ACCETTARSI COME GAY

L'accettazione dell'identità gay, capire di essere gay
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ACCETTARSI COME GAY

Messaggio da progettogayforum » venerdì 15 maggio 2009, 13:30

admin ha scritto:Si sente spesso dire che un ragazzo gay può avere enormi problemi ad accettarsi. Questa affermazione può avere certamente un senso ma è bene capire in modo chiaro che cosa significhi accettarsi e quali siamo i meccanismi tipici della accettazione / non accettazione.
Il problema dell’accettazione dell’essere gay è strettamente connesso all’età nella quale ci si riconosce come gay.

1) La maggioranza dei ragazzi gay, 70% e oltre, ha avuto fin dall’origine una sessualità esclusivamente gay. Per questi ragazzi la parola sessualità ha significato sempre e solo omosessualità, per loro, il disagio di accettarsi come gay non è lacerante, sono cresciuti come gay. potranno avere problemi legati all’educazione più o meno repressiva, alla convivenza tra omosessualità e religiosità, tra richieste familiari e sociali ed esigenze dalla vita gay, se volete, questi ragazzi potranno avere mille problemi ma si tratta di problemi comunque sostanzialmente esterni che non vanno a incidere sui nuclei profondi della personalità. Per questi ragazzi, il problema dell’accettarsi come gay è un problema di relazioni sociali ma non è una problema di identità personale.

2) Alcuni ragazzi gay, non pochissimi, provengono da una vita autenticamente eterosessuale, hanno convissuto con una ragazza, hanno avuto con lei rapporti sessuali, si sono ritenuti convintamente eterosessuali per anni, addirittura fino a 25, 30 e anche 40 anni, alcuni di questi ragazzi si sono sposati e hanno anche avuto figli, tutto da perfetti eterosessuali. Questi ragazzi, che si ritengono eterosessuali e si comportano in tutto e per tutto da eterosessuali, possono scoprire la loro omosessualità in modo graduale, all’inizio senza nemmeno averne esatta percezione:
a) avvertono come meno soddisfacenti i rapporti sessuali con una ragazza o con la moglie,
b) non hanno un colloquio autentico con la compagna,
c) nel rapporto eterosessuale manifestano lentezza nell’erezione o difficoltà nel mantenerla,
d) si trovano molto bene con un amico in particolare, il migliore amico, e percepiscono come gradevole la sua compagnia,
e) preferiscono un pomeriggio passato in compagnia del migliore amico ad un’occasione di fare sesso con una ragazza a con la moglie,
f) vanno in erezione quando si trovano vicino al loro amico in situazioni in cui ad un etero non succederebbe, e in cui a questi ragazzi, prima, non succedeva,
g) hanno fantasie masturbatorie anche gay e, in una fase più avanzata, esclusivamente gay, anche se continuano ad avere rapporti eterosessuali con le loro compagne,
h) avvertono nettamente il fascino sessuale di alcuni ragazzi.

La spinta verso l’identità gay si manifesta gradualmente e via via cresce la consapevolezza attraverso fasi successive, caratterizzate da affermazioni del tipo:
a) sono etero al 100% ma qualche volta mi succedono cose strane,
b) sono etero con qualche fantasia gay,
c) forse sono bisex (in questo caso il concetto di bisex è usato in modo improprio, non come sarebbe corretto per riferirsi a persone che alternano lunghi peridi di vita gay a lunghi periodi di vita etero, ma per indicare una sessualità intermedia),
d) sono bisex, ho fantasie gay ma faccio sesso solo con le donne,
e) forse sono gay.

Tutto il percorso che abbiamo tratteggiato avviene in un ambiente tipicamente etero che per il ragazzo che si sente sempre più gay è sempre più estraneo. Nella sostanza un ragazzo che si trovi in queste condizioni oltre le difficoltà esterne tipiche dell’essere gay, di cui al punto 1), ha un enorme problema in più: convincersi gradualmente e progressivamente della propria identità gay, superando dubbi e incertezze, e questo è il vero problema dell’accettarsi come gay. Come corollario di questa ricostruzione di identità si presenta l’ulteriore problema di rendere conto alla propria compagna della propria omosessualità.

