno in particolare, con cui però non ho stretto la bellissima amicizia che ci hai stretto tu... andavo a lezione felice solo per la possibilità di vederlo, quando mi salutava, quando mi dava qualche spiegazione mi sembrava di essere al confine tra questo mondo e un altro dove ogni cosa è leggera e c'è una pace profonda :D, in varie occasioni ho desiderato abbracciarlo, ma non è mai stato possibile e soprattutto il periodo della triennale è passato che non mi accettavo come gay, ero pieno di stereotipi, come vedevo uno un po' effeminato (per dire) dicevo a me stesso: no, non sono così! Non c'entro nulla con i gay, è stato molto doloroso fare ordine dentro di me... (ho un fratello abbastanza omofobo tra l'altro). Volevo in qualche modo amare le ragazze, pensavo a donne (più grandi della mia età di norma) a cui volevo bene, mi piacevano, e provavo il desiderio anche di abbracciarle, e cercavo di ingigantire questa cosa nella speranza di provare qualcosa di più verso l'altro sesso, ma era una fatica mentale notevole, perché se solo per simmetria pensavo ai ragazzi mi rendono conto che i miei sentimenti nei loro confronti erano ineguagliabili da quelli verso le ragazze. Insomma sofferenza psicologica davvero tanta. Forzature su me stesso per niente poche, sicuramente troppe. Tutto questo stress mi ha portato a voler rigettare tutto, basta amore, basta sessualità, basta qualsiasi cosa, un periodo ho creduto di poter vivere solo da solo, perché mi sembravo troppo incasinato e strano sia per essere seriamente etero, sia per essere seriamente gay.
devo dire che ho passato le stesse cose anche io!
cavolo non ho parole!
le ultime cose che dici con una specie di repressione "totale" mi sta capitando in questi giorni!
visto che devo superare una cosa di tipo sentimentale e visto che le situazioni creatosi in questi giorni non danno alternative ho dovuto allontanarmi dai miei compagni di studio e cercare di essere libero e indipendente non dipendere da loro!
poi visto che mi sono fatto un una specie di giuramento o lavaggio del cervello sto subendo le conseguenze di questa mia scelta che è l'unica purtroppo per ora che posso adottare anche se comporta numerevoli sacrifici e un alto grado di sopportazione delle varie situazioni!
questo è il mio prezzo da pagare!
da quando ho deciso di iniziare un nuovo percorso di studio sapevo che c'erano delle conseguenze che dovevo accettare. molte volte mi fido troppo spesso negli altri nelle persone dico tra me ma si dai le persone possono cambiare possono migliorarsi col tempo!
ogni volta ho questo piccolo ottimismo negli altri che viene quasi sempre tradito! ma non me ne frega niente se devo rimanere da solo e farmi nuovi amici dimenticando gli altri è lo stesso!
ho passato molti anni da solo, posso farlo di nuovo!
fare proprio un bel reset ricominciare da zero un nuovo percorso con nuovi amici dimenticandosi di quelli vecchi!
ho capito di quanto sia ancora debole e dipendente dagli altri cosa che in futuro dovrà cambiare drasticamente!
mi rimetterò in testa quella concezione che avevo 5 anni fa, distaccato, impassibile quasi inumano senza sentimenti ma con un enorme potenziale sia di crescita che di profitto!
nessuno mi darà più fastido, me ne fregherò degli altri ma mi concetrerò solo su me stesso!
l'amore, l'amicizia non durano per sempre è meglio capirlo questo fin da subito!
bisogna dedicarsi ai propri desideri e ai propri sogni e basta!
le persone son tutte uguali, solo chi ha passato come me molti anni capisce il proprio essere e i propri sbagli e sa cosa di marcio c'è nella società e in tutto!
adesso penserò solo a me stesso e a nessun altro!
assumerò un comportamento superificiale con quelli che conosco, quindi in pratica me ne fregherò altamente degli altri ma solo di me stesso perchè è a me che devo pensare alla mia vita e non agli altri gli altri che facciano quello che vogliono io ho chiuso.
per ora è tutto qui.
non vi preoccupate non ho nessuni propositi di morte è solo una dura decisione che ho dovuto prendere a seguito di eventi che non ho voglia di raccontare.
per cui tranquilli.
penserò solo alle cose più importanti, niente distrazioni si al divertimento puro e alle uscite e a rapporti superficiali con chi se lo merita.

Aquilotto
Messaggi: 123
Iscritto il: martedì 20 luglio 2010, 22:05

Re: Ventun anni e un'amicizia/amore

Messaggio da Aquilotto » martedì 23 novembre 2010, 22:27

Sciamano, ti ringrazio per aver scritto. La prima parte del tuo intervento è semplicemente la descrizione della mia vita. Tutto, parola per parola, a parte forse la questione religiosa che nel mio caso è inesistente. Fa piacere sapere che qualcuno può capirmi. Grazie davvero.
Se io sapessi cosa mi fa bene
se io sapessi cosa mi fa male
nella marea di cose e di persone che c'ho intorno
se non tradissi le mie pulsioni vere
potrei sul serio diventare
un uomo pluricentenario
forse eterno


G.Gaber, Se io sapessi, «E pensare che c'era il pensiero»

neb85
Messaggi: 26
Iscritto il: venerdì 26 giugno 2009, 21:57

Re: Ventun anni e un'amicizia/amore

Messaggio da neb85 » venerdì 4 febbraio 2011, 23:44

Ciao Aquilotto, ho letto la tua storia, molto toccante veramente :) , scusa ma può essere che ti abbia già sentito in qualche altro forum/chat ? ti ricorda niente il mio nick per caso? forse è solo una questione di coincidenze ma mi era capitato di sentire un Aquilotto in tutt' altra situazione e un nick così non si scorda ;) se sei quella persona sono felice che tu utilizzi questo bellissimo forum :D ciao ci si sente e in bocca al lupo per tutto !

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