SESSO GAY COME SCUOLA DI SENTIMENTI

Approccio dei ragazzi gay verso la sessualità
Rispondi
Avatar utente
progettogayforum
Amministratore
Messaggi: 5950
Iscritto il: sabato 9 maggio 2009, 22:05

SESSO GAY COME SCUOLA DI SENTIMENTI

Messaggio da progettogayforum » martedì 12 ottobre 2021, 13:41

Caro Project,
certe mail che pubblichi raccontano cose molto simili a quelle che ho vissuto anche io, però in genere uno deve estrapolare il pensiero di fondo che è più suggerito che dichiarato esplicitamente, in particolare quando si parla di sesso, ma è proprio sul sesso che vorrei dire la mia.

Sono cresciuto in un ambiente in cui nessuno parlava di sesso, né bene né male, non era un argomento rimosso, ma nessuno ne parlava seriamente, come se, al di là delle barzellette, fosse una realtà da relegare completamente nel privato individuale. Ho avuto alcuni partner, qualcuno era un po’ come me, tipo: “si fa ma non si dice”, altri invece ne parlavano o meglio ne straparlavano in tutte le occasioni, ma un po’ a livello di banalità e un po’ a livello di pettegolezzo. Solo con un ragazzo (che qui chiamerò Mirko) le cose sono veramente uscite da queste due strade quasi obbligate.

Oggi io ho 34 anni e Mirko ne ha 32, ma ci conosciamo già da dieci anni. Io all’epoca ero molto complessato dalle cose del sesso, lui molto meno di me. La prima volta che ho visto una sua foto su una chat (non una chat erotica!) ho pensato che fosse veramente bellissimo, o almeno che fosse il mio ragazzo ideale, a modo mio gli ho fatto la corte, ci ho parlato per decine di ore e più parlavamo più mi affascinava, io, in un’altra situazione, sarei stato prudentissimo, ma con lui mi sono lasciato andare totalmente, vedevo che mi cercava, prima solo in chat, poi al telefono, e poi anche di persona, perché stavamo nella stessa città, passava molto tempo con me, non ero io a chiederglielo, era proprio lui a creare le occasioni, eravamo arrivati al punto che ci vedevamo ogni giorno, io ho avuto un momento di esitazione e ho provato a prendere le distanze, e allora lui ha messo subito le cose sul piano sessuale, mi ha detto che non era mai stato con nessuno, come me d’altra parte, devo dire che non ho avuto dubbi, ci eravamo raccontati tutte le nostre storie nei minimi dettagli e non mi sembrava proprio uno che potesse raccontarmi balle. Oggi mi rendo conto che ho rischiato e se mi ricapitasse una cosa simile (cosa sostanzialmente impossibile) sarei molto più cauto, ma allora non ho avuto la minima esitazione.

Mirko mi voleva, mi desiderava, non so come avesse fatto, ma aveva capito che tra noi ci sarebbe stata una corrispondenza sessuale assolutamente unica, eppure tutte le evidenze sembravano indicare il contrario. Effettivamente con lui non ho avuto nessuna forma di imbarazzo a nessun livello, non c’è stato mai il minimo fraintendimento. Sono rimasto incantato dal fatto che mi volesse fare entrare senza riserve nel suo mondo sessuale, che volesse farmi capire anche gli aspetti più problematici, o presunti tali, della sua sessualità, che volesse condividerli con me. Di me si fidava, voleva che lo accettassi e lo capissi come era veramente. Non facevamo solo sesso, ne parlavamo anche molto e lui si stupiva che io lo accettassi al 100%, che non storcessi mai il naso, ma la sua sessualità a me non sembrava poi così strana, anzi non lo sembrava affatto e lui di questo era contento. Penso che anche lui, in fondo in fondo, fosse un po’ complessato, cioè tendesse a vedere la sua stessa sessualità come una cosa strana quando poi non lo era affatto.

