PAPA FRANCESCO NON SA CHE COSA SIA L’OMOSESSUALITA’

Il rapporto fra tematiche gay e religiose, nella vita di sempre
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PAPA FRANCESCO NON SA CHE COSA SIA L’OMOSESSUALITA’

Messaggio da progettogayforum » martedì 28 agosto 2018, 21:37

Papa Francesco, nel volo di ritorno da Dublino, parlando a braccio, come è solito fare, rispondendo ad una domanda relativa all'atteggiamento che dovrebbe prendere un genitore di fronte al coming out del figlio, così si è espresso:

“In quale età si manifesta questa inquietudine del figlio, è importante, una cosa è quando si manifesta da bambino, c’è … ci sono tante cose da fare… con la psichiatria o.. , o… per vedere come sono le cose. Un’altra cosa è quando si manifesta un po’ dopo vent’anni o cose del genere…”

Mi chiedo senza spirito di polemica come possa un Papa non avere la più pallida idea di che cosa sia realmente l’omosessualità.

Nella classificazione dei disordini mentali e comportamentali contenuta nella decima formulazione del documento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per la classificazione della malattie (ICD-10), l’omosessualità non è più in alcun modo considerata una malattia e si riconosce l’esistenza di forme distoniche di tutti gli orientamenti sessuali. L’omosessualità eco-distonica è una omosessualità riconosciuta dal soggetto ma non accettata. Se un omosessuale, pienamente cosciente di essere omosessuale, entra in conflitto col suo orientamento sessuale per ragioni religiose, morali o sociali e desidera cambiare orientamento sessuale, si dice che la sua è una omosessualità ego-distonica. Questa categoria è ormai desueta e l’omosessualità ego-distonica non è più classificata come disturbo mentale, ma come semplice disagio dovuto a ragioni culturali o sociali. L’ICD-10 è stato approvato dalla 43esima Assemblea della OMS nel maggio del 1990 ed è entrato in uso negli Stati aderenti alla OMS dal 1994. È attesa la pubblicazione del l’ICD-11 entro il 2018, e si prevede che sia completamente eliminato qualsiasi riferimento alla omosessualità anche ego-distonica.

Il mantenimento della categoria di “Omosessualità ego-distonica” ha alimentato il florido mercato delle terapie di conversione mirate al riportare gli omosessuali alla eterosessualità, perché queste pratiche aberranti erano considerate ufficialmente forme di cura per una “malattia” e quindi erano rimborsabili dalle assicurazioni sanitarie o dai servizi sanitari nazionali, ove presenti.

L’omosessualità era stata eliminata fin dal 1973 dal DSM (Diagnostic and Statistical Manual del American Psychiatric Association (APA)), dopo un percorso molto tortuoso in cui resistenze di tipo ideologico, opportunismi politici e interessi economici si intrecciavano in vario modo, in un territorio di confine in cui la scienza (psichiatria) rischiava di perdere anche l’apparenza dell’oggettività. Rinvio a questo proposito a un bell’articolo di Jack Drescher: Out of DSM: Depathologizing Homosexuality https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4695779/ che illustra il percorso che ha portato alla depatologizzazione della omosessualità da parte dell’APA.

Riporto qui di seguito un documento fondamentale in tema di terapie riparative:
_________
Organizzazione Panamericana della Sanità
Ufficio Regionale della
Organizzazione Mondiale della Sanità

“CURE” PER UNA MALATTIA CHE NON ESISTE

Le presunte terapie volte a cambiare l’orientamento sessuale mancano di giustificazione medica e sono eticamente inaccettabili.

Introduzione

Moltissimi esseri umani vivono la loro vita circondati da rifiuto, maltrattamenti e violenza per il loro essere percepiti come “diversi”. Tra loro, milioni sono vittime di atteggiamenti di diffidenza, disprezzo e odio a causa del loro orientamento sessuale. Queste espressioni di omofobia sono basate sull'intolleranza derivante da cieco fanatismo ma anche da concezioni pseudoscientifiche che considerano il comportamento sessuale non-eterosessuale e non procreativo una “deviazione” o il risultato di un “difetto di sviluppo”.

