DIARIO GAY 2021

Coppie gay, difficoltà, prospettive, significato della vita di coppia dei gay
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DIARIO GAY 2021

Messaggio da progettogayforum » sabato 5 novembre 2022, 23:10

DIARIO GAY
I

Innamorarsi di un ragazzo non è un sogno, non so nemmeno dire se è desiderabile. Certo, prima ti sembra tutto un sogno, poi ti rendi conto che non è nemmeno una cosa tua, è qualcosa che ha una sua logica che tu non controlli e spesso neppure capisci, ti rendi conto che sei una parte di un meccanismo più grande che non è al tuo servizio e che, una volta che sei dentro, non puoi che seguire la corrente, che ti porta dove vuole. Io ti voglio bene, non so nemmeno io se dire che è vero, forse lo è ma in un modo tutto mio che probabilmente è lontanissimo dal tuo modo di concepire queste cose. Si sta bene insieme, si sta bene per un po’, c’è anche il sesso di mezzo, non so se c’è veramente da entrambe le parti l’idea di costruire qualcosa in due. Un ragazzo, anzi un bel ragazzo è come una scatola, tu vedi l’esterno che ti piace, ma non sai che cosa c’è dentro la scatola, non sai se ti piacerà quello che c’è dentro, ammesso che quella scatola si apra veramente davanti a te. Le paure, in fondo, sono riserve mentali, sono forme di prudenza che vengono dal fatto che non si sa veramente che cosa si vuole o meglio chi si vuole, in fondo è una scelta a scatola chiusa, e per te è lo stesso, pure tu vedi l’esterno e penso che prima o poi ti renderai conto che il contenuto della scatola non vale poi granché. Dovrei essere felice di aver trovato un ragazzo, un bel ragazzo che “forse” si interessa a me, ma non mi sento affatto travolto dai sentimenti quanto dalle incertezze. Fare un po’ di sesso, per quanto bello possa essere, significa solo fare un po’ di sesso. Mi chiedo perché siamo arrivati a questo punto, se per forza d’inerzia, per caso, o soltanto perché ciascuno di noi aveva i suoi sogni di farlo con un ragazzo e per caso quel ragazzo per te sono stato io, ma poteva essere chiunque altro. Dopo il sesso, e tanto più dopo una serata come quella che abbiamo passato insieme, uno dovrebbe sentirsi felice, entusiasta, e invece no, io mi sento preoccupato, penso che forse sarebbe stato meglio che tutta questa storia non fosse mai esistita. In un certo senso è stato bello, ma in fondo è solo un’esperienza e bisogna guardarsi bene dal considerarla una conquista fondamentale, magari potrà risuccedere, ma non sarà una scelta di fondo della vita. Lo so che te ne andrai, che è stato solo un momento, è difficile da accettare ma alla fine si può solo accettare. Anche un momento può essere bello e non va buttato via, ma è solo un momento. Noi non abbiamo una vita in comune, che non esiste per nessuno, abbiamo condiviso alcuni momenti, poi ciascuno proseguirà per la sua strada che è già segnata.
II
La dignità è la tua virtù principale, ma la dignità è, anche se non soprattutto, distacco, separazione, rivendicazione di fatto di una assoluta autonomia. Capisco che tu rivendichi la tua libertà, ci mancherebbe altro! E lo fai con garbo e con decisione nello stesso tempo. Mi ero riproposto di non dirti mai di no ma anche di non cercarti e non perché non mi piaccia la tua presenza ma perché per un verso non vorrei che mi considerassi come un peso e per l’altro, se questo succedesse, mi darebbe veramente fastidio. Allora è meglio sparire prima, piano piano, piuttosto che bussare alla porta di uno che non risponde.
III
Ogni tanto, quando non trovi di meglio, cerchi anche me, dici che non è così, ma alla fine le pause tra i nostri incontri si fanno tanto lunghe da apparire il preludio di un addio definitivo, o meglio di una sparizione senza addio. Forse noi abbiamo una comunicazione soltanto fisica, o almeno l’abbiamo avuta, poi ognuno resta chiuso in se stesso, lo faccio anche io, lo facciamo insieme, recitiamo insieme una volta ogni tanto la parte degli amanti e poi tutto ritorna come prima e ricomincia un’altra lunghissima pausa. Tu hai la tua dignità, io ho la mia prudenza ed è tutto finito prima di cominciare. Resta solo il sesso che è ancora liberatorio, almeno fino a un certo punto, ma poi la parentesi si chiude e si torna alla vita reale. Io della tua vita reale non so assolutamente nulla, al di là di qualche nome. Bisogna solo aspettare che la cosa finisca da sé.
