WASP - 2015

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WASP - 2015

Messaggio da progettogayforum » venerdì 2 ottobre 2020, 1:59

Ho visto ieri sera “Wasp” un film anglo-francese del 2015 diretto da Philippe Audi-Dor e interpretato da Hugo Bolton, Elly Condron e Simon Haycock. Il film non è un film d’ambiente, non ha nulla di stereotipato e ha il rarissimo pregio di essere un “film gay” nel vero senso della parola, perché affronta in modo molto serio e molto realistico una tematica che ritorna più di qualche volta nel mondo gay e cioè il possibile riemergere di comportamenti esitanti e imbarazzati verso una donna, in un uomo che non si è identificato come gay in modo esclusivo fin da giovanissimo ma ha avuto anche esperienze eterosessuali, che sono state successivamente archiviate a vantaggio di un coinvolgimento affettivo e sessuale profondo in chiave gay.

Un uomo con questo tipo di esperienza ha, in genere, una tendenza a relazionarsi con le donne alquanto diversa da quella dei gay che si sono considerati gay al 100% fin dall’inizio, Questo modo di relazionarsi con le donne, non è un approccio eterosessuale, perché il coinvolgimento sessuale oggettivamente è assente, nonostante l’imbarazzo, ma può essere interpretato da una donna interessata come una possibile disponibilità.

Veniamo alla trama del film: Olivier e James, due uomini giovani e prestanti, innamorati uno dell’altro, se ne vanno a trascorrere le vacanze insieme in una villa in Provenza, e decidono di portare con loro anche Caroline, un’amica di James, che si è appena lasciata col suo ragazzo. Tutto è apparentemente chiaro: Oliver e James sono una coppia omosessuale felice e Caroline ne e consapevole. In linea teorica i due ragazzi non hanno nulla da temere da Caroline e Caroline non può aspettarsi nulla da nessuno dei due.

Tuttavia c’è un elemento che James sottovaluta: il suo compagno Oliver non si è riconosciuto gay al 100% fin dalla prima adolescenza e ha avuto esperienze con donne. James vede che il suo compagno è innamorato di lui e pensa istintivamente, perché lo desidera, che Oliver sia gay al 100% come lui, e che le avventure eterosessuali di qualche anno prima siano ormai acqua passata, e tutto lascia credere che sia così.

Caroline, vivendo nella stessa villa coi due ragazzi li sente fare l’amore, ma si comporta da amica, perché è un’amica di James ed è oltretutto perfettamente consapevole che sedurre un vero gay, per una donna, è un’impresa impossibile. Ma, col passare del tempo, Caroline si accorge che i comportamenti dei due ragazzi sono diversi: James scherza con lei, si comporta come un amico, con molta libertà giocosa e del tutto senza imbarazzo, mentre nei comportamenti di Oliver emergono dei momenti di esitazione e si notano dei comportamento frenati.

Tra Oliver e Caroline si creano dei momenti di complicità che va o sembra andare oltre la complicità amicale. Oliver non è innamorato di Caroline, ma quando Caroline viene a sapere che Oliver è stato anche con donne, si fa coraggio e anche se molto misuratamente tenta qualche forma di seduzione. Si cambia la maglietta rimanendo senza reggiseno davanti ad Oliver che prova un attimo di visibile imbarazzo, mentre James, che arriva proprio in quell’istante, reagisce ridendo e scherzando.

James comincia a capire che tra Oliver e Caroline ci potrebbe essere qualcosa. Di fatto Oliver non è sedotto da Caroline, lui si sente corteggiato ma non è realmente coinvolto, lei si sente rifiutata e ha l’impressione di essere un elemento estraneo del tutto fuori luogo, e decide di andarsene, ma Oliver la va a cercare e la riporta alla villa, alimentando i timori di James, al punto che James arriva ad un chiarimento con Caroline e le dà uno schiaffo.

Il film ha l’intelligenza di non tirare le somme dell’intera vicenda. Nella scena finale, i tre protagonisti, fatte le valigie, lasciano la villa. Non c’è per fortuna nessuna morale della favola che trasformi una storia molto realistica in un apologo morale. La storia è sostanzialmente drammatica, ma i toni sono misurati e il film è tra i migliori che si vedono in circolazione. L’ho trovato solo in Inglese, ma basta anche un Inglese povero come il mio per seguire la vicenda e, aggiungo, anche se il film fosse muto, il senso della storia si capirebbe benissimo ugualmente. In sostanza, per un gay, è un film da vedere.

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