Tra noi c’erano piccole scaramucce che però servivano a sottolineare che comunque non crollava nulla. Lui sapeva che non gli avrei mai detto di no. Con me usava un linguaggio scopertamente sessuale, certe volte mi chiamava la mattina presto prima di andare all’università, o qualche anno dopo, prima di andare al lavoro e cercava di eccitarmi con discorsi molto diretti e coinvolgenti. Tutto questo non mi era affatto indifferente, anche io mi fidavo di lui e parlavo con lui con la massima libertà, e penso che lui non abbia mai tradito la mia fiducia. Anche su questo, cioè sulla assoluta riservatezza, c’era tra noi un patto non scritto ma sempre rispettato. Io sapevo che in qualche modo lui contava su di me come partner sessuale. Non so se avrebbe potuto pensare anche ad altri ragazzi, ma io ero certamente nei suoi pensieri e probabilmente ero in cima alla lista.

Qualche rarissima volta gli ho detto di no e lui l’ha accettato perché sapeva che sarebbe stata una cosa temporanea. Lui non voleva essere rifiutato, mi diceva: “Se mi vuoi bene non mi puoi dire di no, almeno una volta fai quello che ti dico io! Una volta sola, ma non mi dire di no a priori!” Mi rimproverava affettuosamente e mi diceva che io non ero affatto imbranato nel sesso, ma certe volte giocavo a fare l’imbranato e lo facevo arrabbiare.

Mi chiedeva di prendere l’iniziativa e allora mi sentivo incoraggiato a chiamarlo, ma poi mi rimproverava di non essere sufficientemente intraprendente, di essere poco focoso, e mi diceva: “Prendi l’iniziativa, sii spontaneo! Non giocare sempre di rimando!”

Come tu sai bene, Project, il sesso è una cosa molto complicata, in cui, più che i comportamenti, contano i significati che si danno a quei comportamenti, e i significati sono legati in modo strettissimo alla storia individuale, per trovare un equilibrio bisogna conoscere molto bene l’altro, al limite bisognerebbe arrivare a comprendere la sua esperienza emotiva anche nei suoi aspetti inconsci, cioè bisognerebbe conoscere l’altro meglio di come lui conosce se stesso. Ma anche semplicemente per ascoltare l’altro, per ascoltare tutto quello che ci vuole e ci può dire di sé, ci vuole tempo e ce ne vuole molto. Quando parlavo ogni giorno con Mirko, cioè quando non eravamo troppo occupati nello studio o nel lavoro, diciamo quando eravamo in maggiore intimità, la comunicazione era ottima e in fondo il sesso era anche se non soprattutto una modalità di comunicazione, quando invece eravamo molto impegnati e ci vedevamo una volta ogni tanto, l’attenzione era concentrata sugli aspetti tecnici del sesso (per così dire) e per noi era più difficile capire uno i comportamenti dell’altro, le cose diventavano più meccaniche e i coinvolgimenti si davano per scontati nel modo più banale.

Per lui il sesso è una cosa spontanea, e in fondo lo è anche per me, mentre l’affettività, il dialogo e la comunicazione dei sentimenti sono realtà che gli è molto più difficile gestire. In qualche modo pensa che l’affettività sia uno step successivo rispetto al sesso, ma anche oggettivamente più difficile da governare. Per lui una delusione sessuale (prima di conoscermi ne ha avute alcune) non creava particolari problemi, si buttava facilmente la cosa alle spalle e andava avanti, mentre una delusione affettiva era distruttiva nel senso più radicale del termine, perché la viveva come un rifiuto della persona. Lui nel sesso è totalmente sciolto, parla di cose tecnicamente sessuali senza nessun imbarazzo ma tende a non dire mai cose come “ti voglio bene”, quella è un’espressione di cui ha paura, pensa che sia troppo assoluta, troppo impegnativa e in sostanza falsa praticamente in tutti i casi.