IV
Mi fa piacere quando ti sento, nei minuti che passiamo al telefono per un verso sono contento che ci sei ancora e per l’altro ho paura che parlare con me ti allontani ancora di più, che metta ulteriormente in evidenza che sono stato solo un momento e quel momento è passato, forse c’è ancora un ricordo non negativo, ma sta svanendo anche quello. Mi piace la tua voce. Tempo fa mi sarebbe sembrato impossibile ma stai svanendo nei miei ricordi. Eri un bisogno e stai diventando un ricordo dai contorni giorno dopo giorno più sfumati. Conto i giorni dall’ultima chiamata, sono ormai 35, quella chiamata potrebbe essere veramente l’ultima. Archiviare è difficile, ci dovrò riuscire comunque, perché non è nemmeno una scelta.
V
Beh, dopo 42 giorni ci siamo rivisti, un po’ di contatto fisico, per avere l’illusione di un contatto. Mi resta l’idea che anche tu sia uno sbandato senza punti di riferimento, con tante frustrazioni e tanti risentimenti, tanti conflitti irrisolti che rimarranno irrisolti. Il nostro sporadico stare insieme non ci aiuta a risolvere i nostri problemi, o forse sì, chissà come saremmo se fossimo veramente soli, cioè uno senza l’altro, forse staremmo ancora peggio di così. Stasera ho avuto la sensazione di un minimo di contatto emotivo che comunque abortisce prima di nascere, perché forse non vale la pena. Ti avevo quasi dimenticato e ora si ricomincia tutto da capo, ricomincia la conta dei giorni, la mia è una vita fatta di attese, la tua non so di che cosa sia fatta, temo che non ci siano nemmeno le attese, ma le mie sono tutte ipotesi campate in aria.
VI
Ti sei rifatto vivo dopo due settimane, abbiamo cominciato a parlare un po’ più seriamente al telefono, appena poche parole, più pause che altro, poi è arrivata un’altra chiamata, mi hai detto: “Ti richiamo dopo” ma, come da copione, non hai richiamato. La nostra telefonata è durata 4 minuti e 26 secondi, poi c’era altro da fare.
VII
Perché mi hai chiamato? Scherzavi, giocavi, provocavi addirittura. Che cosa avevi in mente? Sembravi un’altra persona. Eri contento o era solo uno sfogo quasi nevrotico? Perché non è da te scherzare in quel modo. Io ho partecipato al gioco, o a quello che sembrava un gioco, ma l’atmosfera era tesa, quasi un modo per testare fino a che punto ti avrei seguito. Temo i momenti fuori dall’ordinario, temo le cose inusuali, le vorrei, ma vorrei che fossero vere. Mi aspettavo che mi proponessi di vederci ma non è successo e la telefonata è finita con un brutale: “devo andare a pranzo, ciao”.
VIII
Ma perché ce l’hai con me? Ho cercato di non intervenire mai nelle tue scelte, o forse mi è sembrato di non essere intervenuto. Certe volte io penso che tu non mi ascolti e invece mi ascolti, ma succede proprio nei momenti sbagliati, e da me non ti arriva mai niente di buono. In fondo scambiamo solo poche parole, come fai a sentirti condizionato da queste cose? Sì, è vero che ti ricordi le cose che dico, ma te le ricordi a modo tuo, le prendi per critiche, per modi di dissentire o peggio per prediche incoerenti. Se ho trovato giuste alcune cose che hai fatto, quelle cose le hai fatte tu, le hai scelte tu, io non ti ho imposto nulla, non ti ho condizionato in alcun modo. Non ho dato mai giudizi sui tuoi amici, non ho cercato di allontanarti da nessuno. Ogni parola detta in più può essere causa di incomprensione. Ti dico cose positive perché ti stimo e forse ti voglio bene, anche se ti sento lontano. Non sto cercando di sedurti, non solo sapevo da sempre che te ne saresti andato, ma penso che sostanzialmente sia già successo. Consideri strano il mio comportamento perché da te non voglio nulla più di quello che mi dai. Non ti tengo a distanza per legarti a me, devi essere libero. Sei un uomo serio anche se molto diverso da me. Le mie frustrazioni sono solo mie, non ti posso colpevolizzare perché sei fatto così. Continuo a pensare a te ma in un altro modo, mi manchi, almeno in un certo senso mi manchi, ma non ho più il desiderio di costruire qualcosa con te di diverso da quello che già esiste (e qualcosa esiste), il