L'abbandono imprevisto

La realtà dei gay, storie ed esperienze di vita gay vissuta
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pavloss
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L'abbandono imprevisto

Messaggio da pavloss » mercoledì 2 agosto 2023, 21:46

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Alyosha
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Re: L'abbandono imprevisto

Messaggio da Alyosha » giovedì 3 agosto 2023, 17:57

Confesso che ho provato a rileggere i tuoi post prima di darti una risposta che possa vere un senso. Dieci anni sono un pezzo di vita e la tua storia mi ha colpito perché in realtà dieci anni è anche il periodo che ho passato assieme al mio attuale compagno. Al momento vivo tante incertezze, tanti disagi rispetto a questa relazione, per cui capisco l'atteggiamento del tuo compagno. Intendo il tacere, l'aspettare, il metabolizzare prima di esternare. Ogni storia è fatta a modo suo e ogni persona è una storia a se stante quindi inutile perdersi in inutili parallelismi. Dico solo che in realtà segnalai di insoddisfazione ne ho lanciati, ne continuo a lanciare e che al momento sono in una fase di profondo stallo, nella quale primeggia più la paura di imparare a fare a meno di lui che la voglia di starci assieme. Lo vedo e ci vedo profondamente insoddisfatti proprio quando gli obiettivi di coppia dovrebbero concretizzarsi. Negli anni ho imparato a prendere tempo, a mettere confini, guardare bene alle cose, per cui credo ancora nella possibilità di recuperare il rapporto. Mi limito a dire che dieci anni sono veramente tanti, che quello che ero dieci anni fa non è minimamente paragonabile a quello che sono adesso e che darsi una progettualità comunque dentro una coppia gay è molto complicato. Dico francamente che mancano i "legami" classici di una coppia, figli, aspettative familiari, sociali e che questo di per sé è un bene, ma rende più complesso costruire la coppia. E' più complesso dover tacere nella maggior parte dei casi, abituarsi a frasi ambigue, dare spiegazioni corte sulla propria vita, lasciar capire senza dire. Insomma è davvero complicata una relazione di coppia.
Cosa mi sento di dirti? Credo che se i legami sono autentici le relazioni hanno solo bisogno di cambiare forma. Spesso intendiamo l'interrompere una relazione d'amore come la fine di qualcosa e non come una possibilità di trasformazione del rapporto. Per i gay ha forse ancora più senso guadagnare una prospettiva diversa. Il tradimento, la monogamia, la relazione esclusiva sono tutte forme di relazioni strutturate per qualcosa che mal si adatta quando si incontrano due persone dello stesso sesso.
Capisco che il tuo compagno sta attraversando un momento di difficoltà, che interrompe una relazione per delle ragioni abbastanza imprecise. Occorre lasciarlo libero di percorrere le sue strade e allo stesso tempo dargli testimonianza della tua presenza. Posizionarsi in questo spazio è molto complicato in astratto, ma mi pare che da parte tua, forse anche per la differenza di età, ci sia un esigenza paternalistica, un bisogno di prendersi cura di lui che probabilmente va al di là del rapporto di coppia e che può resistere nel tempo. Lasciarsi può essere solo un modo di ristrutturare il rapporto se ci si rende conto che le condizioni per mandarlo avanti come si è sempre non ci sono più.

pavloss
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Re: L'abbandono imprevisto

Messaggio da pavloss » giovedì 3 agosto 2023, 20:20

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progettogayforum
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Re: L'abbandono imprevisto

Messaggio da progettogayforum » venerdì 4 agosto 2023, 12:58

Aggiungere qualcosa a una serie di post come questi è decisamente difficile, perché le sensibilità e le storie individuali non sono oggettivamente sovrapponibili nemmeno quando presentano aspetti formali simili, quindi o il discorso si riferisce strettamente alla situazione personale di chi scrive, o resta al livello della statistica e della più astratta teoria. Non ho mai avuto personalmente esperienze di abbandono, i ragazzi che ho incontrato nel corso della vita sono stati importanti per me, ma con nessuno di essi (e sono in effetti decisamente pochi, in una vita ormai lunga) si è mai creato un rapporto che si potesse considerare un rapporto di coppia. Con tutti questi (pochi) ragazzi si sono però conservati rapporti di amicizia e di stima anche dopo 40 anni. Condivido quello che dice Alyosha, quando dice che, se ci si vuole bene, la fine di una relazione è l’occasione per la sua ristrutturazione, cioè per accettare che quella relazione diventi un’altra cosa, che comunque ha e conserva un senso tutt’altro che superficiale. Condivido anche quello che dice Alyosha rispetto al fatto che il modello matrimoniale, con tutti i suoi concetti di contorno (fedeltà, tradimento, patto, reciprocità, ecc. ecc.) si possa adattare automaticamente al rapporto tra due persone dello stesso sesso, tra le quali manca il legame tramite i figli e nella maggioranza dei casi, data la ridotta visibilità sociale, mancano anche i legami formali derivanti dalla socializzazione del rapporto di coppia, che è una caratteristica delle coppie etero. Tra gay il rapporto ha basi esclusivamente affettive e l’affettività non può essere vincolata da patti espliciti o taciti di nessun genere. La fine di un rapporto non è una tragedia, ma uno tra gli esiti possibili più comuni di una relazione di coppia. Il concetto stesso di tradimento, secondo la tradizione, presuppone l’infedeltà coniugale a livello sessuale (neppure affettivo) consumata attraverso il rapporto sessuale con un’altra persona, ma da quello che vedo attraverso la posta che ricevo, è raro che la fine di un rapporto di coppia, tanto più tra persone non giovanissime, dipenda da un tradimento nei termini appena detti. Nella stragrande maggioranza dei casi la fine di un rapporto deriva dalla consunzione del rapporto stesso, che inevitabilmente si logora quando i legami diventano di tipo quasi matrimoniale, esattamente come succede tra le coppie etero. Il logoramento del rapporto è legato spesso ad elementi ai quali i due partner danno interpretazioni opposte o molto divergenti. Faccio un esempio: presentare il proprio ragazzo ai propri amici e ai propri familiari, può apparire a chi mette in pratica questo comportamento una forma di rispetto e di attenzione al partner, ma se l’altro partner è estremamente attento alla propria riservatezza e non adotta comportamenti simmetrici, un comportamento del genere gli appare inevitabilmente invadente e sgradito. E a maggior ragione l’idea della formalizzazione legale del rapporto (unione civile) può apparire ad uno dei due un comportamento che sottolinea la solidità del rapporto, ma all’altro potrebbe apparire un tentativo di creare degli obblighi di tipo quasi matrimoniale che potrebbero essere assolutamente sgraditi. Quanto poi alla premeditazione va tenuto presente che quando uno dei due avverte i primi scricchiolii di un rapporto (e in genere è solo uno dei due partner che se ne rende conto) non ne parla con l’altro partner proprio in funzione della preservazione del rapporto, cioè per evitare sottolineature negative che potrebbero mettere in crisi l’altro partner. Però a forza di non parlare delle cose che scricchiolano si rafforza nell’altro l’idea che tutto vada benissimo e quindi il modo di vedere la coppia dai due punti di vista ne risulta ancora più divaricato. In genere uno dei campanelli di allarme tipici dei primi scricchiolii della vita di coppia è il calo unilaterale della libido. Queste dinamiche, che si osservano sistematicamente nelle relazioni etero, si presentano identiche anche nelle relazioni gay.

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