Fermiamoci ora in particolare sull’accettarsi come gay. Quando l’identità gay è stata per lungo tempo repressa, ma in modo dolce, senza cioè che la cosa sia avvertita come costrizione, il suo riaffiorare confligge fortemente con comportamenti, atteggiamenti mentali e abitudini di vita etero assunti negli anni precedenti.
Ovviamente, se un ragazzo ha vissuto una vita etero esclusivamente o prevalentemente di facciata, cioè senza una assimilazione profonda della identità etero, per quel ragazzo sarà decisamente più facile accettarsi come gay. Se invece un ragazzo ha assimilato profondamente l’identità etero, per lui accettarsi come gay sarà molto più difficile, è il caso dei gay sposati o di quelli che hanno alle spalle lunghe convivenze eterosessuali.

In genere, a parità d età, i comportamenti dei ragazzi gay che si sono sentiti sempre tali e di quelli che sono arrivati ad accettare la propria identità gay con difficoltà in età non adolescenziale, sono alquanto diversi.
1) Un ragazzo che si è sentito sempre gay si è abituato gradualmente alla sua identità e ha maturato le prime esperienze affettive gay e spesso anche le prime esperienze sessuali in età adolescenziale. Questi ragazzi in genere sanno che cosa significa essere gay, cioè sanno che cosa possono aspettarsi in concreto da un rapporto affettivo o anche sessuale con un altro ragazzo. Per questi ragazzi il sesso gay non ha spetti troppo mitici e l’affettività gay ha una dimensione concreta.
2) Un ragazzo che ha faticato ad accettarsi come gay una volta scoperta la propria sessualità gay in età non adolescenziale, tende a enfatizzare la propria scoperta, a sopravvalutare ciò che l’affettività e la sessualità gay possono offrire, sottovalutando nel contempo i rischi. Questi ragazzi sono neofiti del mondo gay, spesso insicuri, sono portati ad innamorarsi dell’amore gay prima ancora che di un ragazzo e a recuperare il tempo perduto impegnandosi in ricerche frenetiche e spesso assolutamente unilaterali del ragazzo ideale. Accade spesso che si gettino a capofitto in avventure affettive e anche sessuali con persone sostanzialmente sconosciute o semisconosciute investendo su quelle persone tutta la propria emotività, sognando amori caratterizzati da fedeltà e dedizione reciproca totale. Talvolta questo ragazzi scambiano un contatto di tipo sessuale per una promessa di amore eterno e creano veri e propri rapporti di dipendenza con persone che finiranno per deluderli pesantemente. L’accettazione tardiva della propria identità gay crea delle debolezze, cioè delle esigenze affettive difficilmente controllabili a livello razionale ed espone al rischio del un ripetuto circolo vizioso di illusioni e delusioni, in situazioni del genere l’amicizia seria di altri ragazzi gay, possibilmente gay fin dall’origine, è più necessaria del contatto sessuale e deve accompagnare la crescita dell’identità gay anche in chiave sessuale. Il confronto con altri gay che abbiano una maggiore esperienza della vera vita effettiva e sessuale gay permette ai ragazzi che hanno faticato ad identificarsi come gay di capire meglio che cosa questo significhi mettendo da parte gli entusiasmi immotivati che la scoperta della propria identità gay spesso comporta.

Diego77
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Re: ACCETTARSI COME GAY

Messaggio da Diego77 » venerdì 22 gennaio 2021, 12:41

Cavoli , questo post per chi soffre di doc oppure per chi si pone dubbi sul suo orientamento come me è devastante.
Premesso che ho avuto deffaillance a letto etero e che ho avuto comportamenti sessuali e fantasie gay mi convinco d'essere gay.
Mi sembra quasi come se mi dovesse cadere come una scure un'innamoramento gay o un'eccitazione verso un uomo, cosa mai successa .Problemi d'erezione o preferire andare a giocare al calcetto che magari la serata di sesso con la moglie dopo 15 anni può succedere, almeno spero sennò mi tocca fare coming out..
Il punto è , come puoi capire se ti piace un uomo , lo senti?devi avere un'erezione ?ti deve mancare o devi fantasticare su lui?
A me non è mai successo ma ho paura che mi succeda anche se non lo senta cosa mia...Magari mi sto negando ...sono un represso che si mente da 30anni?