Qualsiasi siano le sue origini e le sue manifestazioni, ogni forma di omofobia ha effetti negativi sulle persone colpite, le loro famiglie e gli amici e la società in generale. Sono moltissimi i racconti e le testimonianze di sofferenze, sensi di colpa e di vergogna, esclusione sociale, minacce e lesioni e sono moltissime le persone che sono state brutalizzate e torturate fino al punto da riportare lesioni, cicatrici permanenti e anche la morte. Di conseguenza, l’omofobia rappresenta un problema di salute pubblica che deve essere affrontato energicamente.

Ogni espressione di omofobia è deplorevole ma i danni causati da professionisti della sanità a causa di ignoranza, pregiudizio, intolleranza o sono assolutamente inaccettabili e devono essere evitati a tutti i costi. Non solo è di fondamentale importanza che ogni persona che utilizza i servizi sanitari sia trattata con dignità e rispetto, ma è anche fondamentale impedire l’applicazione di teorie e modelli che vedono l’omosessualità come una “deviazione” o una scelta che può essere modificata attraverso il “potere della volontà” o attraverso presunti “supporti terapeutici”.

In molti paesi delle Americhe, è stata evidenziata una promozione continua, attraverso presunte “cliniche” o “singoli terapeuti”, di servizi volti a “curare” l’orientamento non-eterosessuale, un approccio noto come “riparativo” o “terapia di conversione.”1 Preoccupa il fatto che questi servizi sono spesso forniti non solo al di fuori della sfera di attenzione pubblica, ma in modo clandestino. Dal punto di vista dell’etica professionale e dei diritti umani protetti dai trattati regionali e universali e dalle convenzioni, come la Convenzione americana sui diritti umani e dal suo protocollo addizionale (“Protocollo di San Salvador”) 2, queste pratiche sono ingiustificabili e devono essere denunciate e assoggettate a sanzioni adeguate.

L’omosessualità come variante naturale e non patologica

Gli sforzi volti a modificare gli orientamenti sessuali non eterosessuali non hanno giustificazione medica in quanto l’omosessualità non può essere considerata una condizione patologica.3 I professionisti concordano sul fatto che l’omosessualità rappresenta una variante naturale della sessualità umana, senza alcun effetto intrinsecamente nocivo sulla salute delle persone interessate o delle persone vicine a loro. In nessuna delle sue manifestazioni individuali l’omosessualità costituisce un disturbo o una malattia, e quindi non necessita di cura. Per questo motivo l’omosessualità è stata rimossa da diversi decenni dai sistemi di classificazione delle malattie.4

L’inefficacia e la nocività delle “terapie di conversione”

Oltre alla mancanza di indicazione medica, non vi è alcuna prova scientifica dell’efficacia degli sforzi di riorientamento sessuale. Anche se alcune persone riescono a limitare l’espressione del loro orientamento sessuale in termini di comportamento, l’orientamento in sé appare in genere come una caratteristica integrale della persona, che non può essere modificata. Allo stesso tempo, abbondano le testimonianze sui danni alla salute fisica e mentale derivanti dalla repressione dell’orientamento sessuale di una persona. Nel 2009, l’American Psychological Association ha condotto una revisione di 83 casi di persone che erano state oggetto di interventi di “conversione”.5 Non solo è stato impossibile dimostrare variazioni dell’orientamento sessuale dei soggetti ma lo studio ha rilevato anche che l’intenzione di cambiare l’orientamento sessuale è legata alla depressione, all'ansia, all'insonnia, al senso di colpa e di vergogna, e anche a propositi e a comportamento suicidari. Alla luce di queste evidenze, il suggerire ai pazienti che essi soffrono di un “difetto” e che essi dovrebbero cambiare costituisce una violazione del primo principio dell’etica medica: “In primo luogo, non fare del male”. Si tratta di una lesione del diritto all'integrità personale nonché del diritto alla salute, soprattutto nelle sue dimensioni psicologiche e morali.