resto semplicemente non ha senso perché non esiste. Una volta mi avevi chiesto di alcuni miei amici che tu pensavi fossero miei ex, in effetti anche tu sei mio amico e non sei il mio ex, non lo sei mai stato, non ti sei mai sentito il mio ragazzo e, secondo me, hai fatto benissimo, sia per te che per me. Amici, anche un po’ alla lontana, lo siamo veramente, il resto è solo un po’ di sesso, che non penso sia mai stato entusiasmante nemmeno per te, quella era solo la copertura per qualcosa di più complicato e più contorto che non riesco a capire del tutto, è quel qualcosa che non è chiaro che probabilmente è stato la vera motivazione del nostro rapporto che ha una conflittualità che non è tipica dell’amicizia. Mi chiedo che cosa pensi di me, ammesso che tu ti sia mai posto il problema, certe volte penso che mi identifichi con altre persone che hanno avuto un peso reale, non so se positivo o negativo, nella tua vita, e così forse conto più come simbolo che come persona. Qualche volta ho pensato che tu vedessi in me cose che non ci sono proprio mai state, sia in negativo che in positivo. In ogni caso l’immagine che hai di me è in gran parte un parto della tua fantasia e potrei dire più meno lo stesso dell’immagine che io ho di te. Chissà che cosa diresti se leggessi questo diario. Mi prenderesti per un delirante che riempie i quaderni di meditazioni assurde? O forse ti chiederesti perché scrivo queste cose? Una sola cosa è certa, non lo saprò mai.
IX
Non ti sento da tantissimo tempo, ormai non conto più i giorni. Qualche volta mi torni in mente, penso che se sei sparito vuol dire che stai bene e che la mia funzione ormai è esaurita e questa cosa mi risolleva il morale. Vorrei tornare indietro? No. Lo dico senza punto esclamativo. Pensarti felice, o almeno più sereno, mi tranquillizza. Chissà se ci incontreremo di nuovo. Il senso delle cose spesso non si può capire. Dimenticarmi è giusto ma non vorrei che tu ti ricordassi di me in modo negativo. Avere avuto un’influenza negativa mi schiaccerebbe moralmente.

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Re: DIARIO GAY 2021

Messaggio da progettogayforum » mercoledì 9 novembre 2022, 10:16

Caro Project, ho visto che hai messo nel forum i frammenti di diario che ti avevo mandato l’anno scorso, che però fanno un po’ di malinconia perché sembra che la mia storia sia finita così e quando ti avevo scritto sembrava finita anche a me, ma poi le cose sono andate avanti, in modo non so se dire previsto o imprevisto, ma sono andate avanti. Se vuoi, pubblica anche i frammenti di diario che ti mando oggi, perché così la storia acquista il suo senso reale, almeno quello che ha in questi giorni. Ho già eliminato tutti gli elementi sensibili, quindi, se vuoi, puoi pubblicarla come sta.
X
Quando ho risentito la tua voce ho messo in crisi tutte le certezze che avevo costruito in tanti giorni. Devo riconoscere i miei torti: non ho avuto fiducia in te, ho lasciato correre il mio pensiero sui soliti binari negativi e ho dato per scontate cose che a me sembravano scontate ma non lo erano. La pausa è stata particolarmente lunga e quindi ansiogena ma è stata solo una pausa, ma io non potevo rendermene conto e sono corso alle conclusioni sbagliate, e in fondo è stata una pausa non voluta da te. Non ti sei dimenticato di me, mi sembra quasi impossibile ma ci sei ancora, ci siamo ancora. Quel rapporto labile e problematico esiste ancora, non è andato in pezzi. Abbiamo parlato più del solito e in modo molto tranquillo, non so se eri contento di sentirmi ma mi sembrava che la cosa almeno non ti dispiacesse. A questo punto pure questa prudenza mi sembra fuori luogo, se non del tutto stupida. Mi hai detto che uno di questi giorni passerai a trovarmi e ne sono stato contento, non mi aspettavo un discorso simile che è stato indubbiamente gradito. Tutto il discorso, il mio e il tuo, è venuto in modo spontaneo e non ho avuto paura di dire cose sbagliate. Non posso negare che sono contento. È incredibile come una telefonata possa cambiare l’umore di una persona.
