NASCITA DI UNA RELAZIONE SESSUALE GAY

Approccio dei ragazzi gay verso la sessualità
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NASCITA DI UNA RELAZIONE SESSUALE GAY

Messaggio da progettogayforum » sabato 24 giugno 2023, 8:49

Ciao Project,
vorrei contribuire al forum di Progetto sulla base della mia esperienza personale. Siccome quello che vorrei dire è tutto centrato sul sesso, penso sia corretto chiederti prima se pensi che possa essere pubblicato. Io penso di sì e spero che lo pensi anche tu. Se lo pensi, inserisci pure tutto nel forum.

"Vorrei portare il mio contributo al forum di Progetto sulla base della mia esperienza personale, che sarà forse di nicchia, ma è quello che ho sperimentato direttamente.
Parto col dire che sono sempre stato per un verso interessatissimo al sesso, esclusivamente sesso gay, ovviamente, ma nello stesso tempo ero profondamente condizionato all’idea che la mia dimensione sessuale dovesse rimanere soltanto mia e non dovesse essere condivisa con nessuno, cioè il sesso è stato per me certamente una fissa, ma l’idea di lasciarmi veramente andare con qualcuno era lontanissima da me. Il sesso, per me era fatto solo di porno, di masturbazione e di fantasie senza seguito.

Mi sono trovato un paio di volte in situazioni in cui andare verso uno sviluppo sessuale dipendeva da me ma in entrambi i casi mi sono allontanato, anche per la paura delle malattie sessualmente trasmesse, ma certamente non solo per quello. In sostanza l’idea di stare accanto ad un ragazzo nudo mi attirava moltissimo ma l’idea di poter essere pure io nudo e inerme davanti a un ragazzo mi metteva in crisi, perché in qualche modo avrei mostrato ad un altro degli aspetti intimissimi di me, e non parlo della nudità fisica soltanto ma soprattutto del poter essere tanto libero con un altro come lo sono con me stesso nella masturbazione. In pratica mi sembrava inaccettabile che qualcuno mi vedesse in momenti così intimi come quando mi dedico al sesso, cioè proprio nel più totale lasciarsi andare. Saranno pure complessi patologici, ma per me erano condizionanti.

Però avevo anche immaginato che potesse succedere che io passassi quei limiti, ma con un ragazzo col quale mi potessi identificare anche sotto il punto di vista sessuale, ma nessuno dei due ragazzi coi quali avrei potuto fare sesso mi ispirava fiducia fino a quel punto. Mi sembrava che loro non volessero me ma volessero qualcosa da me e questo non mi piaceva affatto. Però, almeno a livello di sogni, un ragazzo del quale potessi fidarmi come di me stesso mi sembrava che potesse pure esistere, anche se non lo avevo mai trovato. E così ho messo sostanzialmente da parte l’idea di una relazione “anche sessuale” con un ragazzo, e le cose sono andate avanti così per qualche anno.

Poi è arrivato lui. Ci siamo conosciuti per caso in palestra. Premetto che io andavo in palestra solo per il piacere degli occhi, che non mancava di certo, ma mi rendevo conto che, a parte la bellezza fisica, i ragazzi della palestra erano almeno teoricamente tutti etero e, ammesso e non concesso che ce ne fosse qualcuno gay, trovarlo sarebbe stata un’impresa. In sostanza non solo non avevo mai provato ad attaccare bottone con qualcuno, ma quando qualcuno cercava educatamente di coinvolgermi in un rapporto anche se di semplice amicizia, restavo molto distaccato e formale. Una volta sono andato a prendere una pizza con due di questi ragazzi (molto simpatici) e loro sono venuti con le loro ragazze e mi hanno chiesto perché non avevo portato la mia ragazza, e io mi sono limitato a rispondere che aveva un esame a brevissima scadenza. Quindi, tirando le somme, pure se stavo bene con quei ragazzi, avvertivo che il loro mondo era lontanissimo dal mio. In seguito ho declinato cortesemente diversi altri inviti dello stesso tipo.

