ACCETTARE O NON ACCETTARE UNA RELAZIONE GAY INTERGENERAZIONALE

Coppie gay, difficoltà, prospettive, significato della vita di coppia dei gay
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progettogayforum
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ACCETTARE O NON ACCETTARE UNA RELAZIONE GAY INTERGENERAZIONALE

Messaggio da progettogayforum » sabato 20 aprile 2024, 19:44

Caro Project,
in questo periodo mi è successa una cosa strana, inattesa ma gradita, anche se mi lascia molto perplesso. Non sono più giovanissimo, ormai sono over 40, ho avuto un compagno per diversi anni, ma poi è finita e ci siamo lasciati, ci siamo lasciati bene ma ci siamo lasciati, lui, come si dice si è rifatto una vita, io no, ma tutto sommato sto bene così, ho il lavoro, gli amici, ho ancora i miei genitori, e tutto sommato sto bene come sto. Beh, a un certo punto mi rendo conto di essere oggetto di interesse da parte di un ragazzo di 21 anni, quindi mi faccio due conti e mi dico: “Marco (io mi chiamo così!) non ti mettere in testa stupidaggini! Taglia la corda subito, finché sei in tempo!” E io taglio la corda. Nota che questo ragazzo è figlio di amici, il che complica enormemente le cose. Io sparisco dalla circolazione. Nota che da bravo gay ormai vecchiotto, non ho social quindi non sono contattabile in nessun modo. Non ho nessuna prova che quel ragazzo sia gay e comunque la differenza di età è tale che è meglio stare alla larga. Insomma io sparisco, non frequento più i suoi genitori, tutto va avanti bene per qualche mese e penso che lui si sia beatamente dimenticato di me. Una domenica mattina mi chiama verso le otto e mi dice che ha delle cose da chiedermi, gli chiedo su che cosa, e lui mi dice che preferisce parlarne a quattrocchi, io gli dico di sì, perché, per quanto sia assurda è comunque una cosa interessante. Provo a dargli un appuntamento fuori, da qualche parte, ma mi dice risoluto che verrà lui da me, cioè a casa mia, io mi limito a dire ok! Verrà da me appena può, ma dice che ci metterà poco. Io rassetto subito casa che è tutta un casino, perché vivo solo e da me non viene mai nessuno. Non passano nemmeno 20 minuti e arriva. Gli offro una tazza di tè, un gelato e facciamo quattro chiacchiere generiche, poi gli chiedo che cosa voleva chiedermi e lui mi risponde: “Volevo chiederti se sei gay, io lo sono!” La mia faccia perplessa, diventata di tutti i colori rispondeva al mio posto, alla fine gli ho detto: “Anche io.” E lui ha aggiunto: “Credi che tra noi funzionerebbe?” Io gli ho risposto: “Prima di tutto credo che tuo padre come minimo mi ammazzerebbe!” e lui ha detto: “Lascia stare mio padre, ti ho fatto una domanda precisa!” Io non sapevo che dire e ho cercato di prendere tempo e gli ho detto: “Io penso che tu faresti meglio a cercarti un compagno tra i tuoi coetanei.” E lui mi ha risposto: “Ma i miei coetanei non mi attraggono, tu sì! Adesso rispondi!” Io ho fatto un lunghissimo sospiro e gli ho detto: “Non lo so!” e lui ha concluso: “Quindi non è un no! Ok, per oggi basta! Vengo a trovarti domani alla stessa ora, tu nel frattempo pensaci!” Si è alzato, è venuto da me che stavo seduto in poltrona e mi ha baciato sulla guancia come baciano i ragazzini e se n’è andato via. Tu capisci che tegola arriva in testa a un 44-enne ormai in pace con se stesso e con la vita! La prima cosa che ho pensato, comunque è stata un’altra, questo ragazzo, che chiamerò Guido, è un bel ragazzo sì, ma non è il mio tipo, cioè io la tentazione di provarci con lui, anche se le condizioni fossero tutte favorevoli (cosa che non succede assolutamente!) realmente, così, istintivamente, non ce l’avrei, quindi se io facessi il moralista e gli dicessi semplicemente di no, alla fine non ne rimarrei veramente deluso, ma poi che cosa può volere Guido da me? Ok, non lo interessano i coetanei e quindi non può andare a pescare in quel laghetto, ma che rapporto ci può essere con uno che potrebbe essere mio figlio? A parte il fatto assolutamente non trascurabile che è figlio di amici. Francamente la paura di cacciarmi in qualche grosso pasticcio ce l’ho eccome, lui sta all’università, fa il secondo anno quindi dipenderà dal padre ancora per parecchi anni… ma dove vado? E poi se ci aggiungo che non è nemmeno il mio tipo, potrei dirgli proprio che non me la sento, però dovrei dirgli il motivo vero, quello di fondo e cioè che non è il mio tipo, ma una cosa del genere potrebbe essere pure offensiva. Quando lui avrà 30 anni io ne avrò 53! No! Non ha proprio senso! Questo è lo stato dei fatti a oggi, domani ha detto che ripassa da me. Io quasi quasi non mi faccio trovare, però ho il suo numero e gli posso dire che devo lavorare, così prendo tempo, ma comunque, dopo, una risposta gliela devo dare. Un po’ di tentazione c’è ma rischio di fare proprio la figura del deficiente. Naaaa. Niente, la risposta può essere una sola e senza troppe spiegazioni: “Scusami ma non me la sento!”
Project, se mi dici che ne pensi mi dai un aiuto grosso. Vedi tu.

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