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da arrofus » sabato 3 novembre 2012, 19:46
Caro Alyosha,
grazie per la tua risposta argomentata. In effetti nemmeno io ho nulla contro quello che dici tu, la pensiamo diversamente. Né ho detto che tu hai un'ossessione, bada bene: ho solo detto che la si può sviluppare vivendo nell'ombra.
Tiziano Ferro d'altra parte lo ha detto pubblicamente, è quello che io voglio fare anche se non avrò "un pubblico", ma solo le persone che mi conoscono.
Inoltre testimonierò la mia storia qui, dopo che avrò fatto altri passi. Attualmente sto cercando di far accettare a mio padre l'idea che possa avere una vita normale, cioè che non debba vivere nell'oscurità. Voglio aspettare che accetti questa cosa prima.
Perché è una questione di riservatezza la tua omosessualità? Per gli etero la loro eterosessualità è una questione di riservatezza? No. Allora, siamo o non siamo uguali agli etero?
Ribadisco che non c'è nessun attacco nelle mie parole, e non sono per nulla certo di quello che dico. Sto solo cercando dialogo.
Caro Yin-Yang,
tu, forse, devi aver trovato nelle mie parole qualche attacco, in realtà inesistente. La tua risposta sembrava irritata.
Caro William27,
in un mondo perfetto sarebbe lo stesso, per un etero e per un gay. Nessuno dovrebbe dire che è etero o gay. Comunque, gli etero LO FANNO: parlano di ragazze, dicono che una ragazza è bella e che vorrebbero toccarla ecc. Inoltre questo mondo non è perfetto, a priori tutti pensano che una persona è eterosessuale. Se non rompiamo noi questo circolo (se non ci sono condizioni gravi che ci avversano) chi lo farà?
Riguardo a quello che hai detto dopo, se carichiamo il coming out di significati importantissimi, e lo descriviamo come un regalo che si fa alle persone che vogliamo bene ecc. ecc. siamo noi i primi a discriminarci.
Mi spiego: le prime volte, per paura, lo si dice cautamente a un amico o due.
Ma poi, se continuiamo a nasconderci, aspettando la persona giusta e il momento giusto e tutte le condizioni giuste per dirlo, allora saremo noi a dare alla nostra omosessualità un significato importantissimo. Non potremo lamentarci se poi la persona a cui abbiamo detto che siamo omosessuali, dopo anni di amicizia, pregandola di non dire niente a nessuno, ci vedrà appunto come l'amico gay. Siamo noi che viviamo principalmente come gay (repressi).
Ripeto: è ovvio che all'inizio, con le prime persone, si sia molto molto cauti. Sarebbe preoccupante il contrario. Ma poi, secondo me, basta.
Se invece uno è spontaneamente dichiarato con tutti, così come gli etero (quelli veri) fanno capire che sono etero, allora si avranno rapporti veri, amicizie vere, e non saremo solo "i gay", ma persone come tante, e una delle nostre caratteristiche sarà essere gay. Tra questi amici, che non se ne fregano che tu sia gay o meno, si troverà anche il proprio migliore amico. Questo perché chi viene a contatto con noi avrà capito in maniera tangibile che essere gay è una cosa ordinaria. Chi non lo vuole capire si arrangia, non avrà a che fare con noi. Non lo avrebbe fatto comunque, non credo che un gay non dichiarato riesca ad avere degli amici omofobi. In questo modo, davvero, essere gay non farà alcuna differenza.