Lui arriva come un fulmine a ciel sereno. Una sera vado in palestra e vedo questo ragazzo nuovo, che mi colpisce subito perché, mi vergogno quasi a scriverlo, somigliava moltissimo a un attore porno che mi piaceva moltissimo. Al di là dell’estetica, avevo notato un solo particolare che mi aveva colpito, gli altri ragazzi che venivano per la prima volta in palestra conoscevano già altri ragazzi della palestra, in pratica facevano parte dello stesso gruppo di amici, che a un certo punto cominciava a condividere anche la palestra. Lui no! Non conosceva nessuno, non parlava con nessuno e, cosa strana, gli altri sembravano non accorgersi di lui. Io lo avevo notato per il motivo che ho detto ma forse, per dei ragazzi etero, lui non era realmente un soggetto interessante. Lavorava da solo agli attrezzi e sudava molto, ma poi si rivestiva e se ne andava senza fare la doccia, esattamente quello che facevo io! Non che la cosa avesse necessariamente un significato ma mi colpì.

Nel tempo di qualche giorno cominciai a studiare i suoi orari e a frequentare la palestra sempre in quegli orari. Ci si incontrava spesso, all’inizio non ci salutavamo nemmeno, poi, a un certo punto ha cominciato a salutarmi con un ciao, io ho risposto con un sorriso e un cenno della mano e così sono cominciati i nostri contatti. Un giorno vado in palestra e lui non c’è, il giorno appresso esattamente la stessa cosa, il terzo giorno è di nuovo in palestra. Lo saluto e gli dico che avevo notato che per due giorni non era venuto e colgo l’occasione per presentarmi “Io sono Andrea”, lui mi stringe la mano e mi dice “Io sono Domenico, per gli amici Nick”. Insisto a chiedergli come mai non era venuto e mi dice : “Momenti neri…” ma poi cambia discorso e parliamo genericamente della palestra. Dopo qualche minuto se ne va agli attrezzi e mi saluta con un “Ci vediamo in giro.”

Sembra che non sia successo nulla ma non è così, nei giorni successivi parliamo di più, vengo a sapere che lui ha vent’anni, io ne ho 24. Dopo una settimana ci scambiamo i contatti telefonici, lui non usa i social (e nemmeno io, un’altra coincidenza strana). 15 giorni dopo cominciamo a frequentarci anche fuori della palestra e ci raccontiamo reciprocamente di tanti aspetti della nostra vita, parliamo di tutto o quasi: di studio, di lavoro, dei genitori (siamo entrambi figli unici) ma non parliamo mai di ragazze, l’argomento semplicemente non esiste, nemmeno per cenni vaghi.

Dopo un mese stiamo al telefono la sera per due o tre ore di seguito, anche con lunghi silenzi. La domenica, cioè tutte le domeniche, le passiamo insieme. Lui viene da me in bicicletta e poi restiamo insieme tutta la giornata. Io ho una macchinetta e, per non farlo stancare, comincio ad andare a prenderlo dalle sue parti, ma non sotto casa sua, poi ce ne andiamo nei parchi a passeggiare a mangiare panini o semplicemente a stare insieme in silenzio. Non ci siamo mai detti che eravamo gay, la cosa era ovvia e non ci siamo mai detti che ci stavamo innamorando ma anche questa cosa era ovvia.

Lui notava la mia riluttanza e direi proprio resistenza all’idea di un approccio fisico e questa cosa lo colpiva molto perché non se lo aspettava. Una sera siamo rimasti insieme fino a tardi, era inverno, pioveva a diluvio, eravamo in un luogo molto isolato, faceva un freddo cane, io avevo in macchina una grossa coperta e ci siamo messi insieme sotto la coperta e lui si è sfilato i pantaloni e mi ha detto: “Non scappare via! Non mi dire di no.” È cominciata così, era la prima volta che avevo un momento di intimità sessuale con un altro ragazzo, era tutto diversissimo da come me lo ero immaginato, avvertivo il suo bisogno assoluto di essere accettato fino a quel punto e mi è sembrato tutto in fondo così semplice. Io ero rimasto vestito, lui mi ha toccato la patta e mi ha chiesto: “Posso?” E gli ho risposto: “Certo!” e lì ho capito che io e Nick eravamo profondamente simili e che potevo fidarmi di lui e anche qui mi è sembrato tutto molto naturale e molto vero, era sesso ma non aveva niente di pornografico era la risposta a un bisogno profondo e reciproco.