Quando dà al sesso un significato solo prestazionale è tranquillissimo, ci gioca proprio, se il sesso prende una piega più affettiva lui tende ad estraniarsi, non vuole farsi coinvolgere in un gioco di sentimenti, li teme. Sottolinea sempre il fatto che lui non ha preso nessun impegno, che per lui conta solo il “qui e ora” e che al domani ci penserà domani. Insiste nel dire che non siamo una coppia e che non saremo mai una coppia, però di fatto lo siamo e sono ormai più di dieci anni che è così. Forse è vero che i rapporti che hanno bisogno di dichiarazioni ufficiali sono sostanzialmente molto più fragili di quelli apparentemente di basso profilo. Nel campo affettivo lui non sopporta i doveri, l’idea di prendere impegni dai quali non si può sfuggire, deve sentirsi libero in ogni momento, se fosse un cane non sopporterebbe né la museruola né il guinzaglio.

Nel corso dei dieci anni della nostra relazione c’è stato un ragazzo che con lui ci ha provato veramente perché ha sottovalutato il rapporto che Mirko aveva con me, io per qualche tempo ho temuto che questo potesse mettere in crisi la nostra relazione cosa che non si è realizzata, perché quel ragazzo, in nome del fatto che lui era innamorato di Mirko, pretendeva di mettere a Mirko il guinzaglio; è arrivato a pretendere che Mirko non mi vedesse più e il risultato è stato che Mirko ha interrotto la relazione con lui invece che con me. A me ha detto: “Lui pretendeva di dirmi quello che io dovevo o non dovevo fare, mi diceva delle frasi che mi davano fastidio, come: tu sei la cosa più bella che ho avuto! Ma io non sono una cosa e non sono di nessuno.” Gli ho detto che se quel ragazzo fosse stato meno impositivo, forse, lui avrebbe messo me da parte e lui mi ha risposto: “Forse gli avrei dato qualche possibilità in più, ma doveva capire che non sarei stato mai suo, come non sono mai stato tuo…” alla fine di questa frase però ha sorriso come per dire che stava dicendo una scemenza.

Dal mio punto di vista la sua presenza è ormai una realtà irrinunciabile e penso che sia così anche per lui, è subentrata forse anche un po’ di abitudine, diamo per scontato che certe cose debbano succedere comunque e di fatto succedono. La nostra storia ormai è diventata quasi una caratteristica genetica che, penso, ci porteremo appresso per tutta la vita. Ovviamente lo penso, ma non lo so, però lo penso e anzi lo pensiamo in due.

C’è una cosa alla quale ho pensato spesso e che in un certo senso mi tenta ed è la convivenza. Dal mio punto di vista sarebbe l’ideale, mi capita eccome di fermarmi a pensare che sarebbe una cosa molto bella e mi piacerebbe tanto se lui ne parlasse, ma lui non ne parla e io non ho il coraggio di parlarne per primo, perché potrebbe sembrare che gli voglio mettere quel famoso guinzaglio che lui non sopporta. Se vivessimo insieme, per lui, sarebbe difficile potersi sentire libero al 100%, mi sa che devo mettere da parte l’idea anche se per me sarebbe il massimo, credo che rinviare il discorso sia la soluzione di buon senso, in effetti voler bene a qualcuno vuol dire cercare di vedere le cose dal suo punto di vista. Chissà, magari tra altri dieci anni sarà lui a propormi la convivenza. Fare l’amore è bello, però penso che vivere veramente insieme sarebbe ancora meglio, sia per lui che per me, anche se vivendo insieme potrebbero emergere degli aspetti problematici del nostro rapporto che fino ad ora non sono emersi proprio perché non c’è stata convivenza, so bene che questo è un discorso teorico ma potrebbe essere realistico, però alla fine io penso che se noi vivessimo insieme anche lui starebbe meglio, o ancora meglio.

Non so se queste lunghe storie senza convivenza sono una cosa frequente, e francamente non lo credo, non so se lui considera il nostro un rapporto di tipo sostanzialmente familiare, però queste storie, sono storie che hanno veramente una base affettiva, anche se tenuta sempre in tono minore, non lo dico perché è quello che vorrei io ma perché lo vedo ogni giorno: lui a me ci pensa, si fa sentire, e sa che io a lui ci penso. Tra noi parlano i comportamenti più che le parole. Quando facciamo l’amore lui è contento, cioè è sereno, è se stesso fino in fondo, si comporta un po’ come un ragazzino, sorride, si sente capito e il fatto stesso di vederlo così mi manda in estasi. Penso che siamo stati molto fortunati!

