@Tobias,qui mi hai fatto piegare dalle risate! Ti ho immaginato a dire realmente,ad alta voce,quella frase!tobias ha scritto:"gay" (parola che non mi spaventa affatto....Tobias è gay, è gay, è gay, è gay... ),
D'accordissimo. Non esiste un modello nell'essere gay. Forse,e dico forse, la costruzione di un modello positivo nasce quasi come reazione allo smantellamento di un modello negativo. Se qualcuno dice: "questa cosa è brutta,fa schifo",tu sei istintivamente portato a dire:" ma che dici,è bella invece. Te lo dico io",piuttosto che "no,non è brutta.E' semplicemente <neutra>".Allo stesso modo essere gay diventa stupendo,quando qualcuno(se non molti) dice invece che è un abominio.tobias ha scritto:il volerle cristallizzare un modello ideale, anche positivo, di persona gay è pur sempre una forzatura.
Infatti, anche un'etichetta positiva dei gay può risultare sbagliata....perché un gay dovrebbe essere per forza una persona solare e positiva? Essere gay per me non è necessariamente un valore aggiunto. Un gay può essere una bellissima persona, positiva, solare, disponibile, ma può anche non esserlo
Sulle caratteristiche più o meno comuni dei gay in effetti conviene non dar troppa importanza. In questi casi aiuta anche un po' l'ironia (come sosteneva Sam): non bisogna prenderle troppo sul serio,o irrigidirsi di fronte a qualcuno che ti dà dell'assatanato di moda e smalti,ma semplicemente sfatare il "mito". E magari ribaltare la generalizzazione facendo leva su quelle che sono le caratteristiche più comuni(e magari più fastidiose) degli uomini etero e delle donne.
P.s. Il paragone della rosa è molto bello.
Questo parallelo tra l'autodefinirsi e l'identità(o solo alcuni parti della stessa) lo trovo molto veritiero. Finchè non son riuscito a dire: sono gay, non riuscivo proprio a capire cosa fossi,cosa mi sentissi di essere. Essere "informi" non mi faceva star bene anzi. E un'etichetta rigida(anche forse stereotipata) all'inizio mi è servita per ancorarmi a qualcosa,per non perdermi in un caos senza forma. Che poi,come dici tu,le etichette si cambiano,si modificano,si plasmano su di noibarbara ha scritto:Autodefinirsi , trovare un nome che descriva chi si è , ha a che fare con l'affermazione della propria identità. E quindi ha a che fare con qualcosa che è alla base di tutto: noi stessi, la nostra storia, il nostro modo di concepire la vita ecc.
barbara ha scritto:Se alcuni preferiscono chiamarsi "persone " invece che "gay" [] Probabilmente sottolineano che per loro è importante riconoscersi in tanti aspetti della vita e non solo l'orientamento sessuale.
Secondo me,invece,è perchè si vuole negare quella dimensione,quell'aspetto dell'identità,e non tanto metterlo in secondo piano rispetto ad altro. Forse perchè paradossalmente è più manifesto di quanto vogliamo(in quegli aspetti che deridono gli altri,e che di riflesso ripudiamo e denigriamo anche noi),e siamo ossessionati dall'apparire di continuo gay in qualunque cosa facciamo. Ma allora,non sarebbe meglio far pace con il senso(il nostro) che attribuiamo all'essere gay,e forse anche con tutti quegli atteggiamenti che di brutto non hanno nulla?
Non avrei saputo dirlo meglio!Non è facile,lo so. E spesso faccio qualche passo in avanti,e qualcuno indietro. Ma è una strada che anche con fatica va percorsa:una strada di liberazione dalle catene(mentali,e anche solo verbali) che ti impongono gli altri. Sai bene quante difficoltà con la chiesa e con altri ambienti io abbia avuto, ma finchè non si riesce a vedere l'essere gay nella sua reale dimensione,e non più tramite le parole e le etichette di omofobi,ignoranti ed ecclesiastici,si continua sempre a sacrificare più o meno inconsciamente una bella parte di noi stessi.orachefaccio ha scritto:se si arriva ad un punto, dove sei tu, in cui si è in grado di mettere in discussione il fatto che le etichette siano scomode o no - e tu riesci a farlo perché sei in grado di ignorare i significati negativi di cui sopra e di pensare invece in maniera costruttiva anziché rifuggire nell'angolo lasciato libero da tutti i quello-che-mi-dite-di-essere-ma-che-non-sono - allora è importante far sapere questo punto di vista a quante più persone sia possibile, in modo che anche gli altri vedano quello che vedi tu, ossia un bel: fregatevene di quello che vi dicono e vivete quello che scegliete di vivere!
orachefaccio ha scritto:cooperare e da far sì che si sappia che visioni assolutamente legittime quali 'voglio semplicemente fare le mie scelte, e queste riguardano anche la mia sessualità così come tutto il resto, e non datemi fastidio' non appartengono soltanto a pochi individui che sentendosi soli avranno la paura di trasformare questo pensiero nella loro realtà, ma appartengono a molti e che questi molti sono al corrente dell'esistenza gli uni degli altri. Che è un po' quello che questo forum sta facendo, almeno su di me!
Hai ragione,questa è una "missione" importantissima del Forum,forse LA missione! E dovrebbe essere un compito anche della scuola,delle altre istituzioni,e della famiglia. Per far questo,come dici tu,è importante veicolare informazioni corrette,complete,non viziate da pregiudizi e odio, e provare a star vicini agli altri,a non lasciarli soli.orachefaccio ha scritto:per educare in modo positivo, per far guardare le persone al di là delle etichette, totalmente ignorando i messaggi d'odio che si trovano dappertutto e bensì insegnando che non ha alcun senso fare dell'essere gay tutto questo enorme caso di stato, per far ciò devi essere in grado di parlare alle persone prendendo la loro testa tra le tue mani, toccandole, parlando loro a distanza di fiato, devi riuscire a non farle sentire sole, devi far ritornare in loro il coraggio di fregarsene, altrimenti la paura prevarrà.
"Sii ciò che sei,senza vergognarti,senza paura,nel rispetto di te stesso e degli altri": sarà davvero sempre così difficile?