SESSO GAY E DEPRESSIONE

Approccio dei ragazzi gay verso la sessualità
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SESSO GAY E DEPRESSIONE

Messaggio da progettogayforum » sabato 20 aprile 2024, 18:29

Il titolo di questo post, “Sesso gay e depressione”, può suonare strano, perché mette insieme due concetti che sono spesso considerati opposti e inconciliabili, come se il sesso potesse essere la medicina di tutti i mali. Normalmente sono proprio i ragazzi che non hanno la possibilità di accedere al sesso di coppia quelli che lo considerano medicina di tutti i mali, quando poi quei ragazzi arrivano a vivere le loro esperienze sessuali di coppia, si accorgono di una verità tanto elementare quanto negata, e cioè che non solo il sesso è fortemente inibito da stati depressivi di varia origine, ma può essere esso stesso causa di stati depressivi.

Dire sesso, in modo generico, significa mettere insieme in una unica categoria, situazioni radicalmente diverse. Se due ragazzi sono veramente innamorati uno dell’altro, i loro primi contatti sessuali si realizzano sulla spinta di una sessualità e di un’affettività fortissima e reciproca. Una situazione di questo genere ha ben poco in comune con la sessualità vissuta da due uomini maturi o addirittura anziani, magari durante una situazione di malattia. Il sesso non è un puro fatto, ma ha un peso e un valore a seconda del significato che assume nel caso concreto. Il sesso vissuto con la coscienza e la volontà di tradire il proprio compagno è ben diverso dal sesso vissuto come riconciliazione tra due partner che decidono di tornare insieme dopo un periodo di separazione.

Poniamoci allora una domanda: “Quando il sesso può indurre reazioni depressive?”. Non si parla di sesso deludente, tollerato ma non autenticamente voluto o di sesso con la persona sbagliata o con una persona che si sta dimostrando o si è dimostrata la persona sbagliata, si sta parlando di sesso depressivo, cioè di un contatto sessuale al termine del quale si sta oggettivamente peggio di prima, si ha l’impressione di essersi prestati a qualcosa che sostanzialmente non ci interessa se non ci ripugna addirittura. Il sesso depressivo si conclude con la domanda: “Che ci sto a fare qui?”

Sottolineo che non c’è in genere nessuna costrizione da parte di altri, il depresso che magari un’ora prima ha cercato il contatto sessuale, si chiede: “Perché l’ho fatto? Che mi aspettavo?” Depressivo significa accompagnato da demotivazione, cioè la domanda “perché l’ho fatto?” per un depresso non trova alcuna risposta razionale, il depresso si risponde: “La motivazione sostanzialmente non c’era, me la sono creata, come se il sesso fosse la risposta ad un bisogno vero, che però non esiste.” In altri termini il sesso è una falsa esigenza, che una volta appagata dimostra tutta la sua pretestuosità.

Il vero meccanismo depressivo non ha una motivazione esterna, non è una reazione ai comportamenti altrui, ma è la sistematica svalutazione delle proprie motivazioni e deriva dall’idea che non c’è nulla che abbia un senso, nemmeno il sesso, che viene svalutato e svuotato dall’interno perché lo si priva di ogni possibile valore comunicativo. La depressione riduce già significativamente la tendenza al dialogo verbale, che viene inteso come veicolo di possibili accuse e aggressioni, e privilegia linguaggi basati sulla presenza, arricchita se del caso da comportamenti significativi o da poche parole molto chiare e senza retorica.

Il depresso non evita il sesso, il problema non è lì, il depresso non rifiuta il sesso, il problema è nell’assenza di motivazione, nel fare sesso come se fosse una cosa qualunque, che non crea affatto una forma migliore di comunicazione e di dialogo, ma è un puro fatto. Il depresso, non prova l’emozione dell’attesa prima di incontrare il suo ragazzo, non prova la sensazione di vuoto quando il suo ragazzo se ne va per qualche giorno, non desidera veramente il contatto emotivo col suo ragazzo, vive tutte queste situazioni in modo sostanzialmente distaccato.

Spesso il disinteresse non viene manifestato e il partner di un ragazzo depresso neppure si rende conto che il suo partner è depresso e, nei casi in cui se ne rende conto, fa di tutto per manifestare la sua sollecitudine al suo compagno, spesso in modo ansioso e invasivo. Spesso la scarsa reattività del depresso è scambiata per disinteresse o addirittura per rifiuto.

