SESSO GAY E DEPRESSIONE

Approccio dei ragazzi gay verso la sessualità
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progettogayforum
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SESSO GAY E DEPRESSIONE

Messaggio da progettogayforum » martedì 9 novembre 2021, 13:05

Caro Project,
sono un 36enne del Nord Italia e ho un compagno 33enne, ci conosciamo da 13 anni e a modo nostro ci vogliamo bene, non siamo propriamente una coppia, o piuttosto siamo una coppia molto libera. Non conviviamo e alla convivenza non ci abbiamo mai pensato come ad un’ipotesi adatta per noi. Dico che non ci abbiamo mai pensato come coppia, ma io personalmente ci ho pensato eccome, ansi l’ho sognata, anche se sapevo benissimo che poteva essere solo un sogno. Onestamente però penso che anche a me andasse bene lasciare la convivenza a livello di sogno, perché una convivenza vera non è un sogno e può creare problemi che prima uno neppure si può immaginare. Tra noi c’è affetto, questo è innegabile, altrimenti dopo 13 anni ognuno se ne sarebbe andato per la sua strada, ma il nostro affetto non è troppo evidente, non abbiamo il modo di fare degli innamorati, siamo due amici un po’ speciali, che ogni tanto si vedono per una serata di sesso, ma di sesso vissuto in modo molto condiviso e direi proprio entusiastico da entrambe le parti. Penso che comunque praticamente siamo uno per l’altro un punto fermo, nel senso che io so che lui non sparirà e lui sa che io non sparirò e che per lui ci sarò sempre. Abbiamo entrambi avuto altre storie in questi anni, specialmente all’inizio, ma alla fine sono state solo dei diversivi temporanei e il nostro rapporto è andato avanti comunque. La nostra intesa sessuale è praticamente perfetta, è il punto forte del nostro rapporto, ma è una cosa serissima, non è un gioco, ci capiamo al volo. Per me fare l’amore con lui è veramente entusiasmante, e lui, quando sta con me, è totalmente sciolto, e poi ormai ci conosciamo da tanti anni, quindi, tirando le somme, dovrebbe andare tutto benissimo o almeno passabilmente. In realtà però le cose non sono così facili, non abbiamo mai avuto momenti di scontro che potessero mettere in crisi la nostra relazione, questo proprio mai, ma io non lo vedo veramente contento, vorrei allontanarlo dalle sue malinconie, ma mi accorgo che non ci riesco, cioè che non riesco a fargli cambiare vita o meglio atteggiamento nei confronti della vita, quando viviamo le nostre serate di sesso, lui in qualche modo si allontana dalle sue malinconie di fondo, si distrae, è coinvolto dalla dimensione fisica dello stare insieme, ma poi quando la serata finisce, la parentesi si chiude e le malinconie tornano. Se fosse per me, io farei anche il saltimbanco davanti a lui per farlo sorridere perché praticamente non sorride mai. Nel sesso è molto coinvolto, penso che almeno a quel livello con me non abbia problemi, c’è ogni tanto qualche minima incomprensione ma non nel sesso, ma nel dare un valore alle cose: io cerco di essere positivo, di trovare comunque una speranza nel futuro, lui invece è malinconico, diciamo depresso, tende alla tristezza, quando sta per fare qualcosa non la fa con entusiasmo ma con una specie di consapevolezza del prossimo fallimento, ma in effetti, se c’è stato qualche fallimento, ci sono stati anche successi notevoli, che lui però banalizza. È un po’ nevrotico, ma è un bravissimo ragazzo, uno che si dà da fare nel lavoro, ha un lavoro stabile e qualificato ma ha una paura quasi ossessiva di poter perdere il suo lavoro da un momento all’altro. Il suo ambiente di lavoro è concorrenziale ma in quell’ambiente lui è stimato perché ha qualità morali molto notevoli: non imbroglia mai nessuno, quando può aiuta le persone e non vuole sentirsi dire grazie. Se posso dire di essere mai stato innamorato di qualcuno, posso dirlo solo di lui. Mi piace la sua presenza fisica, è molto più alto e forte di me, ma se mi sono innamorato di lui è perché lo considero uno veramente come si deve, incapace di fare del male alle persone e totalmente affidabile. Lui pensa invece di essere del tutto inaffidabile, ma se confronto i suoi comportamenti verso di me con quelli che hanno avuto altri ragazzi, posso solo dire che non c’è paragone possibile, la differenza è tra il giorno e la notte. Ha una sua personalità molto forte, nel senso che sa quello che vuole e in diverse situazioni mi ha frenato anche in modo molto energico e mi ha impedito di fare sciocchezze. E poi non è vendicativo. Una volta io mi sono preso una sbandata un po’ più consistente per un altro ragazzo, e quindi mi sono allontanato da lui, come se la storia con lui fosse finita. Poi, dopo qualche mese, mi sono reso conto che con l’altro ragazzo era tutto un altro mondo ed era un mondo che non mi piaceva per niente e allora l’ho richiamato, ma non sapevo come l’avrebbe presa, e avevo paura che mi mandasse sonoramente a quel paese, ma non è successo niente di tutto questo. All’inizio la telefonata era imbarazzata, poi lui mi ha detto: “Va bene se passo da te stasera?” io gli ho detto “sì” e la telefonata è finita lì. Quando è venuto da me non mi ha fatto domande. Mi ha detto solo: “Stasera solo cose a rischio zero, poi facciamo il test, se vuoi”, io volevo spiegargli il mio punto di vista, ma lui mi ha fatto cenno di stare zitto e ci siamo abbracciati. Ecco, se ripenso a quell’episodio mi sento ancora più innamorato, non c’è stata nessuna recriminazione, nemmeno indiretta, è stato proprio come se non fosse successo nulla. Lui è fatto così, è unico. Questo è successo nel 2017, da allora la nostra relazione è stata rigorosamente monogama e in un certo senso è stata quasi una relazione di coppia, anche se non c’era convivenza. Il mio problema è quella malinconia che lui si porta sempre appresso e che non riesco a mandare via in nessun modo. I primi tempi, quando anche lui si prendeva qualche libertà in più, io pensavo che almeno sarebbe stato meno malinconico, ma non succedeva affatto così e quando tornavamo insieme era peggio di prima. Certi giorni faceva discorsi terribili che adesso non fa più, ma gli è rimasta addosso una corazza di fatalismo che tende a isolarlo e a togliergli il gusto della vita. Lui non tollera la banalità, che però è tanta parte della vita. Quando non so che dire, io comincio a dire cose che a me sembrano serie ma che lui non vuole sentire, cioè, comincio a dirgli che lui è speciale, che gli voglio bene, ecc. ecc., e lui mi guarda fisso come per dire: “Ti rendi conto che stai dicendo banalità?” Però io sono convinto che gli faccia piacere sentirsi dire quelle cose. Insomma, che cosa si deve fare per scacciare la malinconia? Io penso a lui con affetto profondo, non ho mai trovato una persona migliore e poi sento che mi vuole bene, lo sento soprattutto nel sesso, perché spazio per discorsi ce ne sta piuttosto poco, mi auguro solo che lui sia contento di stare con me, che il suo stare con me sia una forma d’amore e non di disperazione, il termine è eccessivo, potrei dire meglio un modo per scacciare la malinconia almeno per una serata. Comunque sia, nella mia vita ho voluto bene soltanto a lui.

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