GAY A DUE FACCE

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GAY A DUE FACCE

Messaggio da progettogayforum » martedì 17 ottobre 2023, 11:24

Ciao Project,
vorrei farti leggere una storia che ho scritto. Ho cambiato i nomi e modificato l’ambientazione per rispetto della privacy, ma i fatti sono assolutamente veri, come le sensazioni e i dialoghi. Ne puoi fare l’uso che vuoi.

GAY A DUE FACCE
All’epoca avevo 23 anni e stavo cercando di darmi da fare con gli esami dell’università per tentare di finire in un tempo decente, conoscevo Mario da qualche mese, lo avevo conosciuto all’università ma non era mio collega di corso, me lo avevano presentato degli amici comuni, ma solo perché stava con loro quando li ho incontrati, non eravamo propriamente amici, piuttosto semplici conoscenti, se non anche meno, in pratica a lui non ci avevo proprio fatto caso, anche perché non era per niente il tipo di ragazzo che mi girerei a guardare per strada. Di lui non sapevo praticamente nulla, e francamente mi sembrava solo un ragazzo qualunque col quale non avrei potuto né voluto avere comunque niente a che fare. È capitato che poi ci siamo incontrati di nuovo all’università e che abbiamo parlato un po’, ma così, per ammazzare il tempo: aveva una ragazza e ne parlava spesso, in realtà un po’ troppo spesso, io lo ascoltavo per cortesia, però, dato che non mi attirava proprio, non avevo mai riflettuto su un dettaglio fondamentale: non li avevo visti mai insieme, anche se a detta di Mario la ragazza abitava nella nostra cittadina, che non è certo New York.

Una volta mentre eravamo io, Mario e un altro amico, esce il discorso sui gay e lui fa delle facce strane, non fa battute omofobe, ma quelle facce strane erano di per sé delle facce non dico perplesse, ma come se stessimo parlando dei marziani. L’altro amico, che è etero al 100%, era distratto e non ci fece caso, ma quelle facce strane erano rivolte a me, anche se io per i miei amici non ero certamente gay, anche se non parlavo mai di ragazze. Diciamo che il fatto che io trattassi i miei amici da perfetto amico etero non mi inquadrava certo come gay. Anche io devo avere fatto almeno per qualche secondo una faccia strana di fronte alle facce strane di Mario, ma poi mi sono trattenuto e ho preferito cambiare discorso.

A parte questo episodio un po’ strano, per me Mario era a tutti gli effetti un ragazzo qualunque. Nel frattempo avevo conosciuto un altro ragazzo che mi piaceva molto e si chiamava Marco e con lui si era creata un’atmosfera veramente spontanea e gradevole. Sospettavo che Marco fosse gay e lui probabilmente lo pensava di me però all’università non si poteva stare troppo in disparte e ci si comportava come due colleghi che hanno il piacere di andare a fare colazione insieme e niente di più. In privato, con Marco, i discorsi erano praticamente espliciti, e dopo un po’ siamo arrivati a dirci che eravamo entrambi gay. Marco però era un po’ troppo disinvolto in certe cose, frequentava chat dove io non sarei mai entrato e aveva anche incontri sporadici con ragazzi conosciuti in chat, cose che io non avrei mai fatto! Il rapporto con Marco è rimasto solo a livello di amicizia perché lui aveva una sua vita sessuale piuttosto disinvolta e poi perché io lo avevo frenato nettamente quando aveva provato a farmi proposte sessuali, perché avevo paura delle malattie sessualmente trasmesse. Però siamo rimasti amici in modo serio e in pratica ci raccontavamo tutto.

Un giorno Marco mi chiede di Mario, io penso che lui sia interessato a Mario e gli dico che Mario ha la ragazza. Lui mi guarda con una faccia che non scorderò mai e mi dice: “Chi? Quello?” e mi racconta che sta sui siti di incontri gay per almeno 12 ore al giorno e ci mette delle foto esplicite da paura! Che io penso non siano nemmeno foto sue! Marco mi dice che ha provato a contattare Mario su uno di questi siti, ma che Mario, che risponde a tutti, a lui non ha mai risposto, perché sa che è uno dell’università e non si vuole sputtanare. Io ci resto trasecolato. Poi Marco allarga il discorso e mi parla di un altro ragazzo dell’università, collega suo, ma non mio, che anche io avevo visto in giro e non mi dispiaceva affatto e mi dice che se lo vedi all’università è il prototipo dello scienziato tutto matematica e fisica ma se lo vedi sui siti di incontri ci resti veramente basito e le foto sono proprio le sue, non sono prese da internet. Marco poi mi tenta e mi dice che se voglio mi fa vedere di che cosa sta parlando, lui può entrare nel sito con le sue credenziali e io posso giudicare quello che c’è, sia di Mario che di quell’altro ragazzo. Io sono tentatissimo ma alla fine gli dico che mi accontento della fantasia.

Dopo il discorso con Marco mi sono chiesto più volte perché Mario tiene Marco a distanza, ok, non lo conosce e non si fida, ma almeno sa che è gay, di me non sa nulla e con me recita la parte dell’etero, e va bene, ma con lui che paura può avere? Marco va sui siti di incontri e a me lo dice, va bene che è tranquillo che io non lo racconto a nessuno, però, diciamo, si diverte un po’ su quei siti (ammesso che si diverta) ma ha anche amici gay veri, e intendo dire solo amici, e con loro sta bene. Invece Mario secondo me ha solo la vita dei siti di incontri. Che è gay lo sanno solo i ragazzi gay che frequentano i siti di incontri e con loro lui non ha nessun rapporto, intendo rapporto affettivo. Ho parlato altre volte con Marco di questo argomento e mi ha detto che un suo amico gay ha incontrato Mario di persona tramite il sito di incontri e che gli è sembrato proprio dipendente dal sesso, come se quella fosse l’unica via per avere un contatto minimamente sensato con un altro ragazzo.