Va sottolineato che in molti casi, nei ragazzi giovani, la depressione è un fenomeno transitorio e non ha spiccate caratteristiche patologiche, per questi ragazzi un clima ansioso e preoccupato del loro stato di salute mentale è certamente deleterio. Il ragazzo gay depresso a questi livelli sembra fuggire la compagnia ma gradisce certamente sentirsi al centro delle attenzioni di un altro ragazzo, ma non devono essere le attenzioni che si rivolgerebbero ad uno che si considera un caso patologico.

Entro certi limiti, le forme leggere di depressione non reattiva più comuni tra i ragazzi giovani, non sono vere patologie ma delle varianti normali del carattere che può avere anche, in certi periodi della vita, una polarizzazione depressiva.

Il ragazzo depresso non deve essere in nessun caso emarginato, neppure quando sembra che lui stesso cerchi di mettersi fuori del gruppo. Ad una proposta di un incontro o di un’attività con un gruppo di amici, il ragazzo depresso tende spontaneamente a dire di no, ma a quel no deve seguire una certa insistenza da parte del gruppo. Se il gruppo, alla prima risposta negativa del ragazzo depresso, lo mette fuori del giro, fa a quel ragazzo un danno grave, perché asseconda la tendenza depressiva e la sensazione di esclusione.

Il ragazzo depresso, in genere tende a non fare, ma non a distruggere quello che esiste già. Un ragazzo depresso che ha una vita di coppia non la demolirà in nome della sua depressione, la vivrà come qualcosa che esiste ma non ha una vera motivazione.
Una speciale attenzione va riservata, da parte del partner, alle richieste di contatti sessuali provenienti da ragazzi depressi, perché sentirsi dire di no ad una richiesta di contatto sessuale è visto da un ragazzo depresso come un rifiuto, ancora in qualche modo ammissibile, se il rifiuto non viene dal proprio compagno abituale, ma quando il rifiuto proviene proprio dal compagno abituale, appare chiaramente come un rifiuto della persona.

Non bisogna dimenticare che un ragazzo depresso fatica a costruire rapporti interpersonali forti, perché il suo comportamento spiazza gli altri ragazzi, che restano perplessi e si allontanano. Solo in alcuni casi si crea un contatto vero, ma quando questo accade, in genere, il rapporto che ne deriva è forte ed è anche reciproco. Il ragazzo depresso può anche svalutare il sesso col proprio partner, ma il rapporto che ha col partner per lui è realmente fondamentale perché le alternative sarebbero comunque poche e molto aleatorie.

I ragazzi depressi in genere mantengono coi loro partner rapporti di lunga durata. Il senso di questi rapporti non può essere facilmente capito dall’esterno. Una relazione con un ragazzo depresso non può essere considerata in nessun modo né banale né non gratificante a priori, tutto dipende dalla personalità dell'altro partner. Posso dire che ho visto delle coppie stabili, di durata pluridecennale, con uno dei partner tendenzialmente depresso. Va sottolineato che molte forme di depressione si risolvono da sé spontaneamente anche se non soprattutto perché i ragazzi sono inseriti in un ambiente autenticamente affettivo.

Un rapporto con un ragazzo depresso deve essere affrontato con responsabilità e consapevolezza, perché la sensazione di frustrazione è sempre in agguato. Il senso di faciloneria che si nasconde dietro l’ingenuo proposito dell’ “io ti salverò” è destinato a scontrarsi con una realtà che premia solo gli sforzi di lunga durata e gli impegni veri. La maggior parte dei ragazzi si allontana rapidamente dai ragazzi depressi perché non li sente simili a sé, ma quei pochissimi che riescono a costruire un rapporto vero con un ragazzo depresso e sono capaci di riconoscerne il valore, al di là delle comuni categorie usate per valutare una relazione, non solo si sentono gratificati ma scoprono una specie di universo parallelo, in cui c’è anche la depressione, ma ci sono molte altre cose e soprattutto c’è un rapporto vero, anche se apparentemente sotto-tono, un rapporto che non tramonta, che può essere leggero, non esclusivo, ma dura negli anni.

Costruire una relazione con un ragazzo significa accettarlo così come è, non cercare di cambiarlo, e questa regola vale a maggiore ragione per i ragazzi depressi che vogliono essere accettati per come sono, con la loro depressione, con le loro cadute di umore, con i loro rifiuti di parlare, con le loro necessità affettive, sempre negate, ma comunque presenti. Il sorriso di un ragazzo depresso è rarissimo, ma quando si manifesta è effettivamente un raggio di sole ed è la più bella ricompensa perché a quel ragazzo ha dedicato non dico tutta ma buona parte della sua vita.

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