È vero, avevo dato spazio alle mie paure, ma tu non sei sparito, la tua presenza è diretta e semplice, come in fondo è sempre avvenuto, io invece coglievo solo il peggio, interpretavo i tuoi comportamenti come distruttivi, proiettavo in te il peggio di me stesso, vivevo il mio rapporto con te come un rapporto tra il peggio di me e quello che io credevo il mio lato migliore e insieme il più debole, ero killer e vittima di me stesso, in te incarnavo lo spirito indifferente e distruttivo che mi porto dentro, ma tu non sei il lato peggiore di me, sei un’altra persona, per fortuna sei un’altra persona. Ciò che mi ha attirato di te era la tua debolezza e la tua disponibilità, sotto una scorza ruvida. L’errore è proiettarsi nell’altro senza fidarsi di lui, perché questa sembra la scelta migliore e quasi obbligata, è in fondo un modo di credersi migliori, di pensare di capire tutto, di essere il paradigma di tutto. Oggi sono stato felice perché ho capito che non sei il mio doppio al negativo ma sei migliore di me, hai i tuoi difetti, ma sei diverso da me e puoi capire cose che io non posso capire e sentire cose che io non posso sentire. Le pause, anche quelle lunghissime, non preludevano a nulla, il tuo reclamare la tua libertà non nascondeva nessun tentativo di abbandono. In fondo che senso ha chiedersi se sei o non sei il mio ragazzo? Ti ricordi di me, mi cerchi, sei tu che mi cerchi, io mi limito a desiderare di essere cercato. Pensarti mi allontana dal senso del vuoto. Con me hai avuto pazienza perché in me hai visto qualcosa di buono, non qualcosa di strano ma qualcosa di buono. In fondo il nostro rapporto ha radici profonde, io non ho cercato altri ragazzi, tu lo hai fatto e io l’ho considerata sempre una cosa ben fatta e mi sono messo da parte, ma il nostro rapporto non si è perduto, io non volevo che si perdesse, anche se lo temevo, tu hai fatto in modo che non si perdesse. Quando le parole sarebbero state difficili e complicate tra noi c’era la fisicità che parlava. Non ho mai desiderato un altro ragazzo, volevo solo te, anche con un rapporto problematico, anche con tanti dubbi e tante incertezze, ma volevo te e nessun altro. Tu hai avuto le tue storie ma un posto per me c’è stato sempre. Tu sai che sto attento alle tue parole, che cerco di capirti e che sono contento quando ti vedo. Non abbiamo mai recitato e non abbiamo mai litigato, perché il litigio porta al distacco e noi non ci siamo mai persi di vista. Oggi è stata una giornata felice.
XI
Sto bene con te, non c’è bisogno di troppe parole, insieme possiamo permetterci di essere quello che siamo, tu un po’ ruvido e drastico, io ossessivo e appiccicoso, cose di cui ci accusiamo a vicenda ma che in fondo accettiamo. Io neppure so di che cosa posso consolarti ma so che ci sei veramente e tu sai che certe tue uscite drastiche saranno accettate e non saranno comunque considerate distruttive. Ci sopportiamo, ma forse non è solo questo. Se tu volessi fare a meno di me potresti benissimo mettermi al dimenticatoio, ma non è mai successo e sono passati ormai diversi anni. Anche io, in fondo, potrei fare a meno di te, ma con te sto bene, penso oggettivamente di non aver trovato mai nessuno migliore di te, sogno, penso ancora vanamente, di costruire un futuro con te, ma è un sogno tutto mio, lo sogno perché sei il mio rifugio privato, quello nel quale forse non si è capiti al 100% ma si è comunque accettati con quel garbo ruvido che rimprovera ma non aggredisce, e poi la tua censura non è mai radicale, nelle cose che dico riconosci almeno la buona volontà. Prendi le distanze ma senza allontanarti troppo. Poi c’è il sesso che in fondo rappresenta un po’ tutto il resto, è la volontà di trovare un equilibrio e lo abbiamo trovato lì molto più che nelle parole. Certe volte resto stupito di come, nel sesso, tutto diventi molto più facile e diretto, parlo del sesso con te, perché in altre situazioni non succedeva affatto così. L’intrecciare le mani è un gesto di straordinaria intimità. Non c’è nulla di te che non mi piaccia e mi stupisco del fatto che tu mi trovi sessualmente interessante. Anche altre persone mi hanno trovato interessante sotto quel punto di vista, ma erano persone che non mi attiravano, con te lo straordinario è stata la reciprocità, una cosa che non avevo mai vissuto con nessuno. Abbracciarti stretto, sentire che ci sei veramente e che stai bene con me è la cosa più bella che ho vissuto. La spontaneità e la semplicità nello stesso tempo creano l’unione profonda di due persone. Tu mi hai permesso di avere un posto nel tuo mondo più intimo e questo nessuno lo ha mai fatto come lo hai fatto tu, senza riserve e senza esitazioni.