Avatar utente
progettogayforum
Amministratore
Messaggi: 5950
Iscritto il: sabato 9 maggio 2009, 22:05

Re: SESSO GAY COME SCUOLA DI SENTIMENTI

Messaggio da progettogayforum » mercoledì 13 ottobre 2021, 10:18

Mah, saranno pure stati fortunati, ma io non so questi in che mondo vivono. Il poi il tiolo: “Sesso gay come scuola di sentimenti”, ma come ti viene in testa? O forse sono io il deficiente totale, quello che non ha visto gli aspetti “bellissimi” del sesso gay. A me certe cose mi sembrano proprio stronzate da illusi, da gente che si vuole dare un contegno e si vuole credere felice, magari perché qualche mezza volta ha fatto sesso e alla fine non c’è stata da schifo e allora si esalta e si vede il suo bello come la pietra rara caduta dal cielo. Il sesso gay, non c’entra niente con le favolette, con l’altruismo e i buoni sentimenti, per me è una preoccupazione seria. Siamo onesti, il sesso attira, te lo sogni come ti pare e ti illudi che trovi il ragazzo che la pensa come te. Sarà forse perché io sono più stupido degli altri, ma da quello che vedo, ai ragazzi coi quali sono stato di me non gliene fregava niente, ero solo il bambolotto di turno per giocarci e buttarlo via.
C’è una canzone di Patty Pravo, che si chiama “la bambola” che ha certe parole che quando le sento penso che le potrei dire pure io:

Tu mi fai girar, tu mi fai girar
Come fossi una bambola
Poi mi butti giù, poi mi butti giù
Come fossi una bambola
Non ti accorgi quando piango
Quando sono triste e stanca, tu pensi solo per te

No ragazzo, no, no ragazzo, no
Del mio amore non ridere
Non ci gioco più quando giochi tu
Sai far male da piangere, da stasera la mia vita
Nelle mani di un ragazzo, no, non la metterò più

No ragazzo, no
Tu non mi metterai
Tra le dieci bambole
Che non ti piacciono più
Oh no, oh no