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progettogayforum
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Re: ACCETTARSI COME GAY

Messaggio da progettogayforum » venerdì 22 gennaio 2021, 16:40

Ogni cosa deve essere letta con attenzione e deve essere decodificata in modo adeguato altrimenti si rischia il totale travisamento dei contenuti. Chiariamo subito che i problemi di accettazione, che oggi sono una cosa rara, perché i ragazzi non crescono isolati dal mondo, non ha nulla a che vedere con i problemi ossessivi del DOC. Una prima e sostanziale differenza sta nel fatto che un gay che si accetta per quello che è deve superare molti tabù di origine sociale e molte abitudini di quieto vivere acquisite nel corso degli anni, cioè deve superare le difficoltà dell'essere gay, come uno che è veramente gay, e questo all'inizio può non essere facile per niente, ma un ragazzo che accetta la propria omosessualità (sto parlando di vera omosessualità) non ha rimpianti del mondo eterosessuale che sta abbandonando, perché quello non è il suo mondo. Ha paura di incontrare difficoltà nel suo essere gay e non penserebbe mai che il suo essere gay lo priverà di una donna, i dei figli. Un gay sa di essere gay e quello che noi chiamiamo processo di accettazione andrebbe chiamato più opportunamente processo di apprendistato nel quale si impara come gestire le situazioni in ambito gay e come funzionano le relazioni gay, si tratta quindi di una paura derivante del fatto che non si conosce la realtà dei rapporti tra gay e delle dinamiche che li governano e si ha paura che la cosa sia difficile da gestire. Il classico discorso di apparente rimpianto del mondo etero da parte del gay che non si accetta è: "Almeno con una ragazza avrei potuto avere una famiglia ..." espressione che è quasi la scelta del meno peggio. Aggiungo una cosa, ho conosciuto, in tanti anni, pochissimi ragazzi gay che hanno avuto problemi di accettazione e nessuno di questi ragazzi è mai tornato indietro o ha mai avuto rimpianti del mondo etero che ha abbandonato. Dei "tanti" ragazzi con doc che ho conosciuto e che parlavano i continuazione del fatto di sentirsi gay, non ne ho mai visto nemmeno uno che facesse una scelta "reale" in direzione gay e questo perché, trattandosi di ragazzi etero, una cosa del genere sarebbe stata per loro contro natura. I problemi dei ragazzi gay che non accettano, lo sottolineo per l'ennesima volta, sono una realtà oggi in grandissima parte superata, sono una realtà più ottocentesca e primo-novecentesca che non una realtà del 21° secolo. L'ossessività è ansiogena, fa stare profondamente male, risveglia paure e angosce ma non induce "oggettivamente" comportamenti o scelte gay, qualsiasi cosa ne pensino gli interessati. L'accettazione della omosessualità è solo una presa di coscienza di un fatto che si dà per scontato, anche se difficile da gestire. Si tratta proprio di pianeti completamente diversi.

Diego77
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Re: ACCETTARSI COME GAY

Messaggio da Diego77 » lunedì 25 gennaio 2021, 9:34

Grazie Project e scusa se tedio con la mia esperienza personale, ho letto tutti i post credo in questo forum nell'ansiosa ricerca di prove di una possibile omosessualitá e in merito a te ho imparato a memoria il tuo manifesto dell'essere gay e apprezzo la pazienza che hai nel risponderci da anni.Purtroppo probabilmente parliamo d'ossessivitá e stati ansiogeni che nascono da altre problematiche e siamo qui in cerca di conferme e di rassicurazioni, la nostra mente vive un'inferno dove nulla è più sicuro e dove il dubbio alberga stabilmente.Ultimamente la mia nuova causa di malessere e guardare gli uomini, cosa mai fatta prima e chiedermi se mi piacciono e se ci farei qualcosa e di spaventarmi al pensiero o addirittura se posso avere un'erezione vicino a qualcuno pensando che magari per anni ho nascosto questo desideri.Ora però nonostante queste paure riconosco che l'amore gay può essere possibile,probabilmente non per me, ma la paura d'esserlo mi ha aperto la mente su una cosa che prima non riuscivo a comprendere.Io ti chiedo un'ultima cosa ,che chiedo a te aldilá dell'orientamento sessuale, ti chiedo se puoi descrivermi come può essere una sessualitá frustrante , è quando lo si fa con poca voglia perchè non c'è amore e perchè si è abituati al corpo dell'altro?O perchè si vede il sesso come un rispecchiamento di se stessi sull'altro nell'appagamento di un desiderio.Io purtroppo ora con mia moglie e con l'altra partner lo vivo con paura , di non essere abbastanza eccitato di fallire ....Te lo chiedo come ad un fratello maggiore non penso padre non conoscendo la tua età

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