XII
Tu non hai solo me, hai anche altri ragazzi e non è per uno sfogo sessuale, tu hai altri ragazzi ai quali vuoi bene e lo vedo dalle pochissime cose che ne dici, non è un capriccio, quei ragazzi sono veramente importanti per te più o meno come lo sono io. Su questo punto posso riflettere soltanto con me stesso, su questo non posso avere un confronto con te. L’esclusività è così importante? Certo che è un desiderio di fondo molto difficile da tenere sotto controllo. Onestamente io non ho l’impressione che tu mi voglia bene di meno perché hai altre storie, certo devi dividere il tuo tempo, ma questo l’ho sempre saputo. Mi sento geloso? Francamente no. Tra me e te non c’è un rapporto di coppia, non mi sento né tradito né deluso, era tutto chiaro fin dal principio, niente bugie, niente polvere sotto il tappeto, e non credo nemmeno che tu abbia vissuto le tue storie come reciprocamente in conflitto. Quindi dovrei mettere da parte il problema e semplicemente non pensarci più. Anche pensare che tu possa avere contatti sessuali con altri ragazzi non mi sconvolge, perché è successo certamente parecchie volte da quando ci siamo conosciuti e non lo hai mai negato e comunque tra noi si è conservato un rapporto affettivo autentico con una sessualità che non mi sembra minimamente condizionata da nessuna delle due parti. Magari vorrei un po’ più del tuo tempo, anche se so che questa sarebbe una forma di egoismo. Se non mi sono mai preoccupato prima di questi problemi perché dovrei preoccuparmene adesso? Motivi seri, oggettivi, per farmi problemi del genere non ne ho, anche se sotto sotto tendo a interpretare il nostro rapporto come un qualcosa che potrebbe (dovrebbe) diventare esclusivo. So che non succederà mai ma togliersi un’idea del genere dal cervello non è tanto facile. Di una cosa sono certo: l’assenza di esclusività non mi porterebbe mai a mettere in crisi il nostro rapporto.
XIII
Ho passato una splendida serata con te! Direi molto al di là delle mie aspettative. C’è un solo elemento che mi mette in ansia e cioè l’ipotesi che tu hai ventilato di poter andare a lavorare all’estero. Ne hai accennato en passant, come di una cosa che potrebbe “anche” succedere, diciamo pure come di una eventualità remota. Io ho avuto paura di spingere oltre il discorso e sono stato zitto. Tu ami il tuo lavoro, ed è giusto che sia così, ma ami anche alcune persone, tra le quali ci sono anche io. Se te ne vai non metti da parte soltanto me, ma praticamente tutte le persone che per te contano veramente, almeno è quello che io vedo. Il lavoro è importante, lo capisco ma un salto di qualità nel lavoro ti porterebbe alla solitudine affettiva. Potresti certamente crearti un mondo alternativo altrove, questo è innegabile ma ci vorrebbero anni come ci sono voluti anni per crearti il mondo che hai qui. Insomma, io non ho avuto il coraggio di dirti quello che penso e questo non mi piace. Non dovrei avere paura di dirti quello che penso e invece quella paura c’è.
XIV
Un’altra splendida serata con te e senza nessun accenno ad un possibile cambio di lavoro. Da quello che dici mi sembra che nel lavoro che hai adesso ti trovi decisamente bene. Anche questa volta ho preferito stare zitto. Ti avrei chiesto volentieri qualche chiarimento in più sulla ipotetica partenza ma anche questa volta ho avuto paura e questa cosa non mi piace. Domani o comunque al più presto devo cercare di affrontare il discorso. Forse è meglio aspettare la prossima volta che ci vediamo. Mannaggia! Mi faccio ancora condizionare da te!
XV
Serata con te veramente bellissima. Ho trovato il coraggio e ho affrontato subito la questione lavoro. Tu mi hai detto che la possibilità di andare all’estero era sfumata, e questo lo avevo capito dal fatto che non ne avevi più parlato, poi ti ho chiesto “Ma se la cosa non fosse sfumata e la possibilità di partire ci fosse stata veramente, tu cha avresti fatto?” Mi hai detto sorridendo: “Per fortuna non ho dovuto scegliere io, ma se avessi dovuto penso che non sarei partito, perché qui non ho solo un lavoro…” Dopo abbiamo fatto sesso ed è stata una cosa molto bella, molto tenera, con qualche sorriso e qualche risatina quando ci stava bene. Il nostro rapporto, visto da fuori è incomprensibile ma per noi ha un valore enorme! E dico noi, non soltanto io!

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