SE UNA RELAZIONE GAY FINISCE

Coppie gay, difficoltà, prospettive, significato della vita di coppia dei gay
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progettogayforum
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SE UNA RELAZIONE GAY FINISCE

Messaggio da progettogayforum » martedì 6 dicembre 2022, 2:54

Caro Project,
apro spesso il forum di Progetto per vedere se c’è qualcosa di nuovo, ma ormai le novità sono piuttosto rare, comunque qualcosa ogni tanto c’è, e quello che mi stupisce è che nella maggioranza dei casi si tratta di storie in cui uno dei due finisce per adattarsi all’altro e per accettare qualunque cosa, poi c’è tutta una rielaborazione psicologica che deve dimostrare che una storia, anche se di fatto non è più tale, è comunque pur sempre una storia e che in qualche modo ha un valore anche così. Ma io mi chiedo se quelle storie, che a chi le vive sembrano comunque importanti, esistano o non siano solo un parto della fantasia di chi crede di viverle. Va bene non cercare l’assoluto ed evitare di credere all’impossibile, ma se una storia è finita, a me personalmente sembra molto meglio prenderne atto e girare la pagina. Poi magari ci sarà ancora qualche contatto tra i due, forse pure un po’ di sesso, chi lo sa… , ma la storia non c’è più, ammesso e non concesso che quella storia sia mai esistita. Quando i presupposti sono proprio evanescenti, ci vuole molta fantasia per immaginarsi che esista veramente una relazione. Le attese lunghissime (anche di mesi) sono il segno che una relazione non esiste proprio, magari ci si potrà pure vedere, se capita (cioè se da entrambe le parti non c’è di meglio) ma non c’è nessuna storia. Capisco bene che chiudere una storia in un momento di rabbia o di rifiuto radicale è molto più facile e istintivo che chiuderla quando ci sembra che sotto la cenere il fuoco non sia ancora spento, ma c’è pure un limite di buon senso. Io personalmente non accetterei di essere solo una eventualità “possibile” per il mio ipotetico compagno. Certo, poi molto dipende anche dall’età e dal carattere delle persone coinvolte. Ma preferisco stare esplicitamente e dichiaratamente solo piuttosto che considerarmi vincolato in modo del tutto unilaterale ad uno che potrà anche volermi bene ma non accetta di condividere la vita con me. Cioè, se preferisce tenere per se i suoi amici, le sue conoscenze, il suo privato, il suo tempo, ecc. ecc., beh, allora io preferisco dirgli affettuosamente ciao e andarmene per la mia strada. Io adesso sono solo (ho 35 anni) ma solo sto bene almeno a metà, non ho un compagno ma non ho i problemi di quelli che hanno un compagno. Certo, ho un mondo mio personale molto più vuoto di prima, cioè di quando avevo un ragazzo, ma in fondo, anche prima che ci lasciassimo eravamo soli in due. La nostra storia è andata avanti per tre anni e poi è finita, ed è meglio prenderne atto più che tirare avanti con fatica o accettare qualunque cosa in nome di una fedeltà che non ha più alcun senso. Attenzione, Project, io non rivendico la mia libertà per darmi alla pazza gioia, perché adesso non ho nessuno, ma preferisco non illudermi e non cercare di far rivivere quello che non c’è più. Anche le storie di coppia sono cose transitorie, come cominciano così finiscono. Certo, poi c’è anche il mito del principe azzurro, solo che non ha niente a che vedere con la realtà. L’amore deve essere gioia, non sacrificio e soprattutto deve essere reciproco. Sacrificarsi per amare un altro vuol dire anche imporre o provare ad imporre ad un altro uno che “si sacrifica” per lui ma che, proprio per questo, non lo ama veramente in modo genuino. Sopportare significa anche covare verso l’altro un risentimento non dichiarato. Ma non è meglio parlare chiaro più che atteggiarsi a moglie tradita o comprensiva ma sempre fedele e disposta a perdonare tutto e ad accettare qualsiasi condizione? Se non mi vuoi veramente, perché hai da pensare a tante altre persone e a tante altre cose, beh, allora è meglio che io mi cerchi qualche altro o al limite resti solo, perché una situazione rattoppata è solo una situazione rattoppata. Almeno io la penso così.

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