I RANDAGI

La realtà dei gay, storie ed esperienze di vita gay vissuta
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Gherardo
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RANDAGIO (73): CRAJE

Messaggio da Gherardo » mercoledì 8 maggio 2024, 15:21

L'ufficiale ti ha detto che eravamo assai belli assieme. Quando sabato siamo usciti. E che invidia quella complicità. Lui che per volere di padre ha dovuto prendere moglie. Ma non lo sa che noi ancora non siamo più niente. Per quanto i nostri occhi tradiscano l’amore di uno verso l’altro. Eppure la forma dell’amore cambia. Dopo tutto il mare di difficoltà. Anche se vuoi mettermi al dito la fede sarda d’argento. Io la indosso e rammento l’uomo di cui mi sono innamorato. Non sapendo spesso dove ormai si trovi. Innamorarsi è successo senza capirne il perché. E non bastavano i tuoi arabeschi occhi e l’odor di sardo nella tua pelle. A te sentivo congiungermi diverso dagli altri uomini. È stato semplice esser fedeli quando uno ti distoglieva dal resto. Ché il resto non importava niente. Ed era infinitamente virile crescere assieme. Vedersi migliorati, sudare in due, lottare in due, condividere e spezzarsi. Non c’era bisogno di un uomo perfetto, completo in sé. Ma di un uomo migliorabile, che crescesse assieme. Mi hai conosciuto ragazzo. E ormai sto diventando uomo. Anche se son più lontane da me le tue mani. Pur non essendo una coppia restiamo ancora assieme. Nelle difficoltà ho trovato in te un padre, una madre, un fratello, un amico. Questa è una famiglia che resiste.

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RANDAGIO (74): PROGETTO 2012

Messaggio da Gherardo » domenica 19 maggio 2024, 0:47

Siamo rimasti stesi sul tetto stanotte. Laggiù a parlare. Ed è stato bello farlo. Nel mentre che guardando al mezzo del cielo ci stavano sopra l’orsa minore e qualche altra costellazione. È stato bello parlare. Purché non ci fosse paragone fra la nostra e la vita degli altri. Anche restando belli agli occhi della gente ci son mancanze che ancora sono incolmabili. E inevitabilmente come ganci rimangono ancorate dentro alla carne. Forse è stupido da dire, caro Progetto, ma un po’ mi manca com’eri prima. Anni e anni fa quando non aveva preso sopravvento il gioco balordo degli incontri. Appuntamenti immediati fatti di dita e qualche breve foto. Mentre casualmente conosco ragazzi mi chiedo che ne è stato di quella decenza che una volta ho visto qua dentro. Da ragazzo per me era impossibile trovare un altro ragazzo, ma oggi? A volte è impossibile il contrario. Ma non è mai un contrario appagante, di amicizia, complicità e affetto. Sono circondato da maschi che non sono uomini. E nascondono nel fisico il niente di quello che sono. Capaci soltanto di ripetersi nei gesti, nei comportamenti, negli argomenti di cui parlano. Non c’è mai una serietà diretta ma è sempre un gioco, un giochetto, di banalità fra bambini. È proprio così Progetto. Anche se più volte fanno la strada di casa mia sperando di vedermi e urlando che son bello dal camion consegne o con rose e vino fermano il taxi sperando in un giorno di sesso. Cose assurde a chi non le vive davvero. Credimi che non mi sento più bello ma soltanto più solo. Mi basterebbe poter trovare persone serie, decenti e tranquille, la cui amicizia non debba passare per forza dal sesso. O che per forza di cose vogliano portarmi a letto. Non chiedo il sole. Mi basterebbe vedere nu poco più di umanità.

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Re: I RANDAGI

Messaggio da progettogayforum » domenica 19 maggio 2024, 13:11

Generazioni diverse soffrono per cause diverse, è sempre disagio ma non è lo stesso disagio. La memoria stratifica i ricordi ma ad un certo punto li cancella, perché la memoria è limitata. Il software del cervello si aggiorna progressivamente e i vecchi programmi non funzionano più. Anche il pensiero è datato e soggetto a scadenza. Che cosa c’è rimasto oggi di Progetto? La risposta è disarmante: pochissimi utenti (quasi tutti utenti di 10 e più anni or sono), pochissimi nuovi lettori, molti accessi da parte dell’intelligenza artificiale. È l’eterogenesi dei fini, una cosa costruita con uno scopo finisce per essere utilizzata per fini completamente diversi. Tutto invecchia e Progetto non sfugge alla regola generale. Il progresso è soprattutto tecnologia e purtroppo talvolta è solo tecnologia.

Gherardo
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RANDAGIO FINALE

Messaggio da Gherardo » giovedì 15 agosto 2024, 21:26

Molto dell’estate sta ormai finendo. E con la stagione inevitabilmente finisce parte di noi. Forse per troppo tempo abbiamo voluto essere forti. Ne abbiamo avuto il dovere quando nella vita senza nessuno abbiamo dovuto salvare noi stessi. Ci siamo abituati lottando a nessuna pace. E il petto abbiamo saldato davanti a questo baratro di esperienze. Così perdendo il conto delle settimane abbiamo perso parti di noi stessi. Ma nasce una nuova consapevolezza, come putridi fiori, da quelle parti morte. Più antico che nuovo riconosciamo un nuovo approccio con la gente. Perché se persi, ritrovarsi negli altri è come dar luce a spettri. Rincorrere non farfalle o falene, ma lucciole spente, che se hanno luce è di natura intermittente, falsata, più fioca. Essere bramati è un’inutile lusinga quando si è belli ma soli. E non si riesce del tutto a cambiare la propria vita. Anche la fatica ed i continui lavori non portano alla stabilità necessaria. Basta toccarlo con mani a fine giorno: a salvarsi non basta soltanto il coraggio. Abbiamo un bisogno, assai disperato, anche di fortuna per essere uomini. Eppure il caso? Non possiede atomi e non si piega a niente. È il nostro incomprensibile per eccellenza. Ma quando la vita dimostra tutto il suo male, ad un uomo, che resta di uomo? E il velo viene tolto da ogni cristo, amici si rivelano pedofili, e madri, padri, amatissimi dai figli unti del loro sangue, l’immagine peggiore del loro visibile male? Che cos’è a fine giorno un uomo nudo? Amici mai, meglio dire buone conoscenze, conoscenze banali, laddove necessarie, presenze umane o poco meno. È così, in questo modo, che svanisce la pretesa e il piacere di raccontarsi agli altri. E il bello che si incontra, lo si incontra soli, lasciandolo come più arido nel nostro intimo. Ci resta però la spinta di non essere come l’orrida umanità incontrata, di costruire intorno a noi un purgatorio, e non un nuovo inferno. Nella stesura di questo romanzo sperare in un ultimo colpo di scena, un personale deus ex machina che scenda dal cielo, a dirci che per noi non è ancora finita.

Questo è il mio ultimo randagio. Ringrazio di cuore chi mi ha letto in questi ultimi anni. Ma sopra a tutto ringrazio, nelle nostre sofferenze e banalità, l'amore e gli amici che mi son rimasti accanto, dai quali ho avuto la certezza e l'affetto che un'umanità migliore esista davvero. Ciao.

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