GAY E MEETING DI ORIENTAMENTO UNIVERSITARIO

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progettogayforum
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GAY E MEETING DI ORIENTAMENTO UNIVERSITARIO

Messaggio da progettogayforum » sabato 11 novembre 2023, 12:29

Ciao Project,
ho letto nel forum alcune risposte tue e di Alyosha e mi sono piaciute molto, in un certo senso mi hanno dato una mano a inquadrare certi comportamenti con le categorie giuste. Quello che ti scrivo è in sintesi la storia del mio rapporto con Bruno. Ovviamente i commenti saranno graditissimi.
Conosco Bruno questa estate, all’università, in occasione di un open day per l’orientamento universitario, lui ha più o meno la mia età, qualche mese più di me. L’incontro in occasione del meeting per l’orientamento è del tutto casuale, semplicemente capitiamo su due sedie una a fianco all’altra. Lui è interessato alla facoltà di Ingegneria, come me, ascoltiamo le relazioni di quelli che ci illustrano la scelta, ovviamente ce la presentano come serissima e come la porta per lavori scientifici e tecnici di alto profilo, ma non si deve chiedere all’oste se il vino e buono! Durante la prima pausa (c’erano due pause di 20 minuti durante la mattinata) mi rendo conto che Bruno sta lì da solo come me. Altri ragazzi erano in gruppi organizzati dalle scuole, noi invece eravamo lì da soli, e così lo invito a fare colazione con me. Mi colpisce molto, a parte che è un bel ragazzo, molto dolce e per niente aggressivo, mi colpisce perché parla poco, tra noi ci sono lunghi silenzi anche un po’ imbarazzanti. Faccio di tutto per metterlo a suo agio perché penso di averlo messo in difficoltà. Alla fine del pomeriggio mi chiede da che parte vado e mi chiede se mi va di fare un tratto di strada insieme, e la risposta è ovvia. Io cerco di insistere sul fatto che mi iscriverò a Ingegneria (omissis) e che quella è una scelta seria, ecc. ecc., in pratica tento di convincere anche lui a fare la mia stessa scelta, ma non lo vedo troppo entusiasta, alla fine penso che sia meglio cambiare discorso e finiamo a parlare di politica, ma in modo molto cauto, direi esplorativo. Parlare con lui mi piace molto, poi arriviamo dove le nostre strade si separano e lui mi chiede se ci scambiamo i numeri di cellulare e la risposta ovviamente è sì. L’estate finisce e io comincio a frequentare i miei corsi di Ingegneria, ma lui non c’è, un giorno, dopo le lezioni, all’uscita, lo trovo nei viali dell’università e gli chiedo a che cosa si è iscritto, lui mi dice a Filosofia e lì mi cadono le braccia. Ragionando dal mio punto di vista vorrei dirgli che da Filosofia può fare al massimo l’insegnante e tante altre cose del genere, ma non mi pare il caso di fargli discorsi negativi, in fondo se ha fatto la sua scelta e la sua scelta è diversissima dalla mia io la posso, ansi la devo solo rispettare, anche se non avrei mai seguito quella strada. Lui mi parla dei suoi interessi umanistici (viene dal classico), ecc. ecc.. Insomma io mi rendo conto che viaggiamo su due treni che vanno in direzioni opposte, poi si lascia sfuggire una considerazione molto particolare, mi dice che e a Filosofia in pratica sono tutte ragazze, ma non lo dice come osservazione positiva, cioè come per dire: “Che bello che sono tutte ragazze!” e la cosa mi colpisce, poi si rende conto di avere fatto un’osservazione strana e aggiunge “Però ci sono anche dei ragazzi.” Come a dire: “però, almeno qualcuno ce n’è!” Facciamo un tratto di strada insieme, poi io gli faccio gli auguri per i suoi studi e lui fa lo stesso con me e ci salutiamo. Dentro di me io penso: “Che peccato! Questo ragazzo me lo sono perso ed era proprio un bel ragazzo! Ma forse è meglio, perché con uno tutta letteratura e filosofia avrei avuto proprio poco da spartire. Dopo una quindicina di giorni mi chiama sul cellulare, mi chiede se mi ricordo di lui (domanda retorica!) e mi chiede se mi va che lui mi accompagni all’università, perché mi deve chiedere alcune cose. Ovviamente io accetto di buon grado e mi domando che cosa possa volermi chiedere, gli dico che io parto alle 7.15 perché per prendere un posto buono bisogna arrivare in anticipo, lui dice solo “Ok, alle 7.15”. L’indomani ci vediamo alle 7.15 e mi fa un sacco di domande sulla facoltà di Ingegneria, poi mi dice che ha cambiato facoltà perché le cose che gli ho detto (quali?) sono state convincenti e “anche perché l’ambiente di Ingegneria lo sente più stimolante.” Questa espressione fa scattare nel mio cervello tante possibili interpretazioni (forse interessante perché è un ambiente molto più maschile? Chi lo sa!). Poi aggiunge che però dovrò dargli una mano perché lui non si sente certo il genio della matematica, subito dopo si corregge e dice che si metterà a studiare da subito come un cilindro compressore per mettersi in pari con le materie e recuperare il gap di partenza. Gli dico che si potrebbe “provare” a studiare insieme per vedere che cosa ne viene ma che con o senza di me lui riuscirà certamente a mettersi in pari, su questa ultima affermazione però avevo grossi dubbi. Andiamo a prendere i posti, durante la lezione lui non fa che prendere appunti ma non sembra affatto disorientato, in pratica dà tutto o quasi per scontato. Alla fine gli chiedo che gliene è sembrato e mi dice che “sembra fattibile”. Abbiamo cominciato a studiare insieme il giorno stesso ma lui aveva ben poco da recuperare, diceva che si era comprato dei libri un anno prima in funzione dell’idea che avrebbe potuto fare anche una facoltà scientifica e se li era studiati da sé. Era rapidissimo nel calcolo, conosceva la trigonometria molto meglio di me e non aveva bisogno di formulari, spesso correggeva il mio modo di esprimere certi concetti matematici facendo delle puntualizzazioni alle quali non sarei mai arrivato spontaneamente. Insomma, adesso studiamo insieme tutti i giorni, è una vera e propria simbiosi, stiamo insieme dalla mattina presto al tardo pomeriggio, e quando dico che studiamo insieme intendo che studiamo a basta non parliamo mai d’altro. Le conversazioni fuori programma sono limitate solo ai venticinque minuti di strada che facciamo a piedi la mattina per arrivare in facoltà e la sera quando torniamo a casa. Ecco la storia, mia e di Bruno (ovviamente è un nome di copertura) è a questo punto. Ci sono tanti piccoli e piccolissimi elementi spia che mi fanno pensare che Bruno e della nostra tribù, potrei anche sbagliare, ma non parla mai di ragazze, non familiarizza con le ragazze, non parla mai di cose personali, sembra reticente e non dice una parola che non sia da manuale, ma quello che mi intriga di più sono gli scambi di occhiate e di sorrisi che corrispondono un po’ troppo a un codice non scritto ma in qualche modo esplicito per chi è della stessa tribù. Project l’anno è cominciato da poco … e bisogna vedere quale sarà il seguito, ma se ha cambiato facoltà non è detto che sia solo per fare Ingegneria. Ci posso sperare? Tu che ne pensi?