Penso che questa canzone descriva molto bene il senso del sesso gay, di quello vero, non di quello delle favolette di quelli che si sentono fortunati. Io ho vissuto sempre il sesso come un gioco di tiro alla fune, come una sfida reciproca in cui ciascuno vuole portare l’altro a passare i propri limiti e a fare quello che non vuole, cioè l’ho vissuto come una sottile forma di volenza. Sono stufo dei ragazzi che si dicono innamorati ma pensano solo a metterti sotto e di te se ne fregano completamente, sono stufo di gente che insiste per farti fare sesso senza preservativo perché “devi avere fiducia in me”, di gente che pretende da me prestazioni assurde perché ha il piacere sottile di costringermi a fare quello che non voglio, di quelli che mi vogliono filmare durante il sesso, di quelli che mi minacciano o pensano di comprarmi, di quelli che mi fanno complimenti che a loro sembrano complimenti ma a me fanno pena e schifo. Uno mi mandava ogni mattina dei messaggi di una volgarità indescrivibile e me li mandava non per provocarmi ma per mettermi in difficoltà, me li mandava perché sapeva che la cosa mi dava fastidio, poi un giorno ha preso il mio telefonino e ha visto che avevo cancellato tutti i suoi messaggi e ha fatto una scenata, perché lui lo faceva “per me”. Un altro mi presenta un amico suo e cerca di impormi l’idea di farlo in tre “così per giocare”. Uno pretende che io gli vada appresso nelle serate coi suoi amici perché deve esporre il trofeo di caccia, ma io non lo capisco e ci vado e lui mi mette in imbarazzo tirando fuori in pubblico cose nostre private e io allora mi allontano con la scusa di andare in bagno e sparisco e lui poi mi chiama per rimproverarmi perché gli avevo fatto fare una “figura di merda” coi suoi amici. Uno mi dice che non aveva i preservativi e mi chiede i accompagnarlo in farmacia e io lo seguo, quando siamo dentro trova un farmacista carino, e gli chiede i preservativi, quello gli dà il pacchettino in modo molto professionale e lui gli fa l’occhiolino e gli dice “Sa, sono per noi!”, a lui una cosa del genere sembra una battuta di spirito, ma io in quel momento lo avrei ammazzato. Quando siamo usciti dalla farmacia gli ho detto: “Ciao bello! Vattene col farmacista!” e lui ha pensato che io fossi geloso!! Capisci fino a che punto si può essere imbecilli? Uno così è meglio perderlo che trovarlo! Ho trovato anche gente che ha cercato di mettermi le mani addosso, cioè proprio di costringermi con la forza a fare cose che non volevo, ma poi hanno avuto la peggio perché io non sono un colosso ma faccio arti marziali da anni e sono bene come mettere KO un deficiente. Alla fine questa gente non cerca il piacere del sesso ma il piacere di dominare, di violentare, perché di quello si tratta. E quando poi li mandi a quel paese pensano di ricattarti dicendo “Allora non ti voglio più sentire!” perché pensano che così tu sarai più docile e ti considerano pazzo quando sbatti la porta e te ne vai perché pensano che ti sei perso la perla rara. Dove stanno i sentimenti in tutto questo? A me basterebbe un amico che mi rispetta, sarebbe già una cosa enorme. Può sembrare assurdo ma io sono stato bene solo con una ragazza, io non sono etero e nemmeno bisessuale, non ero interessato a quella ragazza e lei non era interessata a me, perché aveva una ragazza, sembra una storia inventata ma è successo, c’era rispetto, forse anche un po’di affetto, poi lei ha cambiato città per stare con la sua ragazza. Tra i gay, quando c’era di mezzo il sesso, il rispetto non l’ho mai trovato, mentre di ipocrisia e di chiacchiere ne ho trovate un’infinità: dire una cosa e farne un’altra, il mentire come regola base nel rapporto con un ragazzo e alla fine il piacere di dominare, di opprimere il partner di turno, di forzarlo, anche con discorsi apparentemente dolci, ma di imporgli la propria volontà, di vedere che puoi fargli fare quello che vuoi tu, che è il bambolotto nelle tue mani che tu usi come ti pare e poi butti via quando si ribella. E poi parlano d’amore, ma che c’entra l’amore con queste cose? E alla fine uno arriva alla conclusione della canzone: “da stasera la mia vita nelle mani di un ragazzo, no, non la metterò più!” Ho buttato anni della vita nel correre appresso a stronzate varie, ci sono stato malissimo, ma adesso ne ho le scatole piene, voglio riprendere in mano la mia vita, voglio fare cose comuni, voglio andare avanti e migliorare nel lavoro, mi sono stufato delle cose gay, della mitologia gay e anche di te, Project, che pubblichi solo cose edificanti. Allarga lo sguardo e tira fuori dall’armadio le cose che non ti piacciono! Se vuoi fare una cosa utile. Il mondo gay non è per niente il paese dei balocchi e dei buoni sentimenti, sono stufo di incontrare lupi travestiti da agnelli, gente che predica bene e razzola male, gente politically correct in pubblico e violenta nel privato. Il mondo gay non è il mondo degli innamoratini che passeggiano mano nella mano e si incantano a guardarsi negli occhi! Poi, certo, ci sarà anche del buono, io però ne ho trovato poco e l’ho trovato nei gay isolati, in quelli asociali, che non fanno gruppo e che sono sistematicamente presi in giro e emarginati, ma in quelli Gay con la lettera maiuscola di buono ne ho trovato proprio poco, evidentemente io non sono fortunato! Non inguattare questa mail, Project, se no mi scadi proprio sotto le suole.