È stata un’esperienza che ha fatto crollare tutti i miei complessi. Poi mi ha confessato che era la sua prima volta, come lo era per me. Lui aveva scelto me, avrebbe potuto avere qualsiasi altro ragazzo ma aveva scelto me. Quello che pensavo non sarebbe mai accaduto si era invece realizzato, non per caso e con uno qualunque ma per scelta reciproca e con l’unico ragazzo dal quale mi sentivo attratto in tutti i sensi. Mi era piaciuto moltissimo il suo approccio al sesso, che non aveva modelli da imitare o copioni da seguire ma rispondeva a bisogni profondi. Ormai a notte alta mi ha detto che doveva rientrare a casa, l’ho riaccompagnato e poi me ne sono andato a casa mia a dormire stando attento a non svegliare nessuno perché era ormai quasi mattina.

L’impressione di quella serata mi aveva sconvolto, ero insieme entusiasta e terrorizzato, non sapevo come la storia sarebbe continuata, temevo che il sesso potesse distruggere tutta la magia affettiva che c’era stata prima, ma non è stato affatto così. Il sesso era solo un altro modo di esprimere quello che ci portavamo dentro, un altro modo di dirci che ci fidavamo l’uno dell’altro senza riserve e che ci consideravamo parte uno dell’altro. Nel nostro modo di vivere il sesso non c’era egoismo, pensavamo uno al benessere dell’altro, a non passare la misura dell’altro, ad essere capiti e accettati senza riserve. Non c’era niente di ripetitivo o di scontato, ogni volta era tutto diverso e tutto nuovo, capivamo uno i desideri e i problemi dell’altro. C’era qualche incomprensione, ma non veniva dal sesso ma dalle parole inutili, ma poi il sesso ristabiliva gli equilibri e la nostra storia si rafforzava nel tempo.

Il sesso vissuto con Nick è un’esperienza di tenerezza, di attenzione e di dedizione reciproca. Ti rendi conto di essere importante per lui, non dico di essere essenziale, che forse sarebbe troppo, ma di essere importante, perché puoi farlo sentire voluto e amato per quello che è, puoi fargli capire che lui è importante per te e che sei felice quando lo vedi sereno. Ecco questo è forse l’elemento più importante. Il nostro rapporto, che dura ormai da diversi anni, è stato per entrambi la strada per il recupero di una serenità e di un’autostima che prima sembravano perse per sempre. La sensazione di essere in due, di non essere soli, di poter contare uno sull’altro passa anche attraverso il sesso, senza il sesso la comunicazione sarebbe comunque parziale e non avrebbe l’immediatezza del coinvolgimento fisico che, quando è vero, quando cresce su rapporti di stima e di affetto profondo, diventa un fermento che ti cambia la vita dall’interno.

Avevo sempre sottovalutato il peso del sesso in un rapporto di coppia, perché lo vedevo soprattutto come uno sfogo individuale e non come un mezzo di comunicazione profonda. Nick mi ha fatto capire che cosa significa innamorarsi sessualmente di un ragazzo e trovare una corrispondenza vera. Sarà forse una situazione più unica che rara che si è creata soltanto tra me e Nick, ma proprio perché ci sono passato ho cambiato parere circa il peso del sesso e quello dei sentimenti sublimati. Nick sa tutto di me e io di lui, magari domani se ne va per la sua strada ma oggi come oggi con lui mi sento felice. Dalla notte della prima esperienza sotto la pioggia battente sono passati 14 anni. Non vivo con Nick ma ci vediamo spesso e non abbiamo mai smesso di volerci bene."

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