Alyosha
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Re: GAY E MEETING DI ORIENTAMENTO UNIVERSITARIO

Messaggio da Alyosha » sabato 11 novembre 2023, 18:23

Intanto grazie per avermi citato. Sono in questo gruppo da un po', ma non fui nemmeno uno dei primi ad iscrivermi allora. Resto ancora molto affezionato a questo luogo che evidentemente al netto delle trasformazioni che ha subito la rete ha ancora una sua funzione preziosa per tante e diversissime fasce di età.
Ad ogni modo il tuo racconto mi ha fatto venire in mente i tempi dell'università. Filosofia e Ingegneria erano vicine e in effetti c'erano molti ingegneri che venivano a Lettere per rimorchiare. Paiono non condividere nulla come facoltà, ed in effetti sembrano universi paralleli e tuttavia se avevo tanti amici ingegneri all'epoca lo devo proprio alla Filosofia. Nel tuo racconto purtroppo non ci sono particolari elementi che portano a pensare che il ragazzo in questione abbia un interesse nei tuoi confronti, lo vedo piuttosto molto confuso, su se stesse e il proprio futuro. Mi colpisce molto personalmente che abbia cercato di iscriversi a Filosofia, avendo per altro molti interessi umanistici, ma abbia studiato per recuperare un gap che evidentemente non ha Ingegneria tutta l'estate. Ma mi colpisce per motivi che poco hanno a che fare con l'orientamento sessuale. Anche questo strano misto di insicurezza e preparazione sul piano formativo disegnano un profilo sicuramente interessante. Andrebbe vista com'è la sua sfera relazionale, se è un tipo ritirato o al contrario espansivo. Probabilmente Filosofia l'avrebbe aiutato molto di più ad emergere dal lato umano, molto meno sul piano del lavoro.
Comunque non credo si sia iscritto ad Ingegneria perché guardandosi intorno ha visto tanti maschi, al contrario Filosofia è un ambiente in genere molto rilassato su certi argomenti per cui è facile attiri una certa tipologia di persone. Credo abbia avuto più semplicemente un primo ripensamento su ingegneria, provando a seguire il cuore diciamo così, e poi riflettendoci meglio o ascoltando opinioni in giro abbia compreso che conveniva preferire studi che garantissero un migliore sbocco lavorativo. Non vedo altro onestamente, non dagli elementi che citi. Di solito chi si iscrive a Filosofia è un soggetto "particolare", ma non necessariamente la sua particolarità è essere gay.

Per carità, potrebbe anche essere gay, non dico di no, ma se anche lo fosse non pare sia emerso un interesse particolare nei tuoi confronti. Se decido di studiare con qualcuno fingendo di avere un bisogno di supporto che in realtà non ho è perché ho un secondo fine dichiarato. Cioè intendo, letteralmente ci sto provando, non dico lanciarmi a capofitto, ma qualche battutina, qualche allusione, insomma qualcosa di più che parlare di studio ci sarebbe. Potrebbe essere così timido e riservato a aver paura ad esporsi? E' una possibilità certo, ma personalmente la vedo molto remota. Poi in queste cose non si sa mai, l'animo umano sorprende sempre proprio per la sua imprevedibilità. Espormi io in questa situazione è una cosa che personalmente non farei, però anche qui valuta tu la persona e la sua disposizione su certi argomenti.

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