Gherardo
Membro dello Staff
Messaggi: 77
Iscritto il: mercoledì 2 giugno 2021, 21:39

SESSO GAY COME SCUOLA DI SENTIMENTI

Messaggio da Gherardo » domenica 17 ottobre 2021, 21:20

È una bella mail. Finalmente un po’ di fuoco. Le frecce son giuste e l’arco pure, ma è sbagliato il bersaglio. È semplice: stai inveendo contro degli imbecilli di cui tu stesso ti sei circondato. La tua intimità l’hai messa nella mani di ragazzini: ma l’hai fatto di tua spontanea volontà. Chi ti ha costretto? Se cercavi un uomo, un uomo di fatto, non dovevi accontentarti del peggio se il meglio non c’era. È banalissimo da dire. Ma non è tanto diverso da così. Se un fiore non sboccia non cambi il fiore ma l’ambiente in cui cresce. Hai sbagliato ambiente o modo di porti fin dal principio. E non esiste un sesso gay vero o falso. Esiste il sesso, senza aggettivi che lo vanno ad intorbidire. Ognuno poi aggiunge quel che vuole di proprio. O al massimo conformandosi ad altro, quasi sempre, di pornografico. C’è qualcosa che manca e non il sesso fine a stesso, ma quella complicità che nasce dal rispetto e dalla fiducia reciproca. Non è certo un’altra favoletta. Non sei l’unico ad aver incontrato un oceano di imbecilli qua dentro. Ma non posso credere che dopo anni sia soltanto un caso. Anche senza rendercene conto attiriamo, e forse intimamente vogliamo, un’esplicita categoria di uomini. Fatti un giretto qua dentro e vedrai ragazzi combattuti che spregiano le stesse cose che ti fanno rabbia anche a te. Il bello è che le cose che hai scritto sono così comuni da fare imbarazzo. Le abbiamo vissute tutti alla bell’e meglio. Hai ragione: basta mettere la tua intimità, di corpo e mente, a dei ragazzini. Mettila nelle mani di un uomo, o tiella nelle tue. Le cose che hai rincorso da anni non sono cazzate: sono cose difficili e alte, fuori dalla portata di molti, ma non irraggiungibili. Mettiti in testa che non sono cose gay ma soltanto umane. Il forum magari mette il fiocco e si abbellisce ma fai un giretto più a fondo qua dentro: ci troverai uomini tormentati, che non sanno dove andare, ma che tirano le somme, che cercano un confronto, che anche sfatti vanno avanti. Ci trovi la vita banale di chi vuole dare un sostengo o lo cerca. Non sono gay con la G maiuscola (perdonami, ma che cavolo vuol dire??) sono soltanto uomini, ragazzi di tutti i giorni che, come te, cercano un po’ di normalità. Metti da parte questo astio contro un mondo che è soltanto nella testa della gente: non esiste una realtà gay, ma molteplici. La famigerata altra sponda non è per niente migliore, vive gli stessi problemi, con gli stessi dubbi, e le stesse impossibilità. Nessuno è più felice dell’altro: è una considerazione che arriva con l’esperienza. Se uno fosse nato etero avrebbe avuto gli stessi drammi diversi nella forma ma non nella loro sostanza. Nel bene e nel male, come la cantava Guccini, siamo tutti uguali e moriamo ogni giorno dei medesimi mali. Non è che sei sfortunato, è che sei un po' un bischero. Fattelo dire scherzando. Coraggio. Il mondo non è tutta questa merda. Cambio vinile per te e ti metto della Patty una canzone migliore:

Ragazzo triste come me
Che sogni sempre come me
Non c'è nessuno che ti aspetta mai
Perché non sanno come sei

Ragazzo triste, sono uguale a te
A volte piango e non so perché
Tanti son soli come me e te
Ma un giorno spero cambierà

Nessuno può star solo
Non deve stare solo
Quando si è giovani così
Dobbiamo stare insieme
Amare tra di noi
Scoprire insieme il mondo che ci ospiterà

Ragazzo triste come me
Che sogni sempre come me
Tanti son soli come noi,
Ma un giorno spero cambierà, vedrai...

Rispondi