Segnalazioni di violazioni della integrità personale e di altri diritti umani

Come fattore aggravante, le “terapie di conversione” devono essere considerate minacce per il diritto all'autonomia personale e all'integrità personale. Ci sono diverse testimonianze di adolescenti che sono stati sottoposti a interventi “riparativi” contro la loro volontà, molte volte su iniziativa delle loro famiglie. In alcuni casi, le vittime sono state internate e private della loro libertà, a volte fino al punto di essere tenute in isolamento per parecchi mesi.6 Le testimonianze offrono racconti di trattamento degradante, estrema umiliazione, violenza fisica, condizionamento forzato attraverso scosse elettriche o sostanze chimiche e persino molestie sessuali e tentativi di “stupro riparativo”, soprattutto nel caso delle donne lesbiche. Tali interventi violano i diritti umani e la dignità delle persone interessate, indipendentemente dal fatto che il loro effetto “terapeutico” è nullo o addirittura controproducente. In questi casi, il diritto alla salute non è stato protetto come richiesto dagli obblighi nazionali e internazionali stabiliti attraverso il Protocollo di San Salvador e il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali.

Conclusione

Gli operatori sanitari che offrono “terapie riparative” aderiscono a puri pregiudizi sociali e manifestano una forte ignoranza in materia di sessualità e di salute sessuale. Contrariamente a quanto molti credono o presumono, non vi è alcuna ragione – con l’eccezione dello stigma risultante proprio da tali pregiudizi – per la quale le persone omosessuali non possano godere di una vita piena e soddisfacente. Il compito dei professionisti della salute è quello di non causare danni e di offrire un sostegno ai pazienti per alleviare le loro sofferenze e i loro problemi, certamente non di rendere questi problemi più gravi. Un terapeuta che classifica i pazienti non-eterosessuali come “devianti” non solo li offende, ma contribuisce anche all’aggravamento dei loro problemi. Le terapie “riparative” o ” di conversione” non hanno alcuna indicazione medica e rappresentano una grave minaccia per i diritti umani e la salute delle persone. Esse costituiscono pratiche ingiustificabili che devono essere denunciate e assoggettate a sanzioni adeguate.

Raccomandazioni

Per i governi:

I maltrattamenti omofobi da parte degli operatori sanitari o di altri membri del team di assistenza sanitaria violano gli obblighi in termini di diritti stabiliti dai trattati universali e regionali. Tali trattamenti sono inaccettabili e non dovrebbero essere tollerati.

Le terapie “riparative” o “di conversione” e le cliniche che le offrono dovrebbero essere segnalate e assoggettate a sanzioni adeguate.
Le istituzioni che offrono tali “trattamenti” al margine del settore sanitario devono essere considerate come lesive del diritto alla salute, perché assumono un ruolo propriamente di pertinenza del settore sanitario e recano pregiudizio al benessere individuale e collettivo.7

Le vittime di maltrattamento omofobi devono essere trattate in accordo con i protocolli per fornire loro sostengono nel recupero della loro dignità e autostima.
Questo include l’obbligo di fornire loro un trattamento per il danno fisico ed emotivo e la protezione dei loro diritti umani, in particolare del diritto alla vita, all’integrità personale, alla salute, e all’uguaglianza di fronte alla legge.

Per le istituzioni accademiche:

Le istituzioni pubbliche responsabili della formazione degli operatori sanitari dovrebbero comprendere nei loto programmi corsi sulla sessualità umana e la salute sessuale, con un focus particolare sul rispetto della diversità e l’eliminazione di atteggiamenti di patologizzazione, rifiuto e odio verso le persone non-eterosessuali. La partecipazione di queste persone alle attività didattiche contribuisce allo sviluppo di modelli di ruolo positivi e all’eliminazione degli stereotipi comuni sulle comunità di persone non-eterosessuali.

La formazione di gruppi di sostegno all’interno delle facoltà e all’interno della comunità studentesca contribuisce a ridurre l’isolamento e a promuovere la solidarietà e le relazioni di amicizia e di rispetto tra i membri di questi gruppi.

Meglio ancora è la formazione di “alleanze di diversità sessuali” che includono persone eterosessuali.

Le molestie omofobe e i maltrattamenti da parte dei docenti della facoltà e degli studenti sono inaccettabili e non dovrebbero essere tollerate.

Per le associazioni di professionali:

Le associazioni professionali devono divulgare i documenti e le risoluzioni provenienti dalle istituzioni e dalle agenzie nazionali e internazionali che richiedono la de-psicopatologizzazione della diversità sessuale e la prevenzione di qualsiasi intervento finalizzato al cambiamento dell’orientamento sessuale.

Le associazioni professionali dovrebbero adottare posizioni chiare e definite in materia di tutela della dignità umana e dovrebbero definire le azioni necessarie per la prevenzione e il controllo dell’omofobia come problema di salute pubblica che incide negativamente sul godimento dei diritti civili, politici, economici, sociali e culturali.