Di recente ho avuto occasione di parlare di nuovo un po’ con Mario e anche in modo riservato, lui ha continuato a fare la parte dell’etero ma sono venute fuori delle cose interessanti. In pratica lui pensa che esista veramente non dico una lobby gay ma un mondo gay pericoloso che si nasconde dietro la dimensione affettiva e che è capace di costringere e ricattare le persone. Lui in pratica ha paura dei gay e preferisce nascondersi dietro una falsa identità etero, per questo (anche se lui ovviamente non lo ha detto) la sua vita sessuale è tutta sui siti di incontri e non ha rapporti di nessun genere con i ragazzi che conosce nella vita reale. Gli ho detto che i gay non mangiano nessuno, che ne conosco alcuni e che sono ragazzi come tutti gli altri, che siamo amici e che non ci sono mai stati problemi di nessun genere. Mario mi stava a sentire, evidentemente era la prima volta che sentiva discorsi di questo genere sui gay, e stava a sentire con la massima attenzione. Ovviamente io non gli ho detto che ero gay, ma il fatto che avevo amici dichiaratamente gay e che li considerassi in modo positivo lo ha colpito molto, gli ho detto che conoscevo Marco e che eravamo amici, ma lui non lo poteva identificare dal nome, perché non lo conosceva se non di vista e non sapeva come si chiamasse e di ragazzi che si chiamano Marco ce ne sono molti.

Io gli ho parlato di Marco così entusiasticamente che Mario ha fatto una cosa che non mi sarei mai immaginato, mi ha detto: “Me lo faresti conoscere?” e io gli ho detto: “Certo! Non c’è nessun problema!” Poi Mario aveva una lezione ed è andato via ma mi ha lasciato il suo numero di cellulare, segno che a conoscere questo fantomatico Marco lui era veramente interessato. C’era però un problema, se avesse conosciuto Marco di persona lo avrebbe immediatamente identificato con il ragazzo dell’università che lui aveva sempre tenuto a distanza sul sito di incontri e si sarebbe sentito pesantemente sputtanato, ma d’altra parte non c’erano alternative. Ho parlato con Marco e abbiamo organizzato una pizza in tre, quando l’ho detto a Mario, lui si è fatto prendere dal panico, perché era in pratica la prima volta che avrebbe incontrato un ragazzo gay di persona, un po’ aveva paura ma la curiosità era fortissima. Alla fine è bastata un po’ di insistenza e Mario ha accettato di andare a prendere la pizza con me e Marco.

Arriva il grande giorno. Appuntamento alle 20.00 davanti all’università. Io sono lì dalle 19.30, Mario arriva alle 19.45, Marco arriva alle 19.50 (tutti prima dell’orario!). Quando Mario vede Marco e lo riconosce si avverte un attimo di panico, ma Marco gli dà la mano e gli dice: “Ciao, sono Marco, noi già ci conosciamo.” Ma ovviamente Marco non aggiunge altro lasciando sottinteso che si sono conosciuti all’università e quindi tranquillizzando Mario. Siamo andati a prendere la pizza e nella pizzeria abbiamo parlato solo dei nostri corsi di studio. Mario aveva paura che potesse uscire fuori qualche argomento gay ma non c’è stato il minimo cenno di quegli argomenti. Prima delle 21.00 eravamo fuori della pizzeria e ce ne siamo andati un giardinetto vicino all’università, dove c’è una panchina parecchio decentrata. Ci siamo seduti, Marco al centro, alla sua destra Mario e alla sinistra io. Marco ha cominciato chiedendo a Mario: ”Ancora convinto che i gay mangiano i bambini?” La serata si è sciolta un po’, Marco ha continuato a comportarsi come se desse per scontata l’eterosessualità di Mario e Mario non è uscito allo scoperto, però alla fine della serata Marco e Mario si sono scambiati i numeri di cellulare ed è stato un enorme passo avanti.

Un paio di settimane dopo Mario mi incontra per i viali dell’università e mi dice: “Ma pure tu?” Io gli dico: “Beh, le cose non sono quasi mai come sembrano!” e lui mi guarda con un sorrisetto ironico e mi dice: “Mi sa che hai ragione!” poi aggiunge: “La rifacciamo una pizza in tre?” Io gli dico: “Mettiti d’accordo con Marco! A me sta bene quando sta bene a voi!” Lui mi risponde: “Ok!” e va a lezione.

Il secondo incontro in pizzeria comincia sotto i migliori auspici. Appuntamento alle 20.00 al solito posto. Io arrivo come al solito mezz’ora prima, poi Mario e Marco arrivano insieme. Ci salutiamo e Mario dice: “Ormai sappiamo tutto di tutti! … Che atmosfera strana! Una cosa simile non me la sarei mai immaginata!” Io mi ero portato da casa un adesivo con la bandiera arcobaleno, mi avvicino a Mario e gliela appiccico addosso e gli dico: “Che è questa cosa qui? Ah sì… però ti sta bene!” e lui mi risponde: “Quanto sei cretino!” e si mette a ridere.

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