L’applicazione delle cosiddette terapie “riparative” o “di conversione” deve essere considerata come fraudolenta e come una violazione dei principi fondamentali di etica medica. Le persone o le istituzioni che offrono questi trattamenti dovrebbero essere oggetto di sanzioni adeguate.

Per i mezzi di comunicazione:

La rappresentazione dei gruppi, delle popolazioni o degli individui non-eterosessuali nei media dovrebbe essere basata sul rispetto personale, evitando stereotipi o umorismo basato sullo scherno, sui maltrattamenti, o su violazioni della dignità o del benessere individuale o collettivo.

L’omofobia, in qualsiasi sua manifestazione ed espressa da qualsiasi persona, deve essere presentata come un problema di salute pubblica e una minaccia alla dignità umana e ai diritti umani.

L’uso di immagini positive di persone o gruppi non-eterosessuali, lungi dal promuovere l’omosessualità (in virtù del fatto che l’orientamento sessuale non può essere modificato), contribuisce a creare una visione più umana e più aperta alla diversità, a dissipare timori infondati e promuovere sentimenti di solidarietà.
La pubblicità che incita all’intolleranza omofoba dovrebbe essere denunciata come contributo all’aggravamento di un problema di salute pubblica e come una minaccia per il diritto alla vita, in particolare in quanto contribuisce alla cronica sofferenza emotiva, alla violenza fisica, e ai crimini di odio.

La pubblicità diffusa da “terapeuti”, “centri di cura”, o eventuali altri operatori che offrono servizi volti a cambiare l’orientamento sessuale dovrebbe essere considerata illegale e dovrebbe essere segnalata alle autorità competenti.

Per le organizzazioni della società civile:

Le organizzazioni della società civile possono sviluppare meccanismi di vigilanza civile per individuare le violazioni dei diritti umani delle persone non eterosessuali e segnalarle alle autorità competenti. Essi possono anche aiutare a identificare e segnalare le persone e le istituzioni coinvolte nella gestione delle cosiddette terapie “riparative” o “di conversione”.

I gruppi già esistenti o emergenti di auto-aiuto, i parenti o gli amici di persone non-eterosessuali possono facilitare il collegamento ai servizi sanitari e sociali, con l’obiettivo di proteggere l’integrità fisica e morale degli individui maltrattati, oltre che di segnalare abusi e violenze.

Promuovere interazioni rispettose e quotidiane tra persone di diverso orientamento sessuale è arricchente per tutti e promuove modi armonici, costruttivi, salutari e pacifici di convivenza comune.
_____
1 Human Rights Committee (2008). Concluding Observations on Ecuador(CCPR/C/ECU/CO/5), paragraph 12.
<http://www2.ohchr.org/english/bodies/hr ... U.CO.5.doc>
Human Rights Council (2011). Discriminatory Laws and Practices and Acts of Violence Against Individuals Based on Their Sexual Orientation and Gender Identity (A/HRC/19/41), paragraph 56. <http://www.ohchr.org/Documents/HRBodies ... -41_en.pdf>
Human Rights Council (2011). Report of the Special Rapporteur on the Right of Everyone to the Enjoyment of the Highest Attainable Standard of Physical and Mental Health (A/HRC/14/20), paragraph 23.
<http://www2.ohchr.org/english/bodies/hr ... .14.20.pdf>
United Nations General Assembly (2001). Note by the Secretary-General on the Question of Torture and Other Cruel, Inhuman or Degrading Treatment or Punishment (A/56/156), paragraph 24. <http://www.un.org/documents/ga/docs/56/a56156.pdf>
2 I diritti umani che possono essere lesi da queste pratiche includono, tra gli altri, il diritto alla vita, all’integrità personale, alla privacy, all’uguaglianza di fonte alla legge, alla libertà personale, alla salute, e ai benefici del progresso scientifico.
3 American Psychiatric Association (2000). Therapies Focused on Attempts to Change Sexual Orientation (Reparative or Conversion Therapies): Position Statement. <http://www.psych.org/Departments/EDU/Li ... 00001.aspx>
Anton, B. S. (2010). “Proceedings of the American Psychological Association for the Legislative Year 2009: Minutes of the Annual Meeting of the Council of Representatives and Minutes of the Meetings of the Board of Directors”. American Psychologist, 65, 385–475.
<http://www.apa.org/about/governance/cou ... tation.pdf>
Just the Facts Coalition (2008). Just the Facts about Sexual Orientation and Youth: A Primer for Principals, Educators, and School Personnel. Washington, DC. <http://www.apa.org/pi/lgbc/publications ... facts.html>
4 World Health Organization (1994). International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems (10th Revision). Geneva, Switzerland.
American Psychiatric Association (2000). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders(4th ed.,text revision). Washington, DC.
5 APA Task Force on Appropriate Therapeutic Responses to Sexual Orientation (2009). Report of the Task Force on Appropriate Therapeutic Responses to Sexual Orientation. Washington, DC.<http://www.apa.org/pi/lgbt/resources/th ... sponse.pdf>
6 Taller de Comunicación Mujer (2008). Pacto Internacional de Derechos Civiles y Políticos: Informe Sombra.
<http://www.tcmujer.org/pdfs/Informe%20S ... %20LBT.pdf>
Centro de Derechos Económicos y Sociales (2005). Tribunal por los Derechos Económicos, Sociales y Culturales de las Mujeres.
<http://www.tcmujer.org/pdfs/TRIBUNAL%20 ... UJERES.pdf>
7 Vedi il Commento generale No. 14 da parte del Committee on Economic, Social, and Cultural Rights relativamente all’obbligo di rispettare, proteggere e conformarsi agli obblighi relativi ai diritti umani da parte degli Stati membri dell’International Covenant on Economic, Social, and Cultural Rights.
_________

Ovviamente Papa Francesco non conosce questi documenti ma solo il Catechismo della Chiesa Cattolica. Avrà anche coraggio nel lottare contro la pedofilia ma non ha assolutamente le idee chiare su quello che la Psichiatria seria dice della omosessualità. D’altra parte la Chiesa sembra suggerire ancora oggi, stando alle parole del Papa, una terapia riparativa da applicare in età molto anticipata.

Per capire che cosa sono in concreto le terapie riparative vi consiglio la lettura di in reportage giornalistico molto documentato concernente le “terapie riparative della omosessualità” ossia le terapie che i gruppi cattolici consigliano per risolvere il problema della omosessualità (http://progettogaytest.altervista.org/t ... rative.htm) tutto sotto la supervisione di un professore di psicologia della Pontificia Università Gregoriana.

Già in altra occasione ho avuto modo di accennare alla gaia scienza di sedicenti scienziati, ma qui la cosa è più seria perché dietro queste cose c’è l’avallo della Chiesa e non si tratta quindi del solito guru isolato. In queste cose sono coinvolti uomini di Chiesa. Sono personalmente convinto che il messaggio cristiano sia una cosa serissima, o meglio una cosa che, se presa seriamente, è una cosa serissima, e ho conosciuto uomini di Chiesa che hanno veramente speso la vita per il prossimo. Mi chiedo come sia possibile che le cose che sono descritte nell’articolo ottengano l’avallo della Chiesa. Come sia possibile che un ragazzo di 15/16 anni e ancora peggio un ragazzino debba subire per volontà dei genitori una farneticante terapia “riparativa dell’omosessualità” queste cose non sono solo immorali ma sono al limite del codice penale.

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Re: PAPA FRANCESCO NON SA CHE COSA SIA L’OMOSESSUALITA’

Messaggio da agis » martedì 28 agosto 2018, 22:49

progettogayforum ha scritto: Mi chiedo senza spirito di polemica come possa un Papa non avere la più pallida idea di che cosa sia realmente l’omosessualità.
Beh project i principi della chiesa occupano le posizioni che occupano tanto per finezza politica quanto per vastità di cultura. Visto che non appare credibile che papa Francesco ignori fino a questo livello i termini della questione tanto più che c'era stata la questione della petizione dei cattolici irlandesi che non so come sia finita, ipotizzando che lui sappia in realtà perfettamente che cos'è l'omosessualità tu come te lo spiegheresti?

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Re: PAPA FRANCESCO NON SA CHE COSA SIA L’OMOSESSUALITA’

Messaggio da progettogayforum » mercoledì 29 agosto 2018, 13:20

Vorrei precisar che ho grande rispetto per quello che Papa Francesco ha fatto e continua a fare in molti campi (in primo luogo per la lotta alla pedofilia e per l'integrazione dei migranti), ma è purtroppo evidente che quando parla di omosessualità si riferisce non alla omosessualità, ma a quello che la chiesa pensa dell'omosessualità, che ha ben poco a che vedere con la realtà.

Quanto alla cultura dei principi della chiesa, francamente, avrei molte riserve, perché quando alla parola "cultura" si aggiunge un aggettivo, come "cattolica" o un qualunque altro aggettivo con una netta qualificazione ideologica, si crea un ossimoro che può essere affascinante perché sembra poter conciliare l'inconciliabile ma alla lunga manifesta tutte la sua fragilità.

La cultura, dovrebbe essere un'apertura "incondizionata" di fronte all'esperienza e le persone sagge dovrebbero imparare a confrontarsi con la realtà e a cambiare parere, almeno là dove l'evidenza lo reclama. Ma dove c'è un catechismo, cioè c'è un indottrinamento ideologico che, lo sottolineo, col Vangelo non ha proprio nulla a che vedere, la cultura degenera in cultura "di parte" e nel caso specifico in "cultura cattolica". Molti meriti vanno riconosciuti alla cultura cattolica, questo non lo nego, ma purtroppo la "cultura cattolica" per il fatto stesso di definirsi "cattolica" si fonda su una dipendenza ideologica da una dottrina, che non è quella di Cristo ma quella della chiesa, di una chiesa che, fino a pochi giorni fa giustificava perfino la pena di morte (e devo riconoscere a Papa Francesco il merito di avere finalmente corretto questa oscenità).

Un ecclesiastico colto, e ce ne sono tanti, rischia di essere colto nell'ambito della "cultura cattolica" e di essere talmente condizionato ideologicamente da non non riuscire nemmeno a capire che la realtà è un'altra cosa e che andrebbe prima di tutto conosciuta e poi capita. Ma ovviamente ognuno, anche Papa Francesco, si porta appresso, nel bene e nel male, l'eredità della cultura nella quale è cresciuto.

Purtroppo l'apertura "incondizionata" di fronte all'esperienza non è il presupposto della "cultura cattolica" ed è proprio questo che porta a visioni aberranti della realtà.

La chiesa non ha fatto solo danni con la pedofilia ma anche esprimendo condanne del tutto pregiudiziali che nessuna coscienza libera può onestamente condividere.

Ricordo che Il catechismo della chiesa cattolica e i documenti pontifici in tema di omosessualità definiscono l'omosessualità “grave depravazione” (1), “funesta conseguenza di un rifiuto di Dio” (2), “mancanza di evoluzione sessuale normale”(3), “costituzione patologica” (4), “comportamento intrinsecamente cattivo dal punto di vista morale” (5). San Pio X, nel suo Catechismo del 1910, classifica il “peccato impuro contro natura” come secondo per gravità solo all'omicidio volontario, fra i peccati che “gridano vendetta al cospetto di Dio”(6). E il Catechismo aggiunge(7): “Questi peccati diconsi gridare vendetta al cospetto di Dio, perché lo dice lo Spirito Santo e perché la loro iniquità è così grave e manifesta che provoca Dio a punirli con più severi castighi”. Queste affermazioni non hanno bisogno di commento, la loro immoralità e oscenità è evidente e i danni che hanno provocato sono stati terribili (fino al suicidio).

Non vi è dubbio che un omosessuale per essere cattolico dovrebbe considerare l’omosessualità il peggiore dei vizi. L’idea della omosessualità “contro natura”, che è di derivazione dogmatica, è ancora oggi diffusissima anche tra persone sotto altri aspetti di buon livello culturale, e rappresenta una sostanziale istigazione all'odio, e la lettura di alcuni documenti di Benedetto XVI, che sostiene perfino che non possano essere affidati incarichi di insegnamento ad omosessuali, è la manifestazione più evidente del fatto che la chiesa persegue ancora forme sostanziali di caccia alle streghe, veramente patetiche per chiunque conosca la realtà dei fatti in maniera anche minimamente seria.
_________
(1) Catechismo della Chiesa cattolica, 2357.
(2) Congregazione per la Dottrina della Fede. Persona Humana. Alcune questioni di etica sessuale – 29 Dicembre 1975, n. 8 - Relazioni omosessuali.
(3) Ibidem.
(4) Ibidem.
(5) Congregazione per la Dottrina della Fede – Lettera ai Vescovi della Chiesa Cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali, 3.
(6) Catechismo maggiore, n. 966.
(7) Ibidem, n. 967.

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Re: PAPA FRANCESCO NON SA CHE COSA SIA L’OMOSESSUALITA’

Messaggio da agis » mercoledì 29 agosto 2018, 16:16

Sono concettualmente d'accordo con quel che scrivi project anche se, per una maggior chiarezza, in molti dei casi in cui usi il termine "cultura" preferirei quello di intelligenza. La locuzione francese idiot savant esprime piuttosto bene il fatto che la cultura, intesa come mera e semplice preparazione in un determinato campo, non garantisce (da) nulla. A chi fosse capitato di leggere opere come il Malleus Maleficarum non sarà sfuggito che esse si muovevano da un punto di vista culturale in modo a volte estremamente elaborato ma in un ambito e con finalità che avrebbero fatto tremare i polsi al boia di Treblinka. Se proprio volessimo apparentare l'intelligenza a qualcosa, l'apparenterei, più che ad una cultura che può assumere anche troppo spesso il carattere di vuota erudizione, ad un laicismo inteso come apertura alle differenti istanze dell'intera popolazione che insista in una determinata area geografica ed in questo senso le chiese, intese come istituzioni totalitarie e totalizzanti, possono essere intelligenti e laiche... soltanto al loro interno e con quegli adepti che si adattino agli assiomatici schematismi imposti. Ciò detto, visto che gli assiomi sono ipostasi dell'uomo e non il contrario, una cosa che a mio avviso non rilevi a sufficienza è che una frase come quella pronunciata dal papa che equivale in pratica a dire:

Applichiamo la terapia riparativa... ma soltanto un pochettino

non è né intelligente né colta oltre a presentare un imbarazzante livello di contraddizione interna non perché Francesco non sia colto o finanche intelligente ma perché è semplicemente la frase di un politico in difficoltà.

Vabbè dai... non te la prendere Progettino! Vedendo il bicchiere mezzo pieno attendiamo fiduciosi il momento in cui ci verranno a dire che Maria era vergine... ma soltanto un pochettino.
Allegria! : O )***
Ultima modifica di agis il mercoledì 29 agosto 2018, 16:27, modificato 1 volta in totale.

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Re: PAPA FRANCESCO NON SA CHE COSA SIA L’OMOSESSUALITA’

Messaggio da progettogayforum » mercoledì 29 agosto 2018, 21:01

In un articolo che ho scritto nel 2014, al termine del Sinodo sulla famiglia (viewtopic.php?f=73&t=4859 ), ho sottolineato come l’”Instrumentum laboris”, cioè il documento preparatorio del sinodo potesse fare pensare ad una reale volontà di uscire dalla strette di una interpretazione del tutto irrealistica del fenomeno omosessualità. La "Relatio post disceptationem", che è una specie di bozza del documento finale, restringe molto fortemente la portata dell’Instrumentum laboris, ma contiene anche alcuni elementi non dico di apertura ma di rispetto almeno verso le persone omosessuali.
Dal punto di vista di un gay laico che vede le cose dall’esterno, comunque, con la Relatio post disceptationem, la montagna delle attese ha partorito uno striminzito topolino. La stampa accoglie comunque la Relatio come una grande apertura della chiesa verso gli omosessuali. Per quanto striminzito sia, un topolino gay si aggira per il Vaticano ma gli austeri padri sinodali non si fanno intimidire da quel topolino e armati della loro secolare sapienza, sono pronti ad acchiapparlo prima che scappi fuori ufficialmente dall’aula sinodale. Ecco che i circoli minori (articolazioni del sinodo) affilano le armi e la caccia al topolino gay riparte con veemenza degna di miglior causa! Evidentemente il topolino gay aveva seminato il panico tra i Padri sinodali che però sono finalmente riusciti a catturarlo.
Va sottolineato che il punto 55 del documento finale del sinodo, che ripete alla lettera i contenuti del n. 4 delle Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali, della Congregazione per la Dottrina della Fede, emanate a firma dell’allora cardinale prefetto Ratzinger, è stato approvato senza la maggioranza qualificata dei 2/3 ma con una maggioranza semplice, comunque molto forte e molto vicina ai 2/3, di 118 favorevoli e 62 contrari.
È evidente che Papa Francesco non ha una rappresentazione realistica di che cosa sia l’omosessualità, ma è anche vero che il sinodo, a stragrande maggioranza, ha preferito non spostarsi di una virgola dalle posizioni di Ratzinger.
Riporto qui di seguito il capitolo IV del documento cui si è riferito il sinodo e che riassume l’orientamento dell’allora cardinale Ratzinger e di “San” Giovanni Paolo II in materia di omosessualità. Chi legge queste cose può capire da che chiesa sia dovuto partire Francesco, che ha probabilmente più amici fuori della chiesa che al suo interno. Papa Francesco può anche non avere le idee chiare circa l’omosessualità, e con ogni probabilità non per sua colpa, ma resta una persona alla quale vanno riconosciuti meriti anche dai laici.

IV. COMPORTAMENTI DEI POLITICI CATTOLICI
NEI CONFRONTI DI LEGISLAZIONI
FAVOREVOLI ALLE UNIONI OMOSESSUALI

10. Se tutti i fedeli sono tenuti ad opporsi al riconoscimento legale delle unioni omosessuali, i politici cattolici lo sono in particolare, nella linea della responsabilità che è loro propria. In presenza di progetti di legge favorevoli alle unioni omosessuali, sono da tener presenti le seguenti indicazioni etiche.
Nel caso in cui si proponga per la prima volta all'Assemblea legislativa un progetto di legge favorevole al riconoscimento legale delle unioni omosessuali, il parlamentare cattolico ha il dovere morale di esprimere chiaramente e pubblicamente il suo disaccordo e votare contro il progetto di legge. Concedere il suffragio del proprio voto ad un testo legislativo così nocivo per il bene comune della società è un atto gravemente immorale.
Nel caso in cui il parlamentare cattolico si trovi in presenza di una legge favorevole alle unioni omosessuali già in vigore, egli deve opporsi nei modi a lui possibili e rendere nota la sua opposizione: si tratta di un doveroso atto di testimonianza della verità. Se non fosse possibile abrogare completamente una legge di questo genere, egli, richiamandosi alle indicazioni espresse nell'Enciclica Evangelium vitae, « potrebbe lecitamente offrire il proprio sostegno a proposte mirate a limitare i danni di una tale legge e a diminuirne gli effetti negativi sul piano della cultura e della moralità pubblica », a condizione che sia « chiara e a tutti nota » la sua « personale assoluta opposizione » a leggi siffatte e che sia evitato il pericolo di scandalo. Ciò non significa che in questa materia una legge più restrittiva possa essere considerata come una legge giusta o almeno accettabile; bensì si tratta piuttosto del tentativo legittimo e doveroso di procedere all'abrogazione almeno parziale di una legge ingiusta quando l'abrogazione totale non è possibile per il momento.

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Re: PAPA FRANCESCO NON SA CHE COSA SIA L’OMOSESSUALITA’

Messaggio da agis » giovedì 30 agosto 2018, 0:07

Ovviamente con l'ultima frase scherzavo project :)
Ribadisco che ritengo irrealistico che lui sia malinformato o non sia personalmente consapevole di tutti i termini della questione non foss'altro per la miriade di posizioni che è possibile oggi intrattenere considerandosi all'interno della chiesa e non è certo che mi faccia piacere il fatto che sia in difficoltà anche perché, come giustamente noti tu, si capisce perfettamente da dove ne provenga la maggior parte. Purtroppo, se anche il papa è ancora tecnicamente un monarca assoluto, pure gli imperatori romani lo erano. Finché non pestavano i calli ad un po' troppi pretoriani. E se la maggior parte dei pretoriani inclina più verso padre Fanzaga che verso il gruppo Gionata non è a mio avviso che ci possa far molto neppur un pontefice.

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Re: PAPA FRANCESCO NON SA CHE COSA SIA L’OMOSESSUALITA’

Messaggio da agis » giovedì 30 agosto 2018, 0:21

agis ha scritto: non è a mio avviso che ci possa far molto neppur un pontefice.

Se non magari mareggiare?

https://www.gionata.org/papa-francesco